Gaylord contro Paul

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Dopo una lunga e contestata discussione su chi avesse ragione, e dovesse prendersi la responsabilità di quello che era successo due anni fa, alla fine i due decisero che sarebbe stato meglio non parlarne più, perché ormai quello che era successo non poteva essere cambiato, però da esso si poteva sempre imparare.

Quindi decisero di comportarsi come una vera coppia e di dirsi tutto quello che succedeva o sarebbe successo, almeno avrebbero potuto sostenersi a vicenda.

Una chiaccherata tira l'altra e passarono più di 1h al telefono, tra i due di certo non si poteva dire che non c'era una linea di contatto, perché si parlavano con tranquillità e rispetto.

Però dovevano concludere la chiamata, altrimenti per loro due sarebbe stata una giornata insostenibile e sicuramente avrebbero attirato l'attenzione di occhi indiscreti, però prima di andare decisero il luogo del loro ultimo incontro, così avrebbero finalmente concluso questa loro finta relazione a distanza.

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Arrivò la mattina......

T/N si svegliò piuttosto stanca, ma soddisfatta, quindi cercò di utilizzare quel suo stato d'animo, per far credere che avesse dormito come un ghiro per tutta la notte, senza perdere nemmeno un minuto.

Con quella sua maschera decise di riprendere il suo lavoro, ovvero, finire di compilare quelle scartoffie che chiamava documenti.

Prima o poi, quei fogli l'avrebbero sommersa, oppure durante la notte, avrebbero preso vita e  l'avrebbero mangiata, era il suo incubo peggiore che stava solo aspettando si avverasse.

Però, mettendo da parte la protagonista della storia, c'era qualcun'altro che stava rovvellandosi il cervello, per trovare una soluzione a lei favorevole, ovvero la povera Abigyle.

Mentre svolgeva le sue attività di pulizia quotidiane, cercava di pensare ad un modo per far passare Gaylord, fino a farlo arrivare alle stanza di Paul, proprio quando meno se lo aspettava, le venne l'idea più brillante di tutte le superfici che puliva, il che doveva brillare come una stella, perché le sue pulizie non erano da meno.

La sua idea consisteva nel nascondere Gaylord, dentro ad un carrellino che lei usa per le pulizie,così ci provo e riuscì, ma la vera domanda è...

Come ha fatto un uomo delle dimensioni di Gaylord ad entrare in un carrellino delle pulizie, beh.......questo è il segreto di Abigyle, che non rivelerà mai a nessuno, un po' come le sue tecniche per pulire, le avrebbe portate con se nella tomba.

Arrivata davanti alla porta, prese il mazzo di chiavi universali, quello apposta per entrare nelle stanze con ogni singola chiave dell'intera villa, essere una cameriera comporta alcuni privilegi molto importanti, tra cui, occuparsi di ciò.

Trovata la chiave giusta, la inserì nella serratura della porta e l'aprì, poi fece entrare Gaylord di soppiatto nella stanza, mentre Abigyle se ne andò come se nulla fosse per non dare nell'occhio.

Paul rientrò nella sua stanza dopo una mezz'oretta circa, perché prima doveva controllare cosa stessero facendo i novellini al campo di addestramento, o più comunemente detta palestra.

........: < Ciao Paul >

Quando udì quella voce provenire da un angolo buio nella sua stanza, Paul si mise subito in posizione d'allerta, così che, se mai avesse ricevuto un attacco nemico sarebbe stato pronto.

Appena vide la luce accendersi, nell'angolo della stanza trovò Gaylord che lo fissava con le braccia incrociate e uno sguardo severo.

Paul: < Signor Gaylord > ( era il suo modo di salutare)

Gaylord: < Com'è andata la giornata ? Ti vedo teso..... >

Paul: < Niente di che, la solita routine >

Gaylord: < Ma davvero.......>

Paul: < ................Si.......................>

Gaylord: < Va bene.......mi aspettavo che la tua lealtà sarebbe stata più forte della tua testardaggine, ma visto che non vuoi parlare................. >

Come un fulmine, li prese il braccio e le lo contorse alle sue spalle, non da farli troppo male, ma nemmeno da darli la possibilità di scappare, però doveva stare attento perché se avrebbe fatto troppa pressione, rischiava di romperli un braccio.

Con quella mossa lo costrinse ad inginocchiarsi e quando fu convinto di avere la sua attenzione, continuò a parlare < Mi hai molto deluso Paul. >

Paul: <...... m...mi dispiace ....m....maestro > riuscì a dire tra una fitta di dolore e l'altra.

Gaylord: < Fai bene ad esserlo.

Ti d'ho una mano, che ne dici di raccontarmi la verità e, magari, questo dolore che stai provando potrebbe sparire >

Paul: < ..........O.............Ok......>

Gaylord: < Non ti ho sentito >

Paul: < OK!>

Gaylord: < Molto bene > rispose avviandolo ad una sedia, per poi mollare la presa e permettergli di sedersi. < Coraggio, perché non mi racconti tutto quello che è successo.

Comincia pure dall'inizio >






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