Il nuovo anno doveva portare delle novità, o almeno così sperava, ma come per i precedenti la noia faceva da padrone. Ciò che veniva spiegato lo aveva già appreso da tempo nei pomeriggi passati nella biblioteca del padre dove rimaneva ore e ore immerso nei libri di ogni genere. La sua mente era avida di sapere come quella del padre ma, a differenza sua, non ne era mai soddisfatto, la scuola era un passaggio obbligato per non destare sospetti sulla sua natura ma era difficile cercare di non farsi notare. Eccelleva in ogni materia con il massimo dei voti e come se non bastasse ogni singola ragazza della scuola era innamorata di lui. A diciassette anni era alto un metro e novanta con un fisico muscoloso, capelli neri con alcune ciocche rosso scuro ereditati dalla madre e occhi blu cobalto dal padre. Il viso era dolce e ricordava vagamente i lineamenti della nonna paterna. Odiava sentirsi sempre al centro degli sguardi ma ormai riusciva quasi a non farci caso. Era in buoni rapporti con tutti i ragazzi della classe anche se nessuno di essi poteva definirsi un vero amico mentre alle ragazze riservava sempre il più dolce dei sorrisi cosicché quando respingeva le loro continue avances non rimanessero troppo deluse. Solo una persona riusciva a tenergli testa e di lì a poco sarebbe entrata nella sua classe come un tornado trascinandolo di peso da qualche parte per mangiare il pranzo tempestandolo di domande senza senso. Ed infatti esattamente trenta secondi dopo il suono della campana della fine delle lezioni del mattino ecco spuntare dalla porta una ragazza dai lunghi capelli dorati che con passi decisi ma aggraziati si avvicinò mettendosi a braccia incrociate davanti al suo banco guardandolo con un'espressione a metà tra l'inbronciato e l'impaziente.
"Perché la Sofi deve sempre venirti a prendere? Lo sai che lei ha delle cose importanti da dirti!? E comunque non dovrebbe essere lei a cercarti!"
"Come sempre non posso che darti ragione, sto mettendo a punto un congegno che mi permetta di smaterializzarmi al suono della campana per poi farmi ricomparire davanti alla tua classe.....e poi perché oggi parli di te in terza persona?".
"Non è necessario che ti spremi le meningi in inutili aggeggi, devi solo scattare in piedi non appena senti la campanella e correre da me, in fondo non siamo tanto lontani come classi e comunque non posso dare del tu ad un essere superiore, la Sofi è una ragazza di alta classe!".
Alex fece un profondo respiro, ogni giorno inventava una stramberia diversa inoltre ancora non capiva come faceva a coprire la distanza che separava le loro classi che erano ai lati opposti di quell'enorme edificio in pochi istanti. Ma rinunciò quasi subito a dare delle risposte sensate ai numerosi quesiti che la riguardavano, d'altronde lei era perfetta così, bellissima e mai noiosa.
"OK hai vinto, ora puoi trascinarmi dove desideri, come sempre non opporro' resistenza".
"Bravo piccolo! La Sofia prende possesso del tuo corpo!".
Lo prese per un braccio trascinandolo fuori dalla classe sotto gli sguardi taglienti delle ragazze e sotto quelli infuocati dei compagni che consideravano Sofia al pari di una dea. Percorsero tutti i corridoi stretti a braccetto fino ad uscire nel parco dietro la scuola fino ad una panchina appartata sotto una grande quercia. Il contatto con le forme perfette della ragazza lo avevano lasciato come sempre confuso e agitato, erano cresciuti insieme quasi come fratelli e anche se erano cugini, da qualche tempo Alex cominciava a vederla sotto un'altra luce. Sapevano entrambi che fra di loro non c'era nessun legame di sangue ma quest'idea non li aveva mai sfiorati, almeno fino ad ora.
"Bene, oggi assaggerai la mia famosa pasta fredda, mi sono alzata alle sei per farla!".
