Capitolo IX

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Il resto della settimana Zach, Mary, Mike ed io cerchiamo di vederci il più possibile, sia per fare il progetto, sia per conoscerci meglio.
E alla fine, il venerdì mattina, siamo già un gruppo solido e pieno di stupidaggini.
Il nostro obbiettivo è quello di far ridere Mary anche solo per una volta. Solo che lei sembra restia a tutto.
Al tavolo si susseguono facce buffe, battute stupide, video divertenti, cadute non programmate, ma ahimè Mary è proprio difficile.
«Vedete, lei è un tipo di essere umano più elevato. Come i maghi che guardano i babbani. Vero Mary?» Ipotizza Zach.
Io sorrido divertita perché Mary sembra piuttosto contraria a tutto quello che stanno dicendo Mike e Zach.
«In realtà le ragazze sono superiori a tutta la vostra generazione di maschi.» Dice Mary.
«Cazzo, sì!» Strillo alzando la mano per battere un cinque con lei. A quanto pare non recepisce bene il messaggio.
«Okay ...» Sbuffo. Mentre abbasso la mano delusa posso notare un mezzo sorriso sulle sue labbra. E allora sorrido felice.
Lei però ritorna subito un soldato russo.
Dannazione!
«Festa a casa di Greg stasera!» Urla una Cheerleader saltellando. Io la guardo schifata.
«Che ne dite di andarci?» Chiede Mike con gli occhi che brillano.
«Io non ne sono così sicuro ...» Afferma Zach quasi impaurito.
«Oh! Andiamo! Siamo un gruppo e ci divertiremo.» Giura Mike. Io guardo Mary che sembra pure lei restia. Come biasimarla. «Giuro che se fa schifo ce ne andiamo in meno di dieci minuti.» Promette. Lo fissiamo ancora contrari. «Daiiiii!» Ci prega.
Dopo cinque minuti in cui parla di tutto quello che gli potremo fare se la festa è cattiva, non resistiamo a dire di si ad una delle sue facce dolci.
«Me la pagherai.» Dico fissandolo male.
«Lo so che tu mi ami.» Sorride prima di andarsene.
Io, Mary e Zach restiamo un po' perplessi dalla sua vivacità.
«Ma è normale che sia sempre così felice?» Chiede Mary.
«Penso proprio di no.» Dice Zach.
«E da' pure fastidio ...» Sbuffo.
Io e Mary, mentre la prof fa lezione, ci mettiamo a parlare della roba da metterci questa sera. Lei decide di optare per un look punk, io non so neanche se ho della roba adatta a delle feste.
Sta di fatto che alla fine la costringo a venire a casa per decidere insieme cosa mi devo mettere.
A fine scuola Mike ci accompagna a casa e Mary viene a casa mia. Quando entra esamina la casa prima di dirmi che è davvero carina.
«Mia madre l'ha saputa allestire bene.» Dico felice.
«E tuo padre?» Chiede lei.
Io cerco di sembrare più sciolta possibile anche se sento sempre un dolore lancinante quando parlo di lui. «È morto quando ero piccola.» Sorrido.
«Merda, sono una frana nelle conversazioni.» Si scusa.
In realtà amo la sua spontaneità. Poche persone ce l'hanno. «Tranquilla. Sei l'unica che non mi ha detto "mi dispiace" facendo finta.» Sbuffo.
Lei sembra tranquillizzarsi. «Allora ... vuoi che ti aiuti con il cibo?» Chiede.
«Yessa.» Dico sorridendole.
«Bene, ma non prendermi in giro. Sono una frana anche a cucinare.» Sbuffa.
È veramente una così, ma è dolce che lei cerchi di aiutarmi anche con le piccole cose.
Un'ora dopo suona il campanello e corrugo la fronte perché Kyle oggi ha il torneo di scacchi che gli occupa tutto il giorno e mia mamma oggi deve stare a lavoro tutta la sera.
«Vado a vedere chi è.» Dico.
«Questo lo metto in forno?» Chiede.
«Sì. A 200. Sto arrivando.» Affermo.
Apro la porta e mi ritrovo davanti Edward Posey. È vestito come uno che ha appena finito il suo allenamento, ma è comunque bello.
«Ehi.» Sorride.
«Ciao? Che ci fai qua?» Chiedo.
«Sono passato per darti il calendario. L'ho impostato anche secondo i miei impegni. Così dalla prossima settimana possiamo già iniziare.» Sorride.
Sembra venuto in buona fede.
Prendo il calendario e controllo i giorni in cui potremo riuscire a vederci. «Martedì, mercoledì e giovedì.» Dico leggendo.
«Sì. Tre giorni andranno benissimo per la preparazione.» Dice.
Alzo lo sguardo verso di lui e sorrido. «Bene. Allora ci sentiamo per martedì.» Dico mentre sto cercando di chiudere la porta.
«Senti ...» Oh no. Se resto troppo Mary verrà qui e lo troverà e ... «Grazie per quello che stai facendo. Devi venire alla festa stasera?» Chiede.
«Sì.» Dico.
«Se vuoi possiamo andare insieme.»
Eh? Cos ...
«In realtà sono con Mike e gli altri.» Affermo sorridendogli.
«Ah, okay. Allora a stasera.» Sorride prima di andarsene.
«Ciao.»
Chiudo la porta e sospiro. Mary spunta dalla cucina e mi guarda curiosa.
«Tutto okay?» Chiede.
«Mh ...» Penso se dirglielo o meno. Forse è meglio di no. «Sì, tutto okay. Solo uno che voleva vedere a tutti i costi la casa.»
Lei alza gli occhi al cielo e poi insieme ritorniamo in cucina.
Con Mary mi ritrovo a parlare di tutto senza che ci siano discorsi imbarazzanti. Parliamo della musica, delle nuove mode, dei libri e infine, mentre stiamo decidendo che cosa mi metterò, anche dei ragazzi.
«Per dirla tutta io preferisco i ragazzi tranquilli. Odio quelli che si sentono re del mondo o cose del genere. Sono irritanti.» Dice Mary. «Però hanno il loro fascino anche loro. Quando si credono sono anche più sicuri in tutto.»
«Io in realtà non saprei. Penso che vorrei un ragazzo protettivo e più grande. Ma non essendomi mai fidanzata e non conoscendo bene il genere maschile non vorrei dire cazzate.» Dico.
«Tu non ti sei mai fidanzata?» Chiede incredula.
«Già. Non ne ho mai sentito il bisogno e non me l'hanno mai chiesto.» Dico ridendo.
«Beh, stupidi! Sei una bella ragazza e soprattutto hai la testa sulle spalle.» Dice.
«Forse è proprio per questo che non mi scelgono.» Affermo sollevando le spalle.
«Beh, non credere. I maschi non vogliono solo sesso. Okay, certi sì ... ma la maggior parte cerca anche stabilità che sicuramente una cheerleader non potrebbe dare a questa età.» Afferma cercando di consolarmi.
«Ma ora sono tutti annebbiati dagli ormoni.» Dico.
«Quello non passerà mai.» Afferma. «Tu e Mike non avete mai pensato a mettervi insieme?» Chiede.
Scuoto la testa. «Neanche per sogno.» Affermo.
«Perché?» Chiede curiosa.
«Siamo delle frane con i rapporti sentimentali. Lui non si sa controllare in certe frasi che dice, io non so come muoversi ad ogni passo che si fa in una relazione. E questo lo abbiamo capito giocando a marito e moglie.» Dico ridendo.
«Magari adesso è cambiato tutto.» Dice.
«È solo che ci conosciamo troppo bene. Davvero, io avrei disagio a baciarlo o ad uscirci come sua fidanzata. Stessa cosa lui. Siamo troppo simili e troppo stupidi.» Dico. «Tu ti sei mai fidanzata?» Chiedo mentre tiro fuori un altro vestito.
«Sì, una volta.» Afferma.
«E com'era? Ovviamente se non ne vuoi parlare puoi anche mandarmi a fanculo.» Dico sorridendole.
Lei mi guarda un po' e poi si siede sulla sedia della mia scrivania e mi guarda con un'espressione piuttosto triste.
Ho toccato un tasto dolente. Ecco sono una cogliona.
«Non ne ho mai parlato con nessuno non perché non ne volessi parlare ma perché non c'era nessuno che potesse ascoltarmi.» Afferma.
«Io sono qui.» Dico sorridendole dolcemente.
«Ti ricordi di Richard Maddison?» Chiede. Annuisco. «L'anno scorso per caso ci siamo incontrati ed è scoppiato qualcosa. Io ero piccola e mi piaceva da impazzire tanto da non capire ciò che era giusto o meno per me. Richard era famoso qui a scuola e aveva dei trucchetti per farti cadere ai suoi piedi. Caddi nella sua trappola e m'innamorai come una stupida. Un giorno mi fidai di lui, dopo tre mesi di relazione, ovviamente segreta, e andai a casa sua. Facemmo sesso, non si poteva chiamare amore quello. Solo dopo esser uscita da quella casa capì che Richard era solo un presuntuoso che si fingeva dolce. È finita che ho pianto più del dovuto e lui se n'è andato all'Università.» Afferma.
«Che stronzo.» Dico.
«A causa sua ora mi fido poco o niente delle persone.» Afferma lei guardandomi imbarazzata.
«Io non sarei più uscita di casa per l'odio. Tu sei molto più forte.» Dico seria. «Spero che un giorno il nostro gruppo ti possa dare stabilità e fiducia.» Dico.
«Mi state già dando molto. E siete divertenti anche se non rido.» Dice.
«A quello ci dobbiamo lavorare.» Dico ridendo. Guardo i vestiti e faccio una smorfia. «Secondo te?» Chiedo.
Lei li analizza e poi ne prende uno rosso sangue. «Fresco e sicuro.» Dice.
«Spero solo che non me lo rovinino.» Dico sorridendo.
«Che ne dici se vado a prendere la mia roba a casa e poi torno? So per certo che in questa casa i trucchi non abbondano.» Afferma dando un'occhiata alla mia mini beauty.
«Esatto.» Sorrido.
Ci salutiamo e poi lei va a casa sua a prendere la roba. Mentre l'aspetto faccio un giro nei social e mi fermo a vedere il profilo sia di Mary che di Zach.
Serve una foto di gruppo.
Scrivo un messaggio nel nostro grande gruppo.
Ragazzi fatevi belli che dobbiamo fare una bella foto di gruppo. Nessun no. E la macchina fotografica ce l'ho io. :)
Zach risponde con tanti puntini e rido perché da quanto ho capito odia farsi foto.
Metto una storia su Instagram dove taggo Mary.
Aspettando le provviste, scrivo. Sullo sfondo ci sono tutti i vestiti che abbiamo prelevato dal mio armadio.
Mary mi risponde facendo una storia con il ghigno sui trucchi.
Sorrido divertita e l'aspetto.
Quando arriva sembra ritornata da un viaggio lungo e straziante. «Okay: trucchi e tutto il resto.» Dice dandomi un tre buste di prodotti.
Apro i due sacchi rossi e noto che sono strapieni di trucchi. «Ma quanto hai speso per tutti questi trucchi.» Chiedo.
«Quanto basta per sopravvivere a tutto.» Dice.
Io la guardo di sbieco ma quando è ora di truccarsi capisco che tutto quello che ha le serve veramente.
Io cerco di seguire i tanti tutorial che ho visto in questi anni e ricreo un trucco pieno di illuminante e rosso sulle labbra.
Mi sento bella, e questo mi fa sorridere allo specchio.
«Bene, ora voglio vedere che cosa dicono i nostri accompagnatori.» Dice quando ha finito anche lei di truccarsi.
Io sembro un vampiro, lei è più gotica che punk.
Ma soprattutto: siamo fighe.

*Spazio Stellare*

GOD IS A WOMAAAAAAN!
Sto in fissa con Ariana Grande😳
E voi con che canzone passate l'intera giornata?

Perché sono quiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora