10: Le margherite.

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"E non sappiamo cosa dirci
Persi nell'astratto tipo schizzi di Kandinskij
Poi noi, ci sfioriamo appena
Come il sole con la luna nell'eclissi."
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Cit. Enigma - All'imbrunire

27 Gennaio 2016

Dorian's Pov
Il vento batte forte sulle finestre della mia camera,il suono incessante della pioggia mi attraversa la mente mandandomi completamente in un'altra dimensione.

La terra profuma di bagnato,calpestata continuamente dall'andare dei cani da guardia nel nostro giardino.

Ho sempre pensato che moltissime persone si rifugiano ad ogni temporale,in piccole zone isolate,per trarne sfogo non riuscendo ad esternare i propri sentimenti nei momenti di piena serenità,quando il sole è cocente nel firmamento ma piangendo quando le nuvole decidono di lasciare andare tutto ciò che hanno trattenuto.
Proprio come me.

Fisso incessantemente il soffitto sopra la mia testa,pensando a tutte le volte che mi sono lasciato trasportare dal cambiamento. Un lampo,seguito da un tuono,squarcia il cielo arrivandomi all'orecchio quasi ovattato ed estremamente lontano.

La luce dei lampioni mi lascia intravedere il giardino ormai bagnato e devastato.
Sento Elijah borbottare qualcosa al mio fianco di completamente insensato,per poi afferrare il mio cuscino e trascinarlo dal suo lato del letto.

Dormiamo insieme dall'età di tredici anni e ormai sono abituato ad ogni tipo di situazione scomoda che mi si presenta quando sono al suo fianco.

Controllo,con un gesto meccanico,la sua fronte e sussulto sentendola estremamente cocente sotto il mio palmo freddo,non avrei mai pensato che dopo vent'anni potessi ancora prendermi cura del mio migliore amico in questo modo.

Elijah è sempre stato al mio fianco in ogni momento,dalla morte di mia madre che mi ha procurato un vuoto incolmabile,al mio diploma alla Detroit High School.
Non mi è mai passato per la testa di frequentare nessun tipo di college,non volendo prendere le redini dell'azienda.

Non ho mai desiderato diventare un imprenditore,non ho mai desiderato diventare un tutt'uno con il mio ufficio situato nel centro di Detroit.
E di certo non saranno le regole di mio padre ad impedirmi di fare tutto ciò che desidero.

Voglio diventare un'artista,voglio creare nuova musica,scrivere i testi delle mie canzoni esprimendo i miei sentimenti,voglio disegnare dettagli che nessuno ha mai notato e soggetti che nessuno ha mai dipinto.

Voglio diventare qualcuno senza essere privato della mia libertà, senza essere privato dei miei diritti da ventenne.

"Dorian" sento dire alla mia mia destra e quando mi giro il mio migliore amico è sommerso di coperte,dalla testa ai piedi.
"Non muoverti,hai la febbre" gli metto un braccio sul petto e lo faccio stendere.

Si stende controvoglia,afferrando la bottiglietta d'acqua sul comodino bianco posto al suo lato del letto.
"Dorian,io sto bene.Oggi non hai il corso d'arte con quel tipo strano?" mi domanda stranito assumendo un'espressione facciale da ricovero istantaneo.

Elijah Collins riesce sempre a strappati un sorriso anche quando non hai voglia di sorridere e al mio fianco ho bisogno di lui, perché è la persona più importante della mia vita.

"Si ma non voglio lasciarti da solo,in più Heaven dovrebbe arrivare a momenti"dico in preda al panico più totale,immaginando la ragazza con vestito rosso arrivare nella mia umile dimora.
"Allora cosa stai aspettando?Io resto qui,mi guardo un film su Netflix e poi chiamo Meredith" mi fa l'occhiolino prima di lanciarmi la camicia bordeaux,messa sulla tastiera del letto.
"Poi mi racconti di Meredith e mi raccomando non mettere in disordine la camera Rhea dovrebbe passare tra pochi minuti per controllare la tua temperatura"gli do un pugno sul braccio e uno schiaffo sulla nuca.

"Vattene Schiavo!!"mi urla prima di gettarsi sotto l'ammasso di coperte ed emettere strani versi con la bocca.
"Quanto sei cretino!" mi lascio sfuggire un'imprecazione dopo aver chiuso la porta con un tonfo molto forte.

La casa è avvolta,come al solito,in un silenzio tombale.
Il lungo corridoio è interamente decorato con quadri e vasi di ogni genere,nessuno è al corrente che ogni decorazione di questa casa,per me è una ferita incapace di rimarginarsi.

Tutto mi ricorda lei.
I suoi occhi ornati da mille sfumature d'azzurro mi ritornano in mente ogni volta che guardo il quadro che le è stato dipinto, in suo onore,nel lontano 1.998.
I suoi capelli neri come il carbone,ogni volta che osservo il mio riflesso nello specchio.

Noi esseri così simili,separati da un crudele destino.
La morte.

Scendo le scale esterne molto silenziosamente,facendo attenzione al giardiniere indaffarato nel suo lavoro.
Tutti i dipendenti della villa sono occupati nel loro faccende domestiche ma quando scorgo una figura possente nel campo di margherite,quasi sono tentato di correre verso di lui per allontanarlo.

Mi avvio a passo svelto verso il campo, rimanendo calmo ed estremamente lontano dalla figura.
"Stia fermo" un ringhio mi esce dalle labbra,quando l'uomo davanti ai miei occhi si china per coglierne una.

Il Signor. McLaren mi guarda attentamente prima di avanzare verso la prima margherita della fila.
"Non essere sciocco figliolo stavo solo osservando meglio questi magnifici fiori" dice tranquillo.

E in una frazione di secondo ne strappa una e poi due.
Un dolore lancinante mi attraversa il corpo e l'aria sembra mancarmi nel petto.

"Non deve toccarle"urlo prima di mettermi davanti all'uomo e spingerlo nella direzione opposta al campo.
"Dorian..mi sembra eccessivo questo tuo comportamento perché non aspetti la tua compagna in tranquillità?" osa chiedere,ma quando nota il mio viso leggermente scuro si avvia verso la serra facendo finta di nulla,con entrambe le margherite nelle mani.

Il motivo della mia possessività nei confronti di questo piccolo campo,non so spiegarlo con precisione,ma sono più che sicuro che mia madre sarebbe fiera di me.
Le margherite erano il suo fiore preferito ed è di conseguenza anche il mio.

L'arrivo di un'auto mi fa distrarre dai pensieri poco lucidi che mi attraversano la mente,la mia compagna di corso è appena arrivata.
La guardo scendere dall'auto con una lentezza disarmante,indossa delle scarpe da ginnastica e una magliettina azzurro cielo che stona completamente con la sua carnagione chiara.

Cammina insicura su i suoi stessi passi,ha lo sguardo puntato sul giardino di rose rosse e le mani intrecciate sul davanti.

Timida ed insicura.
Heaven Jacelyn Morrison è davanti al mio corpo in tutta la sua semplice bellezza.
Giuro di non aver mai visto creatura più bella.

I capelli scuri le ricadono sulle spalle sottili mentre i suoi fianchi larghi vengono messi in risalto dalla magliettina stretta sul punto vita e gli occhi azzurri brillano sotto la luce del sole.

Due fossette le spuntano ai lati delle guance quando per sbaglio uno dei cani da guardia le corre incontro,mandandola completamente con il sedere sulla ghiaia fredda.

"Ma tu sei proprio un cane cattivo lo sai?Si che lo sai?"chiede al cane facendogli alcuni grattini sulla testa.
Sorrido all'assurda scena davanti ai miei occhi.

"Clayton!!"esclamo e quando il cane mi squadra per bene,si mette per terra con le zampe sugli occhi.
"Non dovresti essere così duro nei suoi confronti è solo un cane" mi fa notare la ragazza,ancora seduta per terra nel vialetto di casa mia.

"È un cane da guardia" puntualizzo "deve essere privo di ogni tipo di gioco e di coccole"dico sincero ed estremamente apatico.

Mi guarda attentamente prima di scoppiare in una fragorosa risata.
"Pensi davvero che basteranno due coccole in meno e il divieto di gioco,per rendere un cane feroce?" fa le virgolette con le mani alla parola feroce e si alza con un semplice saltello.

Si avvicina al mio corpo sussurrandomi le ultime parole famose prima di sparire nella serra.
"Non è giusto privare un animale di tutto ciò che è stato tolto a te."

N/A:

Cosa succederà nel prossimo capitolo?
Ma soprattutto Dorian capirà le parole famose di Heaven oppure ci saranno altri colpi di scena in vista?
Un bacio 😘
-Faffy ❤




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