Alcuni giorni dopo Marcus e Sara si ritrovarono a casa di Robert, dopo alcune ricerche e aver contattato Darius il padre voleva illustrare la situazione al figlio.
"Allora, vi siete riposati?"
"Oh si, ora va molto meglio, quest' anno è stato lunghissimo e stancante!". Disse Sara guardando il marito ammiccando leggermente mentre con il pensiero ripercorse i momenti passati con lui a fare l'amore tra le terme e la camera da letto, Marcus cercò di non farsi coinvolgere dai suoi pensieri con scarsi risultati.
"Papà che succede? Ti vedo un po' preoccupato".
"Airin ha ragione, sono un libro aperto. Credo vi siate accorti che qualcosa sta facendo vibrare l'aria intorno a noi. È molto debole ma si riesce a percepirlo. Darius mi ha detto che ve ne siete accorti anche voi negli inferi. Non riesco ancora a capire cosa sia ma non sono tranquillo".
"È vero, da qualche tempo ho cominciato a percepire una strana aura, qualcosa o qualcuno sta manovrando i disordini negli inferi e ora che siamo tornati quella sensazione continua ad esserci anche qui. Che idea ti sei fatto?".
"Nulla di concreto, sto indagando ma e sfuggente. Di una cosa sono sicuro però, qualunque cosa sia è sconosciuta sia a me che a Darius".
"C'è qualcosa di più importante però e riguarda i ragazzi". Airin si intromise nel discorso con un'espressione seria. Marcus e Sara la guardarono e capirono subito che era molto preoccupata, doveva essere successo qualcosa per toglierle il sorriso. Sara la pregò di continuare.
"Airin, cosa è successo? Cosa hai visto?".
"Ho parlato sia con Alex che con Sofia, al di là dei loro normali problemi da adolescenti.... quei due....spero proprio che riusciranno a capirsi....in entrambi ho sentito una presenza sconosciuta. Qualcuno si è avvicinato a loro ma non so dire chi sia. Ho potuto solo avvertire questa strana aura e l'unica cosa che sono stata in grado di percepire è un colore, il nero!"
"Nero!?" Risposero entrambi in coro.
"Si il nero". Disse Robert. "Ed è la stessa cosa che percepisco io quando provo a sondare l'ambiente. Ragazzi sarò sincero, non voglio essere allarmista ma credo che dovremo tenere gli occhi aperti".
"Alex non mi ha detto nulla, sono sicuro che con il suo potere si sia accorto di qualcosa, dovrò parlargli".
"Si, credo sia la cosa migliore figliolo ma non spaventarlo, non sappiamo ancora di cosa si tratti, prova solo a capire se si è accorto di qualcosa fuori dal normale. Nel limite del possibile non voglio coinvolgere i ragazzi, loro non devono cambiare la loro vita. Se qualcosa si annida nell'ombra la risolveremo noi".
Airin guardò il marito con ammirazione, aveva assolutamente ragione ma qualcosa la rendeva nervosa. Loro non avrebbero dovuto avere nulla a che fare con cose al di fuori dei problemi da adolescenti ma il suo cuore la avvertiva che non sarebbe stato facile.
"Sentite, nessuno più di me vuole proteggere i miei nipotini ma qualcosa mi inquieta. Per sicurezza ho pensato di allenare Sofia. Per convincerla potrei dirle che potrebbe servirle nel caso incontrasse qualche demone troppo invadente".
Sara la guardò inespressiva, aveva capito cosa passasse nella mente di Airin e poteva sentire la sua rabbia repressa a fatica.
"Ti aiutero' anch'io, i nostri ragazzi devono essere preparati a tutto. Marcus tu penserai ad Alex, allenalo e fagli prendere piena coscienza del suo enorme potere, potrebbe aiutare anche te".
"Lo farò. Papà tu continua ad indagare e tienimi informato".
"Contaci. Non posso credere che siamo ancora qui a prepararci per una possibile battaglia. Stiamo allerta ma per ora teniamo allo scuro i ragazzi".
"Parlerò io con July" disse Sara "avevo in programma di trovarmi con lei, Viola e Loren. Le informero' di cosa sta succedendo in modo che stiano in guardia".
Si salutarono dopo poco, Marcus e Sara tornarono a casa mentre Robert e Airin rimasero a fissarli sulla porta di casa mentre si allontanavano.
"Robert, ancora una volta i nostri cari potrebbero essere in pericolo. Sono stanca, nell'ultima battaglia stavo per perdere Marcus e...te. Quel dolore è vivo in me. Troviamo chi si cela dietro a questa nuova minaccia ed eliminiamola subito. Non credo che riuscirò a rimanere calma a lungo....".
Le prese il volto tra le mani guardandola rapito, nulla era cambiato dal primo istante in cui l'aveva vista per la prima volta su quel campo di battaglia tanti secoli prima, lei era bellissima, da togliere il respiro.
