Lunedì Mary vede che la mia faccia non splende di morte come al solito. Questa volta la mia faccia è la morte.
«Penso che tu debba fare qualche maschera purificante.» Dice mentre l'insegnante di Fisica spiega.
Zach e Mike sono nel banco dietro e stanno parlando di come debbano vincere un gioco, quali tattiche usare ecc...
«Mary ho la testa che scoppia.» Mi lamento. Lei mi fissa preoccupata ma poi smette di parlare e sta attenta alla lezione.
Io invece devo stare attenta a non farmi beccare mentre non seguo lezione.
A fine lezione i ragazzi si dividino e io vado verso la lezione di storia da sola.
Beh, non proprio da sola.
«Mike, perché mi stai seguendo?» Chiedo girandomi verso di lui. Il rumore delle chiavi che penzolano dalla sua borsa è inconfondibile.
Lui sorride capendo di esser stato scoperto. «Che dici se a fine lezione parliamo un po'?» Chiede avvicinandosi a me.
«Per il progetto?» Chiedo annoiata e stanca.
«No, baby. Di noi.» Afferma.
Io sorrido al soprannome che mi ha dato, sa che lo odio profondanente. Mi dà un bacio sulla fronte e poi mi stringe a se.
«Okay.» Affermo.
Lui sorride e se ne va trotterellando.
Rido per la sua stupidità e poi vado a lezione.
Al suono della campanella Mike è davanti alla porta dell'aula di storia.
«Ehi Mikey Mikey.» Lo prendo in giro.
«Ah! Divertente! Andiamo dietro?» Chiede.
Annuisco e con le dita intrecciate alle sue andiamo nel retro della scuola dove nessuno ci può vedere. Facciano le scale anti incendio e poi ci sediamo su una panchina messa anni fa dagli studenti.
Infondo noi non siamo gli unici a venire qua.
«Tutti noi siamo preoccupati per te.» Dice senza peli sulla lingua.
È forse una delle caratteristiche di Mike che amo, non si preoccupa se potrebbe turbare, va dritto al sodo.
«Sono solo stanca. Di tutto.» Affermo sbuffando.
«Non vorrai mica suicidarti?!» La faccia di Mike sbianca.
Sorrido scuotendo la testa. «Non potrei. E comunqur guardare Thirteen Reasons Why ti ha fatto male.»
Lui sbuffa e poi si mette a gambe incrociate. «C'entra per caso un certo Edward?» Chiede dopo un po'.
Dato che sono una frana a mentire, gli racconto tutto.
Lui prima reagisce male, poi cerca di capirmi, dopo di che si arrabbia, infine incomincia a prendere a parolacce il fantasma di Edward Posey.
Dopo un po' mi fissa. «El, senza offenderti o farti soffrire, ma penso che ti stia usando nel peggiore dei modi.» Afferma avendo compassione di me.
Mi alzo all'improvviso non riuscendo a sentire queste parole che mi sta dicendo il mio migliore amico, ma soprattutto non riesco a gestire il mio cuore.
Batte all'impazzata e sembra che stia per scoppiare. Faccio velocemente le scale antincendio.
«El!» Mi richiama Mike. Io mi giro a guardarlo. «Non farti prendere dalla rabbia. Ragiona.»
Il respiro si fa più veloce e così, dato che non riesco a calmarmi, apro la porta e corro dentro. Mi scontro con diverse persone ma non me ne frega un bel niente.
Voglio andare in bagno e restarci fin quando il mio cervello non si sveglierà e capirà cosa fare.
Fanculo arte e matematica.
Ora devo preoccuparmi di me stessa.
Il silenzio del bagno mi calma e posso restarci per una buona ora. Il professore di arte mi ricerca mandando Lily Bay, ragazzina non troppo simpatica.
Le dico che sto male e che sicuramente mi riprenderó. Lei mi dice che il prof vuole l'uomo in ceramica. Le dico che glielo daró appena posso.
Poi se ne va e posso finalmente ragionare in santa pace.
Resto accovacciata e penso.
Il soffito del bagno è di un bianco così accecante che mi dà fastidio guardarlo, così cerco di ragionare guardando gli scritti in penna indelebile sulla porta.
