30. Nero

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Ogni cosa perse importanza, quello che videro i suoi occhi provocarono in lui il distacco dalla realtà. L'aveva vista cadere a terra colpita in pieno petto. Sentì la sua aura sparire e il suo tocco lasciarlo per sempre. Rimase immobile incapace di respirare. Gabriel rise ma quel suono non lo raggiunse. Approfittò di quel momento e scagliò su di lui attacchi devastanti, ogni colpo lo raggiunse senza che opponesse la minima difesa, il suo corpo subì profonde ferite ma lui non sentiva nulla. Gabriel intensificò gli attacchi ormai certo della vittoria. Alex era immobile sospeso in aria in balia del suo avversario, brandelli di carne si staccarono ma nulla, il sangue ricopriva il suo corpo mentre le sue ali, ormai ridotte a brandelli erano di un colore rosso vivo. Nella sua testa non c'era più nulla, il vuoto si era impadronito della sua mente, sprofondò in un'oscurità infinita in cui cercò rifugio per non pensare a nulla. Ma l'oscurità non servì, la mente ritornò all'ultima immagine di lei mentre veniva colpita. Con l'ultimo barlume di coscienza sentì qualcosa spezzarsi, ciò che era fino a qualche istante prima si perse in quel pozzo nero. Il suo corpo martoriato e prossimo alla morte guarì in un istante diventando nero come la notte, le ali si allungarono diventando anch'esse dello stesso colore. Un essere nero come l'oscurità dell'universo si sostituì ad Alex. Gabriel si fermò ad osservarlo stupito, la mano di quell'essere si alzò nella sua direzione e una forza invisibile lo bloccò stringendolo in una morsa letale. Fu avvolto da una luce abbagliante e in pochi secondi fu vaporizzato. La minaccia per l'umanità era stata eliminata ma ora qualcun altro stava per minacciare il mondo. Sospeso in alto nel cielo rimase a lungo a fissare un punto indefinito lontano nello spazio e nel tempo, la barriera che aveva creato si dissolse riportando tutti nel loro mondo. Robert lo osservò interdetto, tutti i suoi timori si erano materializzati, non era il potere oscuro che si era impadronito di Marcus, era qualcosa di ben diverso e molto più pericoloso.
"Airin, Airin guardami! Riprenditi ti prego, ho bisogno di te. Alex ha bisogno di te, Airin!!"
Mentre cercava di far riprendere la moglie ancora sconvolta dalla morte della sua amica, July e Lucy, che si era parzialmente ripresa e li aveva raggiunti nonostante le imprecazioni della madre, erano volate incuranti di tutto da Sofia quando avevano visto l'accaduto. July atterrò al suo fianco col fiato corto, non riusciva a respirare, la vista della figlia a terra in un lago di sangue le aveva provocato uno shock tale che una ciocca di capelli stava sbiadendo diventando di un argento lucente. Lucy non sapeva che fare, provò a tamponare lo squarcio del petto con entrambe le mani ma il sangue continuava ad uscire.
"July....July ti prego riprenditi!!"
Era immobile in ginocchio accanto a lei che fissava il volto della figlia ormai pallido. Lucy era disperata, le sue mani non riuscivano a chiudere del tutto quello squarcio, sapeva che era impossibile che fosse viva visto che la ferita doveva per forza aver  raggiunto il cuore, la madre era incapace di riprendersi e sopra di loro qualcuno che non era più Alex emanava un'aura tremenda. Guardò le sue mani ormai rosse del suo sangue e qualcosa la ridestò, perché il sangue continuava ad uscire a fiotti se lei era sicuramente morta? Non era mai stata particolarmente attenta alle noiose lezioni di scienze anche quando quel noioso professore spiegava con il suo tono monotono il corpo umano. Ma qualcosa ricordava, è il cuore a pompare il sangue e se continua ad uscire allora....
"July riprenditi, JULY!! LEI È ANCORA VIVA!!"