"Ti giuro che farò di tutto per proteggerli. Tu sei forte, tu sei la signora dei guardiani. Fai quello che devi senza altri pensieri. Fai di Sofia una guerriera come hai fatto con Sara".
"Lo farò stanne certo. Potrei allenare anche Lucy ma credo che Loren lo stia già facendo".
"Si, Roland mi ha detto che la moglie la sta istruendo senza sosta, per le demoni è quasi un rito di passaggio. Preoccupati solo di nostra nipote".
Lo baciò sulle labbra sorridendogli dolcemente, poi si girò per dirigersi verso la palestra, doveva rimetterla in ordine ancora una volta, non che ce ne fosse realmente bisogno, in quegli ultimi anni l'aveva tenuta sempre in ordine utilizzandola di tanto in tanto con Sara per tenersi in forma, voleva solo rimanere sola per qualche ora.
Alex chiuse la chiamata, rimase a fissare il telefono per qualche secondo ancora incredulo, ma che aveva fatto? Davvero era quello che voleva? Si riscosse, aveva deciso in quel modo e ora doveva andare avanti, lo aveva voluto lei. Un po' gli dispiaceva per Erica, era una brava ragazza che si era innamorata del ragazzo sbagliato. Per lei non provava nulla ma voleva provare a staccarsi da lei almeno un po', il suo pensiero infatti gli stringeva il cuore. Quel turbine di pensieri fu interrotto da qualcuno che bussava alla porta, per un istante sperò ma la voce che seguì subito dopo dissolse questa vana speranza.
"Alex posso entrare?".
"Si papà, entra pure".
"Allora ragazzo, come va? Tutto bene a scuola?".
"Si, come sempre.....una noia mortale!".
"Già, ti capisco benissimo ma...."
"Si, le apparenze....papà cosa succede? Ti vedo nervoso".
"Spero che tu non abbia preso tutto il potere da tua nonna....mi ha sempre messo a disagio".
"Purtroppo no, semplicemente ti si legge in faccia".
"Mmmhhhh....sarà così, senti, per caso, hai notato qualcosa di strano o diverso ultimamente?".
Lo guardò senza capire.
"Non capisco cosa vuoi dire, in che senso diverso?"
"Non so, per esempio qualcosa diverso dal normale o se hai percepito qualcosa...".
"No, direi che va tutto come sempre, ma perché queste domande?".
"Nulla di cui ti debba preoccupare, probabilmente tutto quel tempo agli inferi mi ha reso un po' paranoico. In realtà sono venuto anche per un'altra cosa. So che ti sei allenato con il nonno mentre non c'eravamo, volevo proporti di allenarti con me d'ora in poi. Che ne dici?"
"Per me è ok, sei sicuro però di reggere il confronto con me?"
"Che ragazzo impertinente! Devo proprio raddrizzarti. Cominceremo domani, ci alleneremo la mattina prima che tu vada a scuola per un paio d'ore. Pensi di farcela?".
"Non vedo l'ora".
Marcus gli diede un buffetto sulla guancia e prima di andarsene si fermò sulla soglia, suo figlio gli ricordava se stesso da giovane, anche lui era così, avido di conoscenza e pronto a nuove sfide.
"Alex se dovessi incontrare qualcuno o qualcosa fuori dall'ordinario fammelo sapere intesi?"
"Si, tranquillo".
Vide il padre uscire, ma che voleva dire? Qualcuno fuori dall'ordinario? Con il pensiero andò subito a Gabriel, lui era la nota stonata che si era insinuata nella sua vita ma non era niente di più di un ragazzo con cui non sarebbe mai andato d'accordo. Almeno questo era ciò che cercava di convincersi. Si distese sul letto incrociando le braccia dietro la testa fissando il soffitto, domani avrebbe dovuto cominciare la recita, sarebbe durata poco, il tempo necessario a far capire a lei cosa stava perdendo. Sperò che lo capisse alla svelta e senza accorgersene si addormentò.
"Mamma che stai facendo?"
"Sto cercando di replicare i biscotti di tua nonna ma non c'è verso, sono sicura che gli ingredienti siano questi ma il sapore non è uguale....dovrò spiarla in qualche modo!".
"Lascia perdere, la nonna e quello che fa è inimitabile e credo non le farebbe piacere essere spiata".
"Mmmhhh forse hai ragione, l'ultima volta che ci ho provato ero con Sara e Viola e quando ci ha scoperti.....brrr, meglio non pensarci!".
July mise i biscotti nel recipiente rassegnata ma si accorse subito che qualcosa non andava, conosceva sua figlia molto bene e quando gironzolava senza meta per la cucina qualcosa bolliva in pentola, era proprio come lei a quell'età. Finì di pulire e versò del tè freddo in due bicchieri, si sedette sul divano e la chiamò.
