Capitolo XXIII

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Due settimane dopo esserci stata la riunione con le ragazze, che non è passata inosservata, vedo Zach che se ne sta da solo in una delle panchine del cortire della scuola.
È l'ora di pranzo ed è strano che Zach non sia con Mary e Mike.
«Ehi avventuriero!» Dico sedendomi affianco a lui.
Lui mi guarda con i suoi occhi chiari. Ha i capelli un po' spettinati e delle occhiaie da notti insonni.
«Ciao Elen.» Dice svogliato. «Come va?» Penso che ormai lo chieda in automatico.
«La domanda è: come stai tu?» Dico vedendo che non ha neanche dato un morso al suo panino. E Zach non è un tipo che mangia poco.
«Sto benissimo.» Afferma facendomi un sorriso piuttosto finto.
«Sai, io sono uno schifo a mentira, ma tu sei anche peggio!» Dico ridendo. «Forza Zach, cos'hai?»
«Ti prego, non dirlo a nessun altro.» Mi prega.
«Sono una tomba.» Affermo seria e anche abbastanza preoccupata.
«Mi piace Mike.» Dice con una faccia da colpevole.
«Io mi sono innamorata di Edward Posey, Zach. Penso che avere una corta per Mike sia la cosa più positiva che possa succedere.» Affermo seria.
«Lui non ricambierà mai.» Dice lui triste.
«Non dire così. Mike non ha ancora scoperto bene chi ami e chi no. Forse questo è il suo unico difetto.» Rido pensando a tutte le ragazze che pensa che possano essere le sue future ragazze.
«Per il resto è perfetto.» Borbotta Zach.
Io sbuffo. «È troppo felice per i miei gusti.»
Lui ride. Restiamo qualche minuto in silenzii e poi mi sorge un dubbio. «È per il fatto che sei gay che te ne sei andato dall'altra scuola?»
«Ho baciato un ragazzo alla festa di fine anno e molti non hanno gradito la cosa.» Afferma con lo sguardo perso nel vuoto.
«E quel ragazzo?»
«Quattro mesi fa era ancora al pronto soccorso. Gli hanno dato così tanti calci che non riusciva più a respirare bene.» Sussurra.
Sbatto le palpebre scioccata. «Se solo tutti si rendessero conto che c'è altro per cui lottare.»
«Tu come stai?» Chiede.
«Sono libera ma mi manca sempre qualcosa.» Ammetto.
«Dicono che ci mancherà sempre qualcosa nella vita.» Dice lui.
Sospiro e poi sorrido mettendogli un braccio sulle spalle. «Siamo proprio sfigati noi uomini.»
«Pff... Io non credo alla sfiga.» Dice lui.
Restiamo per tutto il pranzo su quella panchina, in silenzio. Ci godiamo questo autunno che colora le foglie.

*

Due giorni dopo sono a casa di Mike e stiamo guardando per la millesima volta Mulan.
«Secondo me lei dovrebbe lasciarlo dopo che finisce ls missione.» Dice Mike mentre il film sta per finire.
Io lo guardo contraria. «Neanche per sogno. Lei lo ama, lui ama lei. È tutto perfetto.»
«Nells realtà sarebbe successo quello che dico io.» Dice Mike.
«Già, ma questa non è la realtà. Meglio che nei cartoni non si parli della realtà, farebbe troppo male.» Affermo io.
«Sei una terribile romantica.» Mi prende in giro.
Io sbuffo. «È l'unica cosa che mi è rimasta. Trovare il vero amore sarebbe bellissimo.» Sogno.
«Non ti basta aver sofferto con quel coglione?» Chiede riderendosi ad Edward Posey.
«Quello non era amore, Mike. Ero solo io ad essere innamorata.» Affermo ridendo.
Quando finisce il film mettiamo tutto apposto e mentre io lavo e lui asciuga ció che abbiamo sporcato, lui smette di parlare di quanto le mie chiappe siano morbide come cuscini e tocca un altro argomento.
«Sei mai stata attratta da una ragazza?» Chiede mentre asciuga una posata.
Smetto di