"Si....non vedo l'ora!" Alex stava sudando freddo nonostante la giornata fosse calda, l'ultima volta che lei aveva cucinato qualcosa era rimasto a letto un giorno intero in preda a forti dolori addominali. Ma non riusciva mai a dirle di no, lei era l'unica in grado di annullare la sua volontà e stranamente la cosa non gli dispiaceva. Sofia era bellissima, aveva un fisico a dir poco perfetto e capelli dorati che le ricadevano come la cascata di una fiaba lungo tutta la schiena. Ma erano i suoi occhi che toglievano veramente il fiato, erano di un viola intenso con piccole striature verdi, sempre gioiosi e pieni di vita. Come la madre era patita di volley e giocava nella squadra della scuola attirando ad ogni partita centinaia di ragazzi affascinati dalla sua bellezza e dal suo modo di fare. Lei sorrideva e scherzava con tutti ma alla fine era con lui che si confidava e parlava, aveva tantissime amiche ma nessuna, come lui, che potesse definire amica del cuore. Le voci che li volessero fidanzati erano ormai così tante che ormai non ci facevano più caso, avevano più volte ribadito che loro erano cugini e che erano uniti da una profonda amicizia ma ormai erano visti come la coppia di fatto più invidiata della scuola. Alex ultimamente cominciava ad infastidirsi. I suoi pensieri furono interrotti dal viso di lei che lo fissava sorridendo mentre con la forchetta lo stava per imboccare. Un brivido gli corse lungo la schiena, il fatto che lei fosse così vicina e che lo stesse imboccando era fantastico ma quello che stava per mangiare avrebbe potuto ucciderlo. Si sforzò di sorridere e aprì la bocca tremando, forse quella era l'ultima volta che avrebbe potuto perdersi nei suoi occhi. Mastico' lentamente aspettando l'inevitabile mentre lei lo fissava trepidante, inspiegabilmente non si sentì venir meno, la pasta era scotta ma il sapore era....buono, leggermente troppo salato ma si capiva che si era veramente impegnata.
"Allora com'è? Questa volta non mentirmi.....l'ultima volta ti ho quasi ucciso...lo so...la mamma me lo ha detto! Stupido....perché hai finto che fosse commestibile?".
Ora la sua espressione era cambiata, lo guardava in modo strano, serio ma preoccupato, se possibile era ancora più bella. La guardò rapito, dimenticandosi completamente di cosa stessero parlando.
"Alex insomma mi dici com'è!!!".
"Belliss....cioè...è buona...davvero!!"
"Sul serio?....è buona davvero???".
"Giuro! Ti sei superata!".
Un sorriso radioso comparve sul suo volto mentre prese a farlo mangiare quasi ingozzandolo. Quando ebbero finito lei si alzò facendo una piroetta, era felice e il suo sorriso illuminava ogni cosa intorno a se.
"Sono contenta, da oggi ti preparero' il pranzo tutti i giorni quindi...ti nomino mio assaggiatore ufficiale! Voglio diventare brava in cucina in modo che se un domani deciderai di sposarmi sarò una casalinga peretta!!".
Lo disse guardandolo con la sua solita espressione indecifrabile, la stessa di quando lo stuzzicava e lo prendeva in giro. La guardò cercando di abbozzare un mezzo sorriso ma fu sicuro che gli fosse uscita una smorfia. Fece un profondo respiro e cercò di calmarsi.
"Ti piace proprio prendermi in giro, vero!?"
Sofia lo guardò seria per un attimo poi ritornò a sorridere con la sua solita espressione divertita.
"Cambiamo discorso muso lungo.... ti porto anche oggi la richiesta di una ragazza, questa volta è veramente carina e dovresti farci un pensiero. Si chiama Laura e credo sia proprio il tuo tipo...".
"Dille che sono onorato ma al momento non voglio impegnarmi con nessuna, sono impegnato con gli studi e poi....".
Gli si avvicinò a pochi centimetri dal viso osservandolo attentamente, era pericolosamente vicina e Alex cominciò a sudare.
"Tu sei strano...ogni ragazza della scuola farebbe di tutto per uscire con te e tu fai il prezioso in questo modo....non è che magari....".
"No! Assolutamente sono etero e mi piacciono le ragazze, togliti quell'idea dalla testa!"
"Mmmmh....sarà.... ma tu hai qualcosa che non va! OK, cambiamo discorso per ora ma cerca di capire che la Sofi si sta stancando di fare l'ambasciatrice dei cuori infranti del bel demone....".
