Capitolo XXIV

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Sette mesi dopo

Mary chiude la zip del mio vestito e poi ci guardiamo nel grande specchio.
Lei ha il suo abito bianco che desiderava da un sacco di anni, io il vestito nero in seta di mia madre. Sembriamo l'angelo e il diavolo.
«Siete stupende.» Dice mia mamma con gli occhi lucidi. Mary, che ormai conosce benissimo mia madre, l'abbraccia.
Da fuori la porta della camera spunta la testa di Mike. Si è messo lo smoking bianco e ci sta guardando curioso.
«Sembrate delle arpie.» Afferma.
«Mike, ma che dici!» Ride mia mamma andandogli incontro.
«Volevo dire bellissime!» Si corregge lui.
Alzo gli occhi al cielo e poi mi dirigo verso la finestra.
«Zach è già arrivato?» Chiedo.
«È dietro di me che sbuffa come un toro.» Dice Mike ridendo. Viene spinto in avanti e Zach riesce ad entrare nella camera.
«Siete stupende.» Dice lui sorridendoci.
«Grazie, mio caro.» Affermo con un accento inglese.
«Quindi possiamo andare?» Chiede Mary.
«Andiamo forza!» Dico saltellando verso le scale. Do un bacio a Kyle che mi aspetta fuori dalla porta di camera sua e poi scendo le scale.
Sulla porta mamma ci fa una foto e poi usciamo tutti insieme.
È la festa di fine anno e siamo tutti vestiti così bene da sembrare dei bambolotti.
In realtà siamo dei guerrieri. Abbiamo superato erato un anno tosto, pieno di casuni e litigi. Martha ci ha tagliato fuori dal progetto del ballo di primavera, il club delle Wonder Woman è cresciuto sempre più tant'è che il preside ha dovuto fare un  corso aggiuntivo di Lotta contro le discriminazioni e il bullismo.
Zach è stato uno dei primi ragazzi ad aggiungersi e poi ce ne sono stati molti altri. Ora contiamo più di trenta ragazzi.
Io, Zach, Mike e Mary abbiamo perfezionato un ballo tutto nostro e abbiamo trovato la nostra canzone: One dance di Drake.
Edward è stato uno dei pensieri più lontani in questo periodo. Oltretutto sono scappata dal corteggiamento di Paul Ben, un ragazzino delle elementari che Kyle ha portato una volta a casa.
È stato un inferno.
In un anno sono cresciuta e non rimpiango niente di tutto quel che è successo.
La macchina di Mike è peggio di un catorcio, ma per un sedicenne può essere venduta solo una macchinina del genere.
Io e Mary ci lamentiamo per tutto il viaggio dei nostri vestiti, ma arrivate smettiamo e sorridiamo come delle barbie.
«Sembrate di plastica.» Dice Mike.
«Per una volta spero di esserlo davvero.» Dice Mary. «Ho mangiato schifezze per una settimana solo per entrare in questo vestito.»
«Immagino che dopo il ballo dovremo andare in qualche locale per farle mangiare.» Si lamenta Zach.
«Noi siamo qua, comunque.» Gli ricordo.
«Era per farvi pesare il fatto che siete femmine.» Dice Zach ridendo.
«Ehi bellezze!» Ci giriamo tutti verso Catherine, Terrence, Grace e Wendy.
Sono bellissime.
«Penso che oggi qualcuno sverrà davanti a tutto questo splendore.» Dico quando ci stiamo salutando.
Entriamo nell'edificio e veniamo accolti dalla musica remixata dal dj della scuola.
Finiamo per ballare come degli stupidi e dopo la festa noi quattro andiamo seriamente a mangiare.
Mary si cambia in macchina mentre ci avviamo verso il fast food. Io resto come sono perché sono troppo stanca per cambiarmi.
Ordiniamo ad asporto e quando prendiamo le nostre grandi buste ci avviamo verso la spiaggia.
Restiamo lì fino all'alba, parlando e raccontando cose mai dette in precedenza.
«Finiremo per odiarci.» Afferma Zach in un momento di silenzio.
«Lo penso anche io.» Dice Mary.
«Ci odieremo e ameremo alla follia.» Dico io con un tono da sognatrice.
«

Vi prego fatela smettere.» Sbuffa Mary.
Io rido fino alle lacrime per stupidaggini che dicono.
Ci addormentiamo con il rumore del mare. Al risveglio ci buttiamo in acqua e poi ritorniamo finalmente a casa.
Mike e Zach vanno in macchina perché devono incontrarsi con il gruppo di motocross, mentre io e Mary andiamo a piedi. Ci dividiami appena siamo a metà strada e poi percorro il resto di essa da sola.
Il vestito in seta sfiora delicatamente il il marciapiede e so che dovró portarlo a lavare dalla Signora Collingwood.
Mi sorprendo di vedere Edward Posey seduto sul marciapiede vicino a casa.
Rallento mentre mi avvicino a lui.
Quando si accorge di me, si alza velocemente e si mette di fronte a me.
«Ehi!» Dice guardandomi. So che vede una ragazza con i capelli mossi e sporchi di sale con un vestito di seta lungo.
Lo so che cosa sta pensando.
E so pure che il mio corpo respinge ogni suo pensiero.
«Ciao Edward, che cosa ti porta qui?» Chiedo fissandolo con poca confidenza.
«Volevo dirti che tra qualche settimana parto per New York.» Afferma lui.
«Non vai ad Harvard?» Chiedo.
«No. Mio padre è riuscito ad avere contatti per farmi giocare in Serie A. A quanto pare non me ne andrò definitivamente ma Santa Barbara.» Dice come se fosse la cosa più bella che mi dice.
«Buon per te. Riuscirai a stare più vicino alla tua famiglia.» Sorrido non sapendo più che cosa dire.
«Pensavo che fossi innamorata di me.» Afferma credendoci seriamente in queste parole.
«Hai detto bene: ero innamorata di te. Ma alla fine non so neanche se fosse seriamente un innamoramento.» Affermo seria. Ci ho riflettuto molto in questi mesi e sono arrivata a questa conclusione: era una cotta.
«Beh, potremmo rimettere tutto apposto. Io so che potremo ritornare insieme.» Dice.
«Edward, non c'è mai stato un noi e non ci sarà mai più. Infondo è un bene, non ci sopportiamo.» Affermo io sorridendogli.
«Non troverai più uno come me, Elen.» Sembra quasi una minaccia ma essa mi scivola a dosso come se fosse acqua.
«Infatti non voglio trovarlo.» Dico sorridendo. «Buona vita e buona fortuna per tutto, Edward. Addio.» Affermo superandolo.
Accelero il passo sapendi che non sono al sicuro qui fuori. Potrebbe farmi di tutto e nessuno se ne accorgerebbe.
Entro dentro casa e sospiro di sollievo.
Mamma è sicuramente a lavoro, mentre Kyle deve essere ancora a letto.
Salgo le scale e mi faccio una doccia per poi cambiarmi.
Guardo fuori dalla finestra il paesaggio marittimo di Santa Barbara e sorrido.
Oggi è un giorno di memoria per i Trainor.
Chiudo gli occhi e sospiro per poi mettermi a scrivere una lettera.
Aspetto che mia madre ritorni la sera per andare tutti insieme a trovarlo.
Ci sediamo sulla terra e restiamo tutta la sera a guardare quel marmo grigio.
Quando mia mamma sta andando via con Kyle, lascio la lettera dentro il vaso dei fiori.
Bacio la pietra fredda e poi sfioro con i polpastrelli le incisioni.

Matt Trainor
13 Giugno 2010
Marito e padre dal cuore puro

Caro papà,
È da mesi che volevo scriverti una lettera.
Adesso è il momento giusto per scrivertela, a quanto pare. So che avresti odiato parole strappalacrime o frasi d'effetto, quindi voglio parlarti come facevamo anni fa.
Quest'anno ho capito che la felicità non si deve ricercare in una persona affianco a te, che ti dà tutto. Essa è fondamentale per tutti e proprio per questo si trova in ogni singola parte dell'animo del mondo.
Ho sofferto molto e ho pianto. È strano perché non piangevo così da tanti anni. Cercavo una felicità stupida e piccola rispetto a quella che mi circonda.
Molte persone sono state affianco a me in questi mesi. Mamma e Kyle sono diventati coloro che hanno dato le basi alla mia felicità, poi ci sono Mary, Mike e Zach che invece sono stati affianco a me, per tutto. So che è difficile trovare degli amici così. Spero che vada tutto bene per il nostro gruppo fino alla vecchiaia. Gli voglio un mondo di bene e fanno ridere tanto.
Poi c'è stato Edward, papà. Ha scombussolato tutta la mia vita in pochi giorni e l'ha resa difficile. E sai, pensavo di essermi innamorata ma non è stato così. Ero solo incantata da quanto fosse bello lui e quanto l'attrazione fosse tanta.
Ho scambiato una cotta per amore, forse per i baci, per il cuore che batteva forte forte.
Ma l'amore è tutt'altra cosa.
L'amore me l'ha raccontato Mary.
Il suo amore verso la natura, quello che ti fa felice ad ogni respiro.
Quello che provavo io mi teneva stretta in una morsa che non voglio più sentire sul mio collo.
Tra due anni la scuola superiore finirà e tutto sembrerà così diverso.
Lo so.
Ancora non conosco il vero mondo, ma sono pronta ad imparare da lui.
Voglio conoscere il vero amore, papà. Quello che tu hai conosciuto incontrando mamma alla fiera del paese.
Gli altri sentimenti che avró provato in precedenza, come quelli per Edward, saranno acqua passata quando troveró la mia metà.
So che avró paura, perché io e il dolore non vorremmo mai incontrarci per una terza volta, ma spero che i miei occhi saranno aperti e non ciechi.
E con questo papà ti dico che a casa mamma ha messo così tante foto con te che sei diventato eterno, Kyle a volte piange ma sa che tu sei sempre vicino.
Per il resto va tutto bene e se non è così, finirà presto.
Un bacio a te, papà.
Ehy Jude è e sarà per sempre nel mio cuore.

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