"Tesoro vieni e siediti qui, c'è qualcosa che non va e se vuoi posso ascoltarti".
Sofia sorseggio' il tè pensierosa sotto lo sguardo attento della madre che aveva intuito cosa potesse tenerla così sulle spine. Problemi di cuore. Attese con pazienza in silenzio poi ad un tratto Sofia decise di parlare.
"Mamma, perché gli uomini sono così stupidi?".
Per poco non si strozzò, la guardò stupita per poi scoppiare a ridere.
"Oh Sofi...e questa da dove salta fuori!?".
"Niente...e che....non riesco proprio a capire cosa passi nella loro testa. Perché non riescono a capire? Perché non mi capisce? Perché è così tonto? Perché....".
July fece un profondo respiro, aveva visto giusto, qualcuno stava facendo battere il suo cuore e un piccolo sospetto su chi fosse lo aveva. La sua bambina stava crescendo e ora stava sperimentando il primo amore. Pensò a Greg, se ci fosse stato lui al suo posto sarebbe scoppiato a piangere disperato, la sua bambina si era innamorata facendo entrare nel suo cuore un uomo diverso da lui. Scacciò quel pensiero esilarante, doveva aiutarla a fare chiarezza.
"Non devi chiederti il perché siano così stupidi, loro sono semplicemente così, non ci capiscono. Non riescono a stare al nostro passo, prendi tuo padre per esempio, quante volte mi fa andare in escandescenza perché non mi capisce? Eppure lo amo così com'è e non potrei vivere senza di lui. La verità è questa, loro sono dei tonti ma noi alla fine lo siamo più di loro perché non possiamo fare a meno di cercare il loro calore e il loro abbraccio".
"Mi sa che hai ragione, la nonna mi ha detto più o meno le stesse cose ma io....mi fa venire un nervoso!!".
"Senti, non ti chiederò chi è quello che osa farti innervosire così, anche perché non sa a cosa va incontro, sappi che in questa fase ci sono passata anch'io e ci vuole un po' di pazienza. Non aver fretta, ascolta il tuo cuore, lui non mente, e se alla fine lui ancora farà il difficile.....beh, saprai cosa fare".
"La nonna mi ha detto le stesse cose...".
"Già, a suo tempo mi ha aiutato.....".
"OK, grazie mamma, ma non dire nulla a papà, potrebbe morire....".
"Segreto di donne!".
Sofia si diresse in camera per studiare, il viso un po' più sereno la fece tranquillizzare. I suoi pensieri furono interrotti dal campanello della porta, le due pazze erano arrivate. Corse ad aprire e senza dire nulla saltò ad abbracciarle, non le vedeva da molto specialmente Sara, lei era stata lontana un lunghissimo anno mentre Viola si era fatta viva poche volte a causa del suo negozio di articoli etnici. Urlarono di gioia come bambine e si rintanarono subito in camera da letto come facevano da ragazze.
"Finalmente! Mi sembra sia passata un'eternità dall'ultima volta che ci siamo riunite. Peccato per Loren, ha avuto un impegno improvviso e non può venire. Sara ti vedo dimagrita, un anno negli inferi deve essere stato difficile. Come stai ora?"
"Sto bene, quello che più mi è mancato è stato Alex, lo sentivamo di tanto in tanto e tutte le volte scoppiavo a piangere. E mi siete mancate anche voi".
"Dobbiamo recuperare, che ne dite se ordiniamo delle pizze per cena? Faremo baldoria fino a tardi!".
Viola non aspettò la risposta, estrasse il cellulare e andò sul balcone per contattare il suo pizzaiolo di fiducia ordinando tre pizze dai gusti bizzarri.
Rientrata parlarono di tutto quello che era successo da quando si erano separate raccontandosi aneddoti esilaranti che le fecero ridere fino alle lacrime. Dopo un'ora stavano sorseggiando un delizioso tè nero che July si era fatta recapitare da un conoscente indiano. Sara decise di introdurre l'argomento.
"Ragazze, c'è qualcosa che vorrei dirvi e riguarda noi e i ragazzi".
July si fece subito seria, conosceva quel tono di voce e sapeva che in quel momento Sara stava per dirle qualcosa che non le sarebbe piaciuto, il pensiero andò subito alla figlia con la quale aveva un attaccamento quasi morboso. Anche Viola si zittì, per i figli di Sara e July aveva sviluppato un forte legame, per loro era la zia un po' pazza ma che non vedevano l'ora di incontrare, per lei loro erano come figli e li amava moltissimo. Sara raccontò loro che cosa si erano detti quella mattina nei dettagli e dell'idea di allenare i ragazzi. Quando ebbe finito una piccola lacrima era scesa sulla guancia di July che fissava inespressiva il pavimento.
"Non può essere....ancora...".
Viola strinse i pugni fino a conficcarsi le unghie nei palmi, qualche goccia di sangue cadde sul tavolo mentre cercava di respirare a fondo per calmarsi.
"Ragazze è solo una precauzione, non dobbiamo dire nulla ai ragazzi, devono continuare la loro vita. Dobbiamo solo farci dire se notano qualcosa di diverso. Ne sono venuti a contatto senza saperlo quindi dobbiamo controllarli. July se sei d'accordo alleneremo io ed Airin la piccola Sofi, le diremo che le potrebbe servire nel caso qualche demone possa infastidirla attratto dal suo sangue".
"Io...va bene, se sarete tu e la mamma posso stare tranquilla, spero tanto che non sia nulla. Speravo di non rivivere mai più questa tensione".
"Se qualcuno osa toccare i miei diavoletti lo polverizzo...".
Rimasero in silenzio per alcuni minuti immerse nei loro pensieri fino a quando il campanello interruppe i loro pensieri,Viola si alzò di scatto con un grande sorriso stampato sul volto.
"Ora non pensiamo a questo, sono arrivate le pizze!!".
Cenarono in allegria, Sofia aveva costretto Viola e Sara a sedersi accanto a lei e le tempestò di domande molte delle quali assurde soprattutto riguardanti gli uomini, entrambe rividero in lei la madre, traboccante di vita e un po' pazza. A tarda sera si congedarono, Sofia traballante per il sonno e per il troppo ridere biascico' uno stentato " buoscia...tre" e si diresse a letto mentre le tre sorelle si salutarono con un lungo abbraccio.
"Cominceremo domani dopo la scuola, non preoccuparti, nessuno la toccherà, stai tranquilla".
"Va bene, 'notte".
Arrivate in strada Viola le prese la mano mettendosi di fronte.
"Ora dimmi cosa sta succedendo e non mentirmi, me ne accorgerei".
"Qualcosa sta orchestrando i disordini negli inferi, sia io che Marcus lo abbiamo percepito chiaramente, la stessa sensazione ce l'abbiamo anche qui, lo stesso Robert se ne accorto. Airin ha sentito che qualcosa è venuto a contatto con i ragazzi senza che loro se ne accorgessero. Inoltre...".
"Inoltre?"
"Non ha capito cosa fosse ma ha visto solo un nero profondo...".
Viola la guardò negli occhi ancora per qualche istante, Sara non poté non notare ancora una volta la sua bellezza, era noto che le demoni fossero tutte bellissime ma lei era di un livello superiore inoltre intorno a se aveva un'aura particolare, un misto di forza e mistero che attirava uomini e demoni indifferentemente. Inoltre quando toglieva quella maschera da ragazza pazza e irriverente incuteva timore, da lei si percepiva una forza e una determinazione incredibili e ora stava mostrando proprio quel lato nascosto di se.
"OK, non ho capito cosa stia succedendo ma su una cosa penso siamo tutti d'accordo, i ragazzi non devono entrarci. Sono sicura che tu ed Airin siate del mio stesso parere, questa storia va chiusa al più presto".
"È esattamente quello che vogliamo fare, parla con tuo padre e tienici aggiornati, inoltre stai pronta. Qualcosa mi dice che stavolta il nostro avversario sarà ostico".
"Parlerò con mio padre e con Logan per farmi spiegare cosa sta succedendo nel nostro mondo. Domani andrò anche da Loren, deve sapere anche lei cosa sta accadendo visto che Lucy probabilmente ne sarà coinvolta. E io che pensavo di passare i prossimi secoli a coccolarmi il mio orsacchiotto in santa pace!"
Sara scoppiò a ridere, il pensiero di quei due abbracciati era esilarante, lui grande e grosso e impacciato nelle questioni di cuore mentre lei.....
Viola la fulminò con lo sguardo rimettendola al suo posto, non capiva cosa tutti ci trovassero di strano in loro due.
"Vedi di preparare per bene Sofia, conto su di te".
"Lo farò, puoi stare tranquilla".
Si salutarono e la demone spiccò il volo dopo aver controllato attentamente che nessuno la vedesse. Sara si avviò verso la sua moto, dopo più di un anno aveva riassaporato l'ebbrezza di una corsa su due ruote, le tornarono alla mente tanti ricordi e inconsciamente si morse il labbro. Si ridestò al rombo dell'accensione e indossato il casco partì a tutto gas verso casa, quella sera aveva voglia di lui per accantonare tutti i pensieri.
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Il primo angelo demone: l'eredità.
FantastikTerzo libro della saga, la pace dura da molti anni e sembra regnare l'armonia tra umani e demoni. Ma questo effimero equilibrio è destinato ancora una volta a spezzarsi, una minaccia proveniente da un altro mondo sta per irrompere nelle loro vite po...