Uno dei tanti cattura il mio sguardo, nello scritto c'è una S puntata e un anno: «2004.» Sussurro.
Fidati del tuo istinto. Se andrà male, finirà presto.
Non sembra tanto rassicurante come frase, ma il mio cervello la recepisce come una regola da rispettare. La fotografo con il mio telefono e metto la foto tra i preferiti.
Poi mi alzo e sospiro.
La campanella suonerà tra poco e sicuramente il prof di arte vorrà quello schizzo su ceramica che mi è costato una notte intera, notte in cui non riuscivo a dormire.
Esco fuori dal bagno e mi sciacquo la faccia, poi me la asciugo.
Mi guardo allo specchio e vedo una ragazza normale come le altre.
Le ragazze si innamorano, perdono la testa per persone odiose e si fanno male. È normale.
La campanella suona e io esco dai bagni. Il corridoio si riempie di studenti, tra loro ne riconosco qualcuno ma non vedo il mio gruppo. Abbandono la mia ricerca e vado a prendere il mio bozzetto.
Vicino al mio armadietto trovo una Mary che scrive qualcosa sul suo telefono.
«Ehi, Wonder Woman.» Dico avvicinandomi.
Lei alza lo sguardo e mi sorride felice. «Ehi! Ti stavo per mandare un messaggio!» Ammette.
«Beh, sono viva. Che ne dici se stasera usciamo?» Chiedo volendo un po' staccare.
Apro l'armadietto mentre aspetto la sua risposta. Prendo il bozzetto e il materiale per seguire la lezione di matematica.
«Ovvio! Andiamo insieme a matematica?» Chiede lei.
«In realtà devo portare questo bozzetto al prof di arte. Non penso che tu voglia vederlo.» Affermo e lei fa una smorfia disgustata.
«Ma neanche per sogno. Allora tra cinque minuti ci vediamo in classe. Bye.» Sorride e poi si dirige verso l'aula di matematica. Io devo andare dalla parte opposta.
Stringo il lavoro d'arte e cammino spedita per riuscire ad arrivore in tempo alla lezione di matematica.
Quando entro nell'aula il prof deve sicuramente fare lezione a caloro che devono andare all'università.
Molti di loro sono già ai posti. Riconosco qualche ragazzo della squadra di Edward.
Al solo suo pensiero il cuore batte forte.
«Buongiorno prof, le ho portato la bozza.» Affermo.
L'uomo mi fissa in cagnesco prima di guardare bene il lavoro. Fissa come è posizionato, la grandezza delle braccia e anche della testa. Borbotta qualcosa e poi sposta lo sguardo su di me.
«Non mi deludi mai, Elen.» Afferma. Segna una A+ sul retro del lavoro, dove si trova anche il mio nome. «Ma dovresti mancare meno alle mie lezioni.»
«Lo so, scusi. Non sareu stata di grande aiuto dentro la classe oggi.» Ammetto sorridendo dolcemente.
Infondo è un uomo in gamba e soprattutto capisce ciò che succede senza che qualcuno glielo debba dire.
«Beh, gli amori passano, ma non ciò che fai qua dentro.» Dice abbassando la voce dato che la classe si sta riempendo. «Ora vai. In classe.» Dice divertito.
Io annuisco imbarazzata. «Alla prossima lezione prof.» Affermo.
Mi giro e mi ritrovo davanti Edward che mi fissa sorpreso e curioso.
«Ehi.» Dico.
Lui sposto lo sguardo su Greg, il suo amico, se la ride e se ne va vicino a lui. Resto immobile per qualche secondo per poi andarmene via con passo sostenuto.
Appena entro nella classe di matematica, Mary mi aspetta mentre parla con un ragazzo che non conosco.
Quando mi siedo affianco a lei, sorrido.
«Chi era quel belloccio?» Chiedo curiosa.
«Un rompi coglioni.» Afferma alzando gli occhi al cielo. «Come è andata con quello di arte?»
«A+.» Ma non lo dico con un tono entusiasto.
«Penso che tu abbia dei problemi. Hai preso A+ in arte e hai una faccia così mogia?» Quasi strilla fissandomi con gli occhi spalancati.
Le sto per dire che cosa è successo ma veniamo interrotte dall'entrata dell'insegnate.
«Te lo spiego stasera.» Le prometto.
Lei assotiglia gli occhi e mi fissa per poi concentrarsi sulla lezione.
Questa volta lo faccio pure io.
Per dimenticare.*
«Buonasera signora!» Afferma Mary entrando nella camera. Io mi alzo di scatto, tutta spettinata e con il pigiama blu notte con le stelle e le pecore. «Direi più buongiorno.» Ride.
«Mi sono addormentata, scusa.» Mi lego velocemente i capelli e le faccio segno di venire a sdraiarsi con me.
Lei appoggia la sua borsa e poi si siede con me. I suoi jeans sono praticamente tutti bagnati.
«Fuori sta piovendo, anzi diluviando. E io mi sono messa la maglietta a maniche corte.» Si lamenta.
Rido e mi alzo dal letto. «Ti prendo qualcosa per cambiarti.»
«Non vedo l'ora di indossare uno dei tuoi famosi pigiami.» Dice sarcastica.
Tiro fuori dall'armadio il pigiamo più ridicolo che ho, rosa con i maialini. Glielo butto in faccia e lei mi insulta.
Alla fine però si cambia e ci sdraiamo insieme.
«Quindi perché non eri estasiata della tua A+ stamattina?» Chiede mentre cerco qualcosa da guardare tra i film scaricati.
Mi giro verso lei e mi rendo conto che è inutile dirle stronzate. Infondo lei può capirmi, ha passato cosd peggiori e ha sofferto.
«Venerdì sera sono uscita con Edward Posey.» Affermo.
«Coooosa?!» Strilla quasi entusiasta.
In realtà pensavo mi avrebbe preso a schiaffu da un momento all'altro.
«Già. Mi ha portato in una città fuori Santa Barbara ed era tutto perfetto: spiaggia magnifica, tramlnto, un tacos gigantesco... E poi è finito che era sopra di me, ha detto delle cose e io lo stavo per baciare, perché infondo è quello che succede o almeno credo, ma lui si è scostato e non mi ha parlato per il resto del viaggio. Siamo ritornatai a casa mia senza dire una parola. Poi stamattina l'ho incontrato nell'aula di arte e quando l'ho salutato si è girato verso Greg e si è messo a ridere.» Dico in crisi.
Lei mi fissa sbalordita. «Ancora mi chiedo perché la natura mi ha fatto eterosessuale.» Afferma.
«Già.» Sospiro io.
«Comunque ho capito che cosa sta facendo.» La guardo curiosa di sapere. «Ha qualche problema con se stesso e non ha paura, o è incazzato. Non lo so, sta di fatto che non devi corrergli dietro. Fai la cazzuta e se continua digli come stanno le cose.» Afferma seria.
«Ossia?» Chiedo non sapendo più che cosa fare.
«Che sei innamorata di lui, El. Si vede da un miglio.» Ammette sorridendomi.
«Ah.»
«Non l'avevi ancora capito?» Chiede quasi addolcita dalla mia reazione.
Devo farle proprio pena.
«Beh, sì! Solo che sentirlo dire da qualcun'altro mi lascia spiazzata.» Affermo.
«Non pensare che sia una cosa brutta essere innamorata di qualcuno, anche se quel qualcuno è Edward Posey. Io mi sono innamorata di un coglione e pensavo fosse colpa mia, ma non è così. Capita.» Afferma e poi mi stringe a se.
Chiudo gli occhi mentre Jurassic World viene trasmesso in TV.
Andrà tutto bene.*Spazio stellare*
Mercoledì e come rovinarvelo😂
Elen triste mi turba.
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Perché sono qui
Fiksi RemajaElen Trainor vive a Santa Barbara, ha un amico fantastico e una mamma e un fratello che la supportano in tutto ciò che fa. Nella sua scuola tutto è ingarbugliato in un unico nodo pieno di cuffiette da cui esce un sacco di musica di diverso genere...