In viaggio, Sconosciuto.
Tra la marea dei pensieri che affollano la mia pazzia.
Ricordi, Sconosciuto, nessuno. Solo desideri inavverabili che mi portano all' illusione di poter vivere davvero. Obiettivi.
Rifletto, Sconosciuto.
Sulla mia vita, la mia esistenza...
Perché non ho altro da fare.
Non so che fare, come vivere.
E scelgo orari pietosi per comunicarti parole misere e prive di importanza che probabilmente getterai nel fuoco prima ancora di leggere.
E dopo non avrai più la possibilità di deprimerti legandoti al collo il peso delle mie parole, nella speranza di annegare nelle tue stesse lacrime.
Quelle in cui galleggi inesorabilmente fino a quando non sarà la frustrazione a ucciderti davvero.
Non temere, Sconosciuto.
Non ho intenzione di alimentare questo fuoco che mi brucia anche le mani mentre scrivo.
Sono già fiamme dell'inferno quelle che mi dilaniano il cuore.
Ti saluto Sconosciuto, per la prima volta seriamente, perché questa lettera sta diventando un diario e, se tu non ti sei stancato di leggere, io ho perso la minima voglia di imprimere inchiostro su questa carta ingiallita anche per una sola parola.33

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Ficción GeneralUn orfano, prigioniero dei suoi "tutori". Si può usare la parola prigioniero? No, perché è quello che sono. Un prigioniero, insieme a tanti altri. È sto impazzendo, in questa mia prigione. Mi tormentano, in questa mia prigione. Come? Lo scoprirete...