Senza pensarci le diede uno schiaffo in volto riempiendola del sangue di sua figlia, sul momento non sortì alcun effetto ma quel gesto piano piano la fece rinsavire e d'un tratto capì cosa Lucy stesse dicendo.
"È ancora...viva?"
"Non lo so...guarda, il sangue...continua ad uscire!"
Guardò le mani di lei immerse in quella orrenda ferita mentre il sangue continuava ad uscire lentamente. Represse l'impulso di lasciarsi andare alla disperazione e alla pazzia, raccolse tutte le forze che aveva incurante della sua vita, forse c'era una speranza e tanto bastava per rischiare il tutto per tutto. Tolse lentamente le mani della ragazza che ormai non riusciva più a parlare in preda ad un pianto disperato, mise le sue sul petto della figlia e senza pensarci liberò tutto il suo potere. L'intensità dell'amore che provava per la figlia era immenso, avvolse il suo corpo in una luce azzurra abbagliante, con la mente percorse i suoi organi interni e subito si accorse di qualcosa di strano, i polmoni erano quasi del tutto spariti ma si erano spostati leggermente dalla loro posizione, li ricostruì sentendo la sua forza scemare pericolosamente ma non se ne curò, poi cercò il cuore. Lo sentiva pulsare molto debolmente e sempre più piano, stava per cedere. Al suo posto non c'era nulla, seguì l'arteria che miracolosamente era ancora intatta ed infine lo trovò seppur lacerato in più punti. In qualche modo si era spostato in alto scampando quasi del tutto al disastro. July capì cosa aveva fatto un istante prima di essere colpita e sorrise debolmente. Sofia era riuscita in qualche modo a spostarlo usando probabilmente un piccolo incantesimo, a nessuno sarebbe venuta in mente un'idea tanto bizzarra ma lei era una ragazza speciale e fuori dagli schemi.
"Tutta sua madre"
Lo avvolse delicatamente in un bozzolo di luce, per curarlo avrebbe probabilmente perso la vita, non aveva più forze. Normalmente sarebbe riuscita senza problemi ma non si era ancora ripresa dallo sforzo di poco prima per riportare indietro la madre. Le guardò il volto e sorrise.
"Piccola mia, vivi felice e...prenditi cura del papà, avrà tanto bisogno di te".
Infuse in lei tutto il potere rimasto, sentì la sua vita spegnersi poco a poco mentre i suoi capelli divenivano argento vivo, sul punto di svenire la osservò un ultima volta.
"Ti voglio bene...ti dono...la mia...vita..."
Tutto divenne sfocato ma poco prima di perdere i sensi sentì una forza dirompente svegliarla di colpo. Qualcosa o qualcuno le stava infondendo un'enorme potere. Si girò e due occhi irriverenti ma soprattutto infuriati la osservavano mentre le sue mani la sorreggevano appoggiate alle spalle.
"...Viola..."
"Si, Viola! Allora non sei rimbecillita del tutto! Giuro che questa te la farò pagare razza di stupida, imbecille, pazza, senza cervello, oca senza speranza e...."
"Ho capito il senso..."
"No che non hai capito!! Ora girati e salva la nostra bambina, quando tutto sarà finito ti farò rimpiangere di avermi conosciuta! Razza di..."