" SOFI!!!! Ti ho detto mille volte di non chiamarmi in quel modo! Io non sono un demone....almeno non del tutto!".
Si rabbuio' subito, da quando suo padre gli aveva rivelato la sua natura e tutto ciò che agli umani normali non era permesso sapere si era isolato sempre di più sentendo il peso di quella verità farsi sempre più opprimente con il passare degli anni. Solo Sofia era riuscita ad alleggerire quel peso, anche lei come lui era un essere diverso ma a differenza sua non aveva sangue demone. Quando sentiva il suo sangue ribollire nella parte demone andava a casa dei nonni dove poteva liberare parte del suo potere lottando con il nonno che accettava di buon grado di alleggerire la sua voglia di lotta. Una volta finito si rifugiava dalla nonna che sapeva sempre quali parole dire per rasserenarlo oltre a regalargli sempre il suo sorriso che era come una luce nel buio della notte.
"OK, battuta infelice, ti chiedo scusa. Ma continuo a pensare che tu dia troppo peso a questa cosa. Io amo il nonno e adoro lo zio che è tuo padre e ti voglio un mondo di bene con o senza quel sangue. Devi essere orgoglioso della tua discendenza razza di testone senza speranza! Hai sangue reale del mondo dei demoni, tuo padre è il prescelto e ha salvato il mondo due volte, tua madre è la guardiana più forte di sempre e la nonna....beh la nonna è la nonna e da sola vale un millimilione di yes!!".
La guardò grato, lei riusciva con poche parole a risollevarlo da terra, lei era tutto per lui.
"Hai ragione, come sempre d'altronde, anche se non ho ben capito che razza di numero sia millimilione".
"È il nuovo sistema di numerazione della Sofia che a breve sostituirà quello ormai obsoleto decimale. Se vuoi posso darti lezioni private così non ti troverai impreparato quando il mondo intero annuncerà questa rivoluzione!".
"OK, mi arrendo! Torniamo indietro ora, fra poco cominciano le lezioni del pomeriggio".
Si avviarono verso l'edificio, Sofia stretta al suo braccio parlava di mille cose mentre lui stentava a capirne la metà, arrivarono alla porta sul retro e prima di separarsi lo tirò da una parte.
" HEI, hai sentito la novità? Da qualche giorno ha iniziato un nuovo studente e dicono sia bellissimo, non l'ho ancora visto ma sono curiosa. Finalmente hai qualcuno che ti fa concorrenza!".
"Se sei così curiosa perché non lo vai a vedere? Sono sicuro che lo troverai interessante".
Lo guardò tutto ad un tratto seria, poche volte l'aveva vista con quell'espressione e stava a significare che era molto infastidita.
"A volte ti comporti come uno stupido, possibile che sei così duro di comprendonio!?".
Detto questo si girò e sparì in pochi istanti dalla sua vista, l'ultima cosa che voleva era farla arrabbiare ma non capiva cosa avesse detto di tanto grave da farla infuriare a quel modo. Fra mille domande si diresse alla sua classe. Dall'altra parte della scuola Sofia era entrata nel bagno e guardandosi allo specchio cercava di far sbollire la rabbia, era stata un po' troppo brusca con lui, in fondo sapeva che le voleva bene ma quello che più la innervosiva era il fatto che lui non capisse.
"Sei uno stupido Alex....uno stupido testone....perché non mi capisci?".
Rimase a fissarsi allo specchio alcuni minuti pensando e ripensando a quelle strane sensazioni che da un po' di tempo vorticavano nella sua testa quando era con lui. Qualcosa era cambiato fra loro ma ancora non capiva cosa. Fece un lungo respiro e decise di accantonare il tutto per ora, tornò in classe e non appena varcò la soglia fu subito abbracciata da dietro da una ragazza dai lunghi capelli neri che la trascinò ai loro posti in fondo alla classe.
"Finalmente di ritorno! Come è andata? Lo hai ucciso? Ti ha detto qualcosa finalmente?".
Lucy era come lei, impetuosa e solare, assomigliava molto alla madre e insieme a Sofia erano le più belle della scuola. Il suo fisico era atletico mentre il viso bellissimo era illuminato da due occhi argentei. Non erano propriamente amiche del cuore ma si conoscevano fin dall'infanzia e condividevano molti interessi.
"Non l'ho ucciso stupida! Ha detto che questa volta era tutto buono....e cosa vuoi dire se mi ha detto qualcosa? Cosa dovrebbe dirmi?".
La guardò con aria inquisitoria e dopo un po' sbuffo' delusa.
"Uff...voi due siete quasi irritanti! Possibile che siate così zucconi?".
" Lucy ma che....".
"L'ho incontrato sai? Mentre tu eri a perder tempo con quello ho beccato il tizio nuovo. È uno schianto!! Si chiama Gabriel ed è del nostro stesso anno. La sua classe e al piano di sopra. Quando usciamo te lo presento ma ti avverto, lui è mio!"
"OK, OK....ora siediti che è entrata la prof, più tardi mi racconti meglio".
Si sedettero e ascoltarono la lezione anche se Sofia ogni tanto con il pensiero correva lungo i corridoi vuoti della scuola fino a fermarsi davanti la solita porta.
Il pomeriggio passò veloce e finalmente le lezioni finirono, come una furia Lucy trascinò l'amica per il corridoio fino al cortile antistante la scuola, erano le prime ad uscire e si posizionarono vicino al cancello d'entrata.
"Perfetto, così lo possiamo incrociare".
" Ma è veramente così carino?".
"Lo vedrai tu stessa".
Attesero alcuni minuti mentre gli studenti affollavano l'uscita, di lì a poco uscì anche Alex seguito da alcune ragazze che adoranti lo seguivano ad alcuni metri di distanza, lui rivolse loro un sorriso con l'intento di congedarsi ottenendo l'effetto contrario, stavano per precipitarsi da lui quando Sara accorse per salvarlo prendendolo sotto braccio. Le ragazze la guardarono con astio e mestamente se ne andarono.
" Grazie, non so mai come fare per evitare questo....".
"Se continui a sorridere a quel modo per forza, fai lo stesso effetto di nonna Airin!".
"Impossibile, il suo sorriso è unico....ciao Lucy, che ci fai ancora qui?".
"Devo presentare alla Sofi il nuovo belloccio, l'ho conosciuto oggi alla pausa mentre voi perdevate tempo prendendovi in giro!".
Alex e Sofia si guardarono senza capire cosa intendesse e stavano per dare parola ai propri dubbi quando Lucy li interruppe.
"Eccolo!".
Dalla porta d'ingresso uscì un ragazzo alto quanto Alex, sembrava uscito da una copertina di un giornale di moda, atletico con lunghi capelli mossi neri come la notte e con due occhi color oro. I lineamenti del viso erano perfetti, quasi troppo per essere veri. Il suo sorriso abbagliante aveva imbambolato alcune ragazze che lo seguivano guardandolo in apparente ipnosi. Alex lo fissò perplesso, non lo conosceva ma qualcosa in lui lo rendeva inquieto, sentì la stretta di Sofia irrigidirsi leggermente e girandosi si accorse che lo stava fissando anche lei. La cosa lo infastidì parecchio senza capire il perché. Non proseguì oltre con quei pensieri perché Lucy richiamò la sua attenzione e in breve furono riuniti.
" Lucy! Speravo di rincontrarti!"
"Già, anch'io Gabriel. Loro sono i miei amici Sofia e Alex, volevo farteli conoscere".
"Piacere di conoscerti Gabriel". Si presentò Alex senza troppo entusiasmo.
" Ciao Gabriel, piacere di conoscerti". Fece Sara sorridendo.
"Il piacere e tutto mio, non credevo che in questa scuola ci fossero così tante belle ragazze".
"Attento ragazzo, loro due sono la coppia non coppia più famosa della scuola, io invece sono ancora single".
Lucy strizzo' l'occhio ammiccante mentre Alex e Sara erano rossi di rabbia, più tardi l'avrebbero raddrizzata a dovere.
"OK OK...sentite, io sono nuovo di questa città, che ne dite se uno di questi giorni facciamo un'uscita a quattro e mi fate fare un giro dei dintorni?".
" Assolutamente si, vero Sofi?".
"Certo perché no? Sempre che tu ci arrivi viva piccola peste!".
" Hahaha...credo che ci divertiremo. Non vedo l'ora! Ora scusatemi ma devo scappare, ho un impegno urgente. Ci si vede ragazzi!".
Il nuovo ragazzo si allontanò salutandoli ricambiato da un'ormai persa Lucy. Nel mentre si allontanava Gabriel osservò di nascosto i due appena conosciuti, in quei pochi attimi in cui erano stati vicini scambiandosi quelle poche parole aveva intuito tutto, un sorriso per niente amichevole comparse sul suo volto e allontanandosi mormorò un sola parola: "interessante...".
Sofia lo guardò allontanarsi inespressiva e Alex lo notò, si staccò da lei infastidito e girandosi si apprestò a tornare a casa.
"Me ne vado, qui sono di troppo!".
Sofia si riscosse dopo qualche attimo quando ormai era già lontano, cosa gli era preso?
"HEI Lucy, sai da dove viene quel tipo....LUCY! Mi ascolti?".
Dovette scuoterle il braccio per svegliarla dal sogno in cui si era immersa guardando Gabriel andare via.
"Dicevi....da dove? Non lo so, non lo sa nessuno. Bello e misterioso. Che cosa posso pretendere di più!?".
"Mmmhh...misterioso è la parola giusta.....senti, ho voglia di dolci, ti va di fermarci in gelateria?".
"E me lo chiedi? Devo compensare con un cono extra la voglia di saltargli addosso".
Ridendo si diressero insieme al centro decise a passare un pomeriggio spensierato come i tanti passati insieme, Sofia si incamminò con l'amica ma un pensiero lontano aveva preso a ronzarle nella testa, cos'era quella sensazione di disagio provata prima? E perché Alex se n'era andato in quel modo?
Camminò senza guardarsi intorno, era turbato e pensieri e sensazioni nuove per lui gli affollavano la mente, inoltre quel nuovo arrivato aveva qualcosa di strano, non sapeva cosa di preciso ma sicuramente la prima impressione non era stata positiva. Inoltre Sofia si era incantata a guardarlo, cosa aveva di così speciale? Si era un bel ragazzo indubbiamente ma....si fermò in mezzo alla strada dopo aver realizzato una cosa sconcertante, si era forse presa una cotta per lui? Strinse i pugni in preda ad una sensazione nuova mai provata prima, era gelosia? E per cosa? Erano cugini anche se non di sangue e fra loro non sarebbe mai successo nulla eppure..... Aveva la mente in subbuglio, doveva trovare un modo per sfogarsi e senza indugiare si diresse a casa dei nonni, un paio d'ore con il nonno lo avrebbero aiutato anche perché sentiva quello strano e odiato potere premere per uscire. Oggi ne avrebbe liberato un po' più del solito.
In una splendida villa del secolo precedente entrò il nuovo arrivato con passo calmo ma deciso, il silenzio faceva da padrone, nemmeno gli uccelli erano presenti nel grande giardino che la circondava. Entrò in casa e subito fu accolto da una ragazza dal fisico atletico con una lunga treccia nera che arrivava fino al fondo schiena, era molto bella ma il suo sguardo era freddo e senza emozioni apparenti, vestita con un'uniforme da cameriera nera con una gonna che le arrivava sopra il ginocchio si inchinò rispettosamente.
"Bentornato padrone".
"Grazie Talitha, preparami la vasca per il bagno, ho bisogno di togliermi di dosso questo odore. Prima però devo fare una cosa, non disturbarmi per nessun motivo per i prossimi venti minuti".
"Come desidera padrone".
La guardò allontanarsi nel lungo corridoio, osservò con attenzione le sue forme perfette giocare con le luci e le ombre del pomeriggio inoltrato, più tardi nel bagno si sarebbe servito anche di lei. Salì le scale e arrivato al primo piano si diresse ad una piccola stanza chiusa a chiave, doveva chiamarlo per annunciare la novità, lo aveva trovato.
STAI LEGGENDO
Il primo angelo demone: l'eredità.
FantasyTerzo libro della saga, la pace dura da molti anni e sembra regnare l'armonia tra umani e demoni. Ma questo effimero equilibrio è destinato ancora una volta a spezzarsi, una minaccia proveniente da un altro mondo sta per irrompere nelle loro vite po...