Sconosciuto, ho paura di continuare.
Ho paura di continuare a scriverti.
Ho il timore che le mie lettere divento sempre più angoscianti.
Tu dovresti essere la mia forza, è per questo che ti scrivo.
Ti voglio bene,Sconosciuto. Anche se non ti conosco.
Sei l'unica persona a cui voglio bene.
L'unica a cui possa volerne. Gli altri li odio tutti.
Gli altri meritano tutti di essere odiati.
Certo, ci sono gli altri internati. Dovremmo essere solidali tra noi, anche senza conoscerci.
Loro non li odio. Come potrei, viviamo la stessa vita.
Ma quello che provo verso di loro non è affetto.
Tu sei l'unico con questa importanza.
L'unico cui io abbia mai confidato qualcosa.
L'unico cui abbia potuto farlo, destino.
È logico che io ti sia grato per aver deciso di condividere questo dolore che mi perseguita da quando quei sorrisi lucenti sono stati sostituiti da parole atroci.
Anche se non è facile, come ho già accennato in precedenza.
Però di una cosa sono felice, Sconosciuto.
In questa lettera non sembro poi così pazzo.33
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General FictionUn orfano, prigioniero dei suoi "tutori". Si può usare la parola prigioniero? No, perché è quello che sono. Un prigioniero, insieme a tanti altri. È sto impazzendo, in questa mia prigione. Mi tormentano, in questa mia prigione. Come? Lo scoprirete...