Si girò e con le nuove forze proseguì il suo lavoro, ringraziò dal profondo la sua più preziosa amica e si concentrò. Ma anche Viola era esausta, aveva bloccato la rigenerazione e sanguinava copiosamente dalle ferite che la bestia le aveva inferto. Benché normalmente avesse una forza spropositata ora era spossata. July cercò di fare il più velocemente possibile ma non poteva curare il cuore se prima non avesse curato tutto il resto o il poco sangue rimasto si sarebbe perso per sempre. Curò gli organi interni e contemporaneamente richiuse parte della ferita ma ora anche Viola stava per svenire. Un po' di forza arrivò da Lucy che ripresosi appoggiò una mano su July, poco dopo arrivò anche Loren e con la sua forza altrettanto potente riuscì a curare le ferite rimaste, ora toccava solo al cuore. Con delicatezza lo fece scivolare al suo posto e si apprestò a curarlo. Ma lui si voltò verso di loro. Alex aveva sentito qualcosa dal vuoto abissale in cui aveva sprofondato la sua anima, non capì cosa fosse, aveva solo attirato la sua attenzione. Senza pensarci scagliò su di loro un potente attacco, non era paragonabile a nulla visto fino a quel momento. Prima ancora che sprigionasse il colpo la terra si spaccò, le montagne vibrarono violentemente e l'aria divenne incandescente. Poi un lampo grande come una città partì dalla sua mano pronto a rendere qualsiasi cosa nel raggio di centinaia di chilometri nient'altro che lava fusa. Le ragazze non si accorsero di nulla se non quando un boato assordante fece sanguinare le loro orecchie rendendole completamente sorde. Sopra di loro era l'inferno, vero e proprio. Una barriera sorretta da Robert, Airin e Loren respinse quel lampo nel cielo, anche Julius si era unito ancora senza un braccio. Lo  sforzo però andava oltre le loro capacità, Airin provò ad infrangere la mente del nipote ma fu respinta in modo secco tanto che per la prima volta si vide uscire il sangue dal naso. Alex non capì cosa cercassero di fare, non avevano alcuna speranza. Aumentò impercettibilmente l'intensità ma tanto bastò per incrinare la barriera. Robert non sapeva cosa fare, aveva provato ad attaccarlo con la magia oscura più forte e distruttiva che conosceva ma non lo aveva nemmeno raggiunto. Per la prima volta nella sua vita capì che tutto era perduto, guardò la moglie, il suo volto anche se sfigurato dallo sforzo rimaneva bellissimo, guardò la figlia che incurante di tutto cercava di salvare sua figlia. Perché tutto questo era successo? La barriera si infranse e chiuse gli occhi in attesa della fine. Ma perché non sentiva nulla? Era già tutto finito? Poi sentì un tuono, anzi, era una voce ma per qualche motivo era un suono che permeava tutto.
"ALEX BASTA!"
Solo dopo alcuni secondi arrivò il boato sonico, Marcus e Sara erano arrivati infrangendo più e più volte la barriera del suono fermandosi di fronte al figlio. Il suo attacco era stato deviato nell'attimo in cui la barriera era andata in frantumi da Marcus che da centinaia di chilometri aveva capito cosa stava succedendo grazie alla madre. Sara incurante del pericolo si avvicinò al figlio,  la figura nera li osservò senza sapere chi fossero, sentiva però che entrambi erano molto potenti ma l'uomo aveva un potere che forse poteva rivaleggiare con il suo. Sara arrivò ad un paio di metri, vederlo così le spezzò il cuore.
"Alex tesoro mio, sono la mamma, vieni qui da m..."
Fu colpita in pieno da qualcosa che nemmeno Marcus comprese, Sara precipitò a terra lontano schiantandosi contro il fianco della montagna, parte di essa crollò seppellendola.
"SARA!!!"
Il grido disperato di Marcus lacerò l'aria, stava per precipitarsi da lei quando la sentì molto debolmente.
"Sto...bene...quasi... pensa a lui. Io arrivo...fra un attimo"
Marcus strinse i pugni nervosamente, doveva pensare al figlio ma  non aveva idea di come fare. Prima di pensare ad una soluzione fu colpito a sua volta nello stesso modo ma se lo aspettava e con uno sforzo immane riuscì a deviare il colpo. Alex aveva alzato a malapena il braccio.
"Alex, cosa ti è successo figliolo!"
"Marcus"
"Mamma, cosa è successo!"
"Gabriel ha colpito Sofia e..."
"COOSA!!!"
"Lei stava per morire... Alex deve aver sentito la sua anima abbandonarlo e deve aver pensato di averla persa. Ha ucciso Gabriel ma poi..."
