Ciao Sconosciuto,
cosa vuoi che ti racconti?
Il pianto di ieri: straziante, ma sono riuscito a resistergli. Un traguardo di cui non riesco a essere contento, pur essendo il primo traguardo che riesco a raggiungere in tutta la mia vita.
Certo, la disperazione di quel pianto non si cancella in una notte -perché è successo solo ieri, vero?- ma dentro di me ha lasciato un segno troppo profondo.
Ti anticiperò una cosa che ho l'impressione influenzi troppo queste lettere.
La mia vita è costituita da un susseguirsi di paure e da un crescere interminabile di dubbi.
Una rete imperlata di lacrime e di urla, straziante solo a guardarla da fuori, di sfuggita.
Ho paura Sconosciuto, ma non più di piangere.
Ho paura di non riuscire più a provare nessun tipo di gioia, neanche quell' insensata gaiezza con cui ogni tanto ti svegli anche se hai una vita invivibile.
Non so come mai, ho questa sensazione straziante che mi stringe il cuore.
Questa sensazione straziante che mi suggerisce che, nonostante io stia cercando di salvarmi, questa vita mi trascinerà verso un fondo che sarà la mia morte.
Mi chiedo se non valga la pena di finirla qui.33
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General FictionUn orfano, prigioniero dei suoi "tutori". Si può usare la parola prigioniero? No, perché è quello che sono. Un prigioniero, insieme a tanti altri. È sto impazzendo, in questa mia prigione. Mi tormentano, in questa mia prigione. Come? Lo scoprirete...