14. Sola

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Per l'ennesima volta era riuscito a schivare di un soffio il potente attacco del nipote, ormai era padrone del suo potere e lo gestiva a suo piacimento. La grotta era in frantumi, nessuna parete si era salvata e solo grazie alla potente magia che la rivestiva come un bozzolo non era implosa su se stessa trascinando nella voragine anche la casa sopra di essa. Avrebbe potuto continuare fra le montagne come aveva fatto con Marcus ma ne aveva già modificato fin troppo il profilo e Alex rischiava di farne una pianura. I suoi occhi brillavano di blu intenso e ogni attacco rischiava di farlo sparire dalla faccia della terra. Pochi istanti dopo aver sfiorato la morte si ritrovò il nipote a un metro da lui, la sua espressione era impassibile, subito dopo un calcio allo stomaco lo fece volare ad una velocità inaudita contro la montagna di macerie in fondo alla grotta seppellendolo ancora una volta. Non sentì dolore, non ne aveva avuto il tempo, rimase svenuto per parecchi secondi poi con un colpo di tosse ritornò vigile.
"È incredibile, la sua forza è assurda....nemmeno Marcus nella sua forma estrema potrebbe eguagliarlo. E sono sicuro che si sta trattenendo. Forse sto diventando troppo vecchio per queste cose!"
Raccolse le forze e fece volare i macigni che lo ricoprivano, si alzò in volo pronto ad un altro scontro.
"Ora prova a concentrare la sfera di energia in un globo grande come una palla da tennis e prova a guidarla a bersaglio e...."
La sua voce gli lacerò la mante, sentì il muro che aveva eretto andare in frantumi e una lama rovente entrargli nel cervello. La sua voce disperata lo fece precipitare a terra.
"ROBERT!!!"
Era disperata, rimase tramortito per alcuni secondi poi urlò di rimando.
"AIRIN!!!"
Alex vide il nonno precipitare a terra e subito dopo sulla sua testa spuntarono due enormi corna ricurve. La sua aura divenne nera e potente, tutta la caverna calò nella semi oscurità, poi lo sentì urlare con una voce proveniente direttamente dal girone più profondo dell'Inferno il nome della nonna. Un istante e un fascio di energia nera avvolta da una nebbia nera anch'essa parti dalle sue mani per andare ad aprire un varco sulla parete di fondo fino alla superficie. Poi sparì con un battito delle sue ali nere. Era successo qualcosa, qualcosa di gravissimo. Mai aveva visto suo nonno in quel modo. Aprì la mente e subito notò che mancava una parte importante, non sentiva più nonna Airin. Si precipitò dietro suo nonno in preda al panico, non sentiva più Airin e qualcosa dentro di lui si stava contorcendo pensando a Sofia, aveva una bruttissima sensazione.
Uscito dal cunicolo vide il nonno sfrecciare in lontananza, non perse tempo e lo seguì, le sue ali gli permisero di raggiungerlo in pochissimo tempo, gli volò accanto e vide la vera forma del re dei demoni. Robert aveva gli occhi rossi, i canini gli arrivavano sotto il mento e le corna sulla testa erano curvate ai lati. Le ali erano di un nero assoluto avvolte in una nebbia nera e spessa, la sua espressione incuteva vero terrore. Non gli parlò, si limitò a seguirlo anche perché era sicuro che non l'avrebbe sentito. All'improvviso lo vide precipitare al suolo a tutta velocità e atterrare sollevando un polverone accanto ad una figura stesa a terra. La riconobbe subito, i capelli sparsi intorno al capo la incoronavano di una luce dorata anche se visibilmente sporchi di sangue e terra. Atterrò accanto a lei mentre il nonno la alzava delicatamente da terra stringendola al petto, lo sentì mormorare una formula magica dopodiché accostò il viso al suo. Rimasero in quella posizione a lungo mentre dolcemente Robert la cullava, in quel momento l'intero universo era sparito. Sentì la coscienza di Airin tornare poco a poco e questo lo fece rincuorare, decise di lasciarli soli e alzandosi si guardò intorno. Erano in un piccolo comprensorio di alcuni condomini diroccati in attesa di essere abbattuti, qua e là vide alcune spade di diversa lunghezza abbandonate al fianco di piccoli mucchietti di cenere, cominciò quindi a farsi un'idea di quello che era successo. Ma perché lei era lì? Cosa l'aveva costretta a lasciare casa in tutta fretta? E con chi aveva lottato? E soprattutto, chi era riuscito a sopraffarla? Continuò a volare in tondo fino a quando, dietro un piccolo mucchio di pietre cadute da un cornicione vide una grossa pozzanghera di sangue, si avvicinò con cautela e appena superate le macerie rimase ammutolito. A terra in un lago di sangue e orrendamente mutilata c'era un corpo femminile, solo il braccialetto accanto a quello che rimaneva del corpo gli permise di identificarla, era Lucy. Il suo cuore batteva ancora ma le sarebbero serviti alcuni giorni per guarire completamente. Le si avvicinò e togliendosi la camicia la coprì, la alzò da terra e la appoggiò delicatamente con la schiena al mucchio di massi. Mentre lo faceva sentì lo stomaco chiudersi, Lucy era lì in fin di vita, Airin era scappata di casa precipitandosi in quel luogo dove era stata sconfitta, mancava un tassello fondamentale e per lui importantissimo. Dov'era Sofia? Quella domanda cominciò a martellargli nella testa cominciando ad escludere tutto il resto, cercò in ogni anfratto di quel posto abbattendo muri senza nemmeno accorgersene ma di lei non c'era traccia. Stava impazzendo. Poi una debole voce rotta dalla fatica entrò nella sua mente calmandolo un po'.
"Alex tesoro....ti prego...vieni qui".
Si precipitò da lei, appoggiata al petto del marito si stava riprendendo gradualmente ma la leggera smorfia delle labbra faceva intuire che stava soffrendo dolori lancinanti. Nonostante questo quando vide il nipote si sforzò di sorridere alzando una mano verso di lui. La prese fra le sue, era come sempre morbida e liscia come la seta ma senza il solito calore che da sempre era abituato a sentire.
"Nonna come ti sent...".
"Alex! Ascoltami bene....non sono stata in grado di....perdonami ti prego. Lei....lei è stata rapita...una demone aveva corrotto Lucy e....come una stupida....mi ha preso alle spalle. Non so dove sia, non la sento....non la sento!! Ma so che è viva. Ha combattuto contro dieci demoni! Lei è una guerriera!". Si fermò per prendere fiato, Alex stava stringendo i pugni fino a ferirsi, a fatica stava trattenendo il suo potere che premeva per uscire e distruggere tutto nel raggio di decine di chilometri, avrebbe raso al suolo l'intera città senza un minimo di controllo. Airin sentì il suo animo e lo sforzo immane per trattenersi. Doveva calmarlo. Nonostante il dolore si sporse verso di lui accarezzandogli il viso, Alex in un primo momento non se ne accorse impegnato a contenersi poi poco alla volta sentì il cuore calmarsi leggermente, solo adesso si accorse del suo tocco.
" Lei è viva, lo sento. Non riesco a capire dove sia ma sento la sua anima. Chiunque ci sia dietro è potente, devi stare attento. Vuole te. Sofia è solo un mezzo. Tu la devi salvare, solo tu puoi. Noi ti aiuteremo. Chiunque tocchi la nostra famiglia deve morire. Aiutate Lucy, lei deve sapere qualcosa.....".
Alex vide gli occhi della nonna diventare di ghiaccio mentre sentenziava la sorte del nemico, quegli occhi lo avrebbero aiutato.
Robert si alzò tenendola in braccio, era svenuta, per tutto quel tempo non aveva lasciato la spada che ora delicatamente le veniva tolta dal marito. Era tornato con sembianze umane tranne per gli occhi che ancora erano di un rosso brillante.
"Alex, prendi Lucy e seguimi, dobbiamo curarle a casa. Il tempo dell'attesa è finito, come ha detto lei....chiunque sia stato dovrà morire....fra atroci sofferenze".
Detto questo si alzò in volo diretto a casa, il cuore di Alex era stretto in una morsa, Sofia era stata rapita e lui non l'aveva protetta. La sua vita aveva quell'unico scopo e aveva fallito. Guardò il cielo e finalmente urlò, alzò le mani al cielo e liberò tutta la sua rabbia. Una potente onda d'urto infranse i vetri nel raggio di centinaia di metri, fortunatamente erano tutte costruzioni disabitate, mentre un fascio di energia accecante saliva al cielo. Robert si girò un attimo, quando vide quel potere devastante sorrise, la sua non era gioia, era la consapevolezza che lui avrebbe annientato il responsabile.
"Ti troverò.... e ti ucciderò con le mie mani. Amore mio aspettami, vengo a prenderti, resisti...per me".
Prese Lucy e si alzò in volo, dovevano fare in fretta.

Il primo angelo demone: l'eredità.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora