Lunedì mattina sembra non essere cambiato niente intorno. Forse sono cambiata io, ma dubito fortemente.
Esco dalla macchina di Mike e mi stiracchio.
Ho ancora dolore là sotto ma è piuttosto sopportabile.
«L'hai fatto il lavoro di arte?» Chiedo a Mike.
«Sì. Guarda qua.» Tira fuori dalla borsa la faccia di un... Troll?
«Sempre bello vedere che non mi superi mai in arte.» Rido. Lui mi spintona e poi mi supera per raggiungere Zach.
Mary non è ancora arrivata ma a quanto pare non ci metterà molto prima di essere qui.
Infatti pochi minuti dopo è in procinto di entrare nei parcheggi della scuola con la sua bici. Stranamente oggi non è né incazzata né felice, sembra quasi triste.
La raggiungo mentre sta mettendo la catena alla bici e ispeziono la sua faccia prima di parlare.
«Tutto okay, Wonder Woman?» Chiedo.
Lei alza lo sguardo e scuote la testa. «Penso di aver fatto una grande cazzata.» Dice.
A quel punto mi siedo sul gradino e le indico di sedersi con me. Infondo mancano dieci minuti all'inizio delle lezioni.
«Racconta a mamma cos'è successo.» Affermo. Lei mi dona un piccolo sorriso, piuttosto fiacco.
«Jackson è ritornato.» Afferma.
«Per quale diavolo di motivo?» Chiedo allarmata.
«Non lo so. Ma ieri sono andata in bici sulla spiaggia e l'ho incontrato. In un primo momento pensavo fosse un miraggio, perché ne ho avuti diversi dopo la rottura. Invece era lui in carne ed ossa e mi stava guardando. Tant'è che mi sono avvicinata e lui mi ha salutata. E abbiamo incominciato a parlare.» Afferma Mary mettendosi le mani sulla faccia.
«E che cosa dovrebbe essere la cazzata?» Chiedo dopo un po'.
«Ho parlato con lui. Questo è un grandissimo errore, El.» Afferma. Io la fisso con un sorriso. «Perché sorridi?»
«Perché ti stai preoccundo per niente. Gli hai parlato e basta. E poi me l'hai detto tu che scappare dalle persone è da bambina.» Le metto apposto un ciuffo e poi mi alzo. «Ora andiamo che Zach e Mike ci stanno fissando come se fossimo pazze.»
«Riguardo a Mike...» Afferma lei.
Abbbasso lo sguardo verso di lei. «Penso che abbia fraiteso il mio abbraccio l'altra volta e venerdì ha provato a baciarmi. Ovviamente l'ho respinto. Spero solo che non ci sia rumasto male.»
La fisso con una faccia stupita. «Devo parlargli prima che baci tutte quelle che gli vogliono bene.»
«Penso che voglia soltanto essere amato.» Dice Mary.
«Ma lo pensa nel modo sbagliato.» Dico.
Mary ed io arriviamo da Mike e Zach che stanno discutendo su una ragazza.
«Culo o tette?» Chiede Zach guardandolo in cagnesco.
«Ovviamente culo, ma Cristo! Lei ha proprio tutto!» Dice Mike con aria sognante.
Io e Mary li fissiamo male. «Secondo te finiranno mai di litigare?» Chiedo.
«Penso proprio di no.» Dice Mary.
Mentre guardiamo loro litigare passano affianco a noi tre degli atleti della scuola, tra questi c'è anche Edward.
Lui non mi guarda ma gli altri sì.
«Cazzo volete?» Chiede Mary da parte mia.
«Niente da te, vogliamo il diavolo del letto!» Dice uno.
Io fisso il tizio con uno sguardo interrogativo.
«Ma che cazzo di problemi hai?» Chiedo al tizio. Lui sghignazza con l'altro. Edward li ha superati e se n'è andato.
Guardo Mary con un grandissimo interrogativo in faccia, lei si lamenta di quanto tutti siano stupidi.
La campanella suona e ci dobbiamo separare.
Dopo interminabili ore arrivo in mensa con gli album da disegno e i diversi quaderni tra le braccia.
I tre dell'ave maria sono seduti poci lontano dalla porta di entrata. Li guardo mentre passo tra i tavoli.
Tutti nella mensa mi fissano e parlano sottovoce, non so che cos'abbiano da dire, ma a quanto pare non è tanto divertente.
«Ehi brothers che avete preso alla vostra migliore sorella?» Chiedo sedendomi al tavolo.
Loro ridono dandomi un panino farcito di patatine fritte e carne, una mela e una carota. Quest'ultima offerta da Mary.
«Mary mi stai dicendo che sono grassa?» Chiedo. Lei sghignazza.
«Forse.» Dice e fa spallucce.
«Sei uno schianto.» Dice Zach facendomi l'occhiolino.
Io sbuffo lanciandogli un pezzo di pane.
Finisce che il nostro pane si trasforma in palline da buttare verso gli avversari.
In poco tempo siamo pieni di palline di pane. Rido felice.
Però la nostra battaglia viene interrotta da Martha. Si butta a capofitto sul nostro tavolo e mi guarda con gli occhi in fiamme.
«Tu!» Strilla lei. Nella sala la sua voce acuta rimbomba.
«Martha abbassa quella cazzo di voce.» Afferma Mary disgustata.
«E tu sei un'altra. Che c'è? Vi siete messe d'accordo per scoparvi un capitano all'anno?» Chiede lei sorridendo maligna.
Io e Mary la fissiamo con lo stesso sguardo: confuso. «Perché non lo dite a tutti che siete delle cazzo di troie a pagamento?» Tuona lei.
Nella sala tutti stanno zitti.
«Oh! Taci, cogliona.» Dice Zach alzandosi per fronteggiarla.
«L'hanno data pure a te?» Ride lei. Io sono sempre più scioccata da questa situazione. «Dato che la dai ad Edward non vuol dire che diventa tuo automaticamente.» Afferma fissandomi.
Oh, santo cielo.
Mi cade il mondo addosso.
Ecco di che cosa stavano parlando tutti oggi. E io che pensavo che fossero solo stupide cose, esami, magari qualcosa sulla mia faccia, poco importava.
Ma ora...
Ora capisco perché i giocatori mi facevano gesfacci e sorridevano.
«Rubi il ragazzo e ti credi femminista!» Sbuffa Martha mentre io sono muta.
Non riesco neanche a muovere la mano. È immobile. Sono pietra.
«Ah! Parli di femminismo e critichi le altre solo perché hanno una moda diversa dalla tua.» Sbuffa Mary alzandosi in piedi.
«Questo non c'entra.» Dice lei.
«E senti un po' testa di cazzo.» Continua Mary. Matha non sa come ribattere. «Io ero innamorata di Jackson. E, a parte questo, fare sesso non vuol dire essere troia. Allora cosa dovrei dire di te? So tutti quelli che ti sei fatta. E tu prendi in giro Elen ma non sai che cosa dicono gli altri alle tue spalle. Non sei la regina, qui. Sei solo una delle tante insignificanti e stupide persone che circolano in questa scuola. Togliti quella cazzo di faccia da barbie e buttati in qualcosa che ti piace davvero.» Dice Mary tutto d'un fiato. È incazzata nera.
«Bruci sorella!» Urla qualcuno da un tavolo.
Martha sghignazza. «La verità è un'altra, Mary Nancy. C'è chi la dà con stile e chi la dà come Elen.» Ride e poi se ne va.
Sento Mary che mi chiama dopo poco. Io non rispondo.
«Cristo ragazzi aiutatemi.» Sento la voce di Mary.
Vedo Mike che mi guarda con le lacrime agli occhi. Io non mi sento proprio bene. «Voglio andare a casa.» Dico e poi vedo buio.
Che bella giornata, eh?
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Perché sono qui
Novela JuvenilElen Trainor vive a Santa Barbara, ha un amico fantastico e una mamma e un fratello che la supportano in tutto ciò che fa. Nella sua scuola tutto è ingarbugliato in un unico nodo pieno di cuffiette da cui esce un sacco di musica di diverso genere...