"Ho capito, so perfettamente cosa deve aver provato"
"Ho tentato di raggiungerlo ma mi ha respinto violentemente. Ma prima che mi respingesse ho sentito qualcosa. Lui è ancora lì ma è.... lontanissimo"
"Come sta Sofia"
"July la sta curando, ce la farà"
"Proteggetela, avrò bisogno di lei. È l'unica che può salvarlo"
Tornò ad osservare il figlio, la sua figura nera era un mistero, sembrava non avere una forma definita e la luce pareva deviare leggermente intorno a lui. Non parlava ne si muoveva, la sua aura era terribile, nemmeno lui sapeva se era in grado di contrastarlo. Era suo figlio ma in quel momento non lo era, doveva prendere una decisione per il bene di tutto il mondo e questo lo tormentava.
"Non devi nemmeno pensarci"
La voce di Sara gli arrivò come un tornado spazzando ogni pensiero. Le rocce esplosero e tornò al suo fianco, i canini erano usciti mentre le sue ali brillavano accecanti. Era al limite.
"Lui è il mio bambino!"
"Sara non so se..."
Lo guardò furente, nei suoi occhi neri comparve una fiamma rossa ardente, tanto bastò per gelargli il sangue e per spazzare via ogni dubbio.
"Cosa facciamo?"
"Serve Sofia, lei è l'unica. Io vado giù ad aiutare July. Tu rimani qui e pensa a lui. Sculaccialo se necessario ma....non esagerare!"
Le ultime due parole furono cariche di tutto quello che in quel momento gravava sul suo cuore. La vide sparire per ricomparire al fianco di sua sorella, avvolse con le sue ali lucenti entrambe e la sentì infondere tutto il suo immenso potere in July.
"Bene, allora devo solo tenerti impegnato...."
Non finì la frase, fu investito da qualcosa che lo scagliò in alto nel cielo, arrivò oltre l'atmosfera e li riuscì a fermarsi. Tutta l'energia lo invase, riuscì a deviare parte di essa che si perse nello spazio ma non rimase illeso, l'attacco aveva abbattuto le sue difese procurandogli profonde ustioni. Ancora una volta si era mosso appena.
"Alex, dove hai preso tutto questo potere"
Per la prima volta Alex si mosse, nonostante lo avesse colpito era riuscito a salvarsi. Non sapeva chi fosse quell'essere ma voleva eliminarlo. Un crescente desiderio di distruzione si stava facendo strada in lui, non ne capiva il motivo, sentiva solo il bisogno di ridurre al nulla quel mondo. Sentiva che in esso qualcosa lo aveva reso ciò che era e inspiegabilmente sentiva la necessità di farlo sparire. Ma prima doveva eliminare lui. Con un unico battito d'ali lo raggiunse e prima che se ne accorgesse lo colpì allo stomaco. Chiunque altro non sarebbe sopravvissuto, Marcus però, seppur a fatica resistette. "Perché si oppone a me? Perché non accetta la sua sorte? Verrà comunque eliminato insieme a tutto il resto...tutto deve sparire...tutto..tutto!!"
I suoi pensieri furono interrotti da qualcosa che si intromise nei suoi pensieri distraendolo, non si accorse quindi che era stato colpito da lui, guardò il suo braccio destro e vide che era stato mozzato all'altezza del gomito. "Come ci era riuscito?" Non sentiva dolore, non sapeva nemmeno cosa fosse, si curò in pochi istanti sentendo nuovamente la mano al suo posto. Lo colpì di nuovo stavolta usando un po' più di forza, tanto bastò a ridurre il suo corpo in fin di vita. Voleva finirlo ma qualcosa interferì ancora con i suoi pensieri. Un  ronzio fastidioso si era insinuato nella sua mente e aumentava d'intensità. Cercò d'ignorarlo, si preparò ad eliminare per sempre quell'essere e si avvicinò al corpo martoriato che fluttuava silenzioso. Alzò le braccia e...rimase bloccato. Quel ronzio divenne assordante, si portò le mani alle orecchie ma non servì a nulla. Urlò ma la sua voce, che sulla Terra sarebbe stato udito ovunque, rimase muto nel vuoto dello spazio. Dalle profondità della sua mente qualcosa si agitò, quel ronzio sembrava risuonare con esso. Non si accorse quindi che Marcus aveva recuperato le forze e che stava venendo verso di lui.
Marcus aveva rischiato di morire, l'ultimo attacco era stato irresistibile. Aveva usato tutto il suo potere, mai era arrivato al suo limite estremo ma non era servito. Lui era il prescelto e in se racchiudeva il destino del mondo. Ma Alex sembrava infrangere ogni logica, nulla poteva contrastarlo. Doveva fare una scelta o sarebbe stata la fine, per tutti. "Perdonami amore mio, non posso..."
Aveva chiuso la sua mente proprio mentre Sara stava per rispondergli, sapeva cosa stava per dire ma non poteva ascoltare o non sarebbe riuscito a fare l'unica cosa possibile. Doveva sacrificarsi portando con se Alex, suo figlio. Riuscì a riprendersi mentre Alex inspiegabilmente si era bloccato, chiuse il suo cuore e si preparò. Avrebbe creato una frattura nel tessuto dello spazio e lo avrebbe avrebbe portato con se. Poi lo avrebbe richiuso, la dimensione in cui sarebbero arrivati sarebbe collassata su se stessa riducendosi al nulla, loro compresi. Ma fu fermato. La sua mente fu scossa violentemente e sentì la voce rotta e affannata della moglie che con l'aiuto di Airin lo avevano raggiunto.
"Più tardi...sistemeremo questa cosa....ora, prima che ti prenda a calci...porta giù mio figlio....possiamo trattenerlo per poco..."
"Sara ma cosa..."
"MUOVITI!!"
Il tono e quello che arrivò con quella parola lo colpirono a tal punto che si sentì gelare il sangue, lei era furiosa e assetata di sangue. Il suo.
Non indugiò oltre, si lanciò verso il figlio che con la testa stretta tra le mani sembrava soffrire. Lo strinse a se e con lui precipitò a terra al massimo della velocità. Quando arrivarono furono circondati da tutti che lo aiutarono a tenere Alex disteso a terra. Sara era una maschera di sofferenza, gli prese il volto fra le mani e lo strinse al petto ma fu scagliata lontano, Alex stava per sconfiggere quel suono che gli stava lacerando il cervello. Poi dal nulla comparve, Sofia. Avvolta in uno straccio sporco di sangue si inginocchiò al suo fianco, era sofferente e sul petto si intravvedeva una cicatrice rossa che trasudava ancora gocce di sangue. Incurante gli posò una mano sul viso mentre con l'altra gli strinse la sua. Alex sentì il sangue prendere fuoco, sentì il tocco sul suo viso e sentì la pelle bruciare. Si immobilizzò incapace di reagire, quel suono fastidioso ora era cessato, al suo posto una presenza aveva preso possesso della sua mente.
Sofia guardò tutti e con un filo di voce chiese un'unica cosa.
"Lasciatelo....lasciateci soli....per favore...."
"No!!!" Urlò July, i suoi capelli argentati le coprivano parzialmente il viso sofferente, riportarla indietro aveva richiesto un prezzo altissimo, il suo dono, probabilmente, era perso per sempre ma la gioia per essere riuscita a salvarla aveva cancellato il dolore di aver perso una parte di se.
"Mamma...grazie. So cosa provi ma...ora tocca a me. Lui ha bisogno di me e io...ho bisogno di lui. Lui è lì, rivoglio il mio amore o sarà come se fossi morta una seconda volta. Ti prego"
Riluttante si allontanò insieme a tutti gli altri mentre Sofia si chinava su di lui fino a sfiorare il suo viso.
"Ora ascoltami, so che sei ancora lì. Torna da me, io sono qui. Ti amo, torna da me..."
Chiuse gli occhi e con la mente cercò Alex lasciandosi trascinare in un baratro infinito e buio.

Il primo angelo demone: l'eredità.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora