12. Pericolo

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La mattina era arrivata troppo presto, era tornato a casa quasi all'alba ed aveva impiegato molto tempo per addormentarsi, in pratica aveva dormito poco meno di due ore. Il ricordo della notte precedente sembrava un sogno e il sapore di lei continuava a tormentarlo. Tornati al suo balcone erano rimasti abbracciati a lungo senza dire nulla, si erano guardati negli occhi senza una parola, non ce n'era bisogno. Si alzò a fatica e come uno zombi ma con un sorriso che andava da orecchio a orecchio andò sotto la doccia, vi rimase per una buona mezz'ora e quando ne uscì era come nuovo. L'avrebbe rivista a scuola e non vedeva l'ora.
La mattina passò veloce e finalmente si ritrovarono al solito posto.
"Non vale! Perché ora arrivi prima della Sofi?"
"Perché ogni attimo lontano dalla Sofi è un dolore straziante...."
"Oh! Ma pensa te come questo bel diavoletto è diventato romantico...."
Si sedette sulle gambe e gli diede un lungo bacio annullando tutto il resto. Poco dopo furono interrotti da Lucy che senza un minimo di rispetto per i due si sedette sulla panchina guardandoli interessata.
"Non preoccupatevi, andate pure avanti che mi sto facendo una cultura".
Sofia si staccò dalle sue labbra a fatica e si alzò portandosi davanti a lei, la guardò piegando leggermente la testa.
"Se non fossi mia amica ti avrei fatto sparire quel sorriso ebete che ti ritrovi a suon di ceffoni"
"E tu avresti il coraggio di colpire questo viso....angelico?"
Si guardarono perplesse, entrambe pensarono la stessa cosa e scoppiarono a ridere tenendosi la pancia mentre Alex, privato di Sofia le guardò senza capire. Fece un profondo sospiro e si rassegnò, in fondo erano amiche ed era impossibile capire cosa pensassero quando univano le loro menti.
Ad interrompere quel momento fu la campana di inizio lezione, insieme riordinarono le loro cose e si avviarono.
Prima di tornare in classe, Sofia e Lucy si accordarono per trovarsi fuori dal cancello per andare in una gelateria lì vicino prima di tornare casa per gli allenamenti, Alex le salutò e si avviò in classe sconsolato visto che non l'avrebbe più rivista fino a sera dopo l'allenamento.
"Lucy com'è andata con Gabriel?"
"Bene, credo...., abbiamo fatto un giro in centro e poi ci siamo salutati. È un ragazzo simpatico".
"Simpatico!? Ma se morivi dalla voglia di saltargli addosso!"
"Ma che dici! Ammetto che è un bel fustaccio ma al momento non mi interessa da quel punto di vista".
Sofia non disse nulla, non capiva cosa le fosse successo. Era sicura che il giro in centro con Gabriel fosse solo un pretesto per andare oltre e invece... le fece altre domande ma come prima le sue risposte erano evasive e approssimative. Cosa era successo? Per ora decise di lasciare stare ma si ripromise di indagare ancora.
A fine lezioni si salutarono al cancello, Alex doveva essere dal nonno di lì a poco mentre Sofia avrebbe potuto tornare più tardi. Corse a casa in moto osservando negli specchietti la sua ragazza sorridere con l'amica, era bellissima. Mentre tornava un pensiero lontano gli ronzo' in testa, perché non aveva visto Gabriel da nessuna parte?
Le due ragazze si incamminarono a piedi parlando dello strano modo di parlare del professore di matematica, Lucy si prodigò in un'imitazione grottesca suscitando le risa di Sofia. Nessuna delle due si accorse di una figura poco lontana che nascondendosi fra la vegetazione del parco lì vicino le seguiva senza far rumore. Quella mattina su ordine del suo padrone aveva radunato una decina di demoni e grazie ai poteri che gli aveva donato era stata in grado di sottometterli completamente. Ora doveva aspettare il momento giusto. Le seguì fino al centro città e attese con pazienza che uscissero da quel locale, nel mentre si unì ai sensi della ragazza su cui lui aveva imposto il sigillo.
"Ti dico che è vero! Il ricciolino sta con la spilungona, li ho visti pomiciare sulla scala antincendio qualche giorno fa. E lei in classe fa la bacchettona quando si parla di ragazzi!"
"Ma dai...quei due sono agli antipodi, lui timido e impaurito e lei autoritaria e inflessibile. È proprio vero che più si è diversi più ci si sente attirati".
"Già...e che dire dei due vip della scuola? Uno riservato e studioso mentre l'altra una pazza e intollerante ai libri?
"HEI! Io non sono pazza!"
Risero per alcuni minuti poi, dopo aver mangiato due enormi coppe di gelato, uscirono dal locale.
"Sai, da qualche giorno mi sto allenando con la nonna. Ti giuro è fantastica! Ogni suo movimento è aggraziato, sembra che stia danzando! Nonna Airin è bellissima!"
Talitha ebbe un sussulto, aveva sentito nominare di una guardiana formidabile che in passato aveva massacrato migliaia di demoni durante le numerose guerre. Se lei aveva il suo stesso sangue e la stava allenando questo significava problemi. Proprio in quell'istante fu contattata.
"Hai sentito? A quanto pare abbiamo una piccola sorpresa".
"Non è un problema, la posso uccidere tranquillamente..."
"No, potrebbe tornarci utile. Voglio che la porti qui, non mi importa come, basta che non la uccidi"
"L'altra invece?"
"Non mi serve più, usala e poi decidi tu".
"Si mio padrone"

Il primo angelo demone: l'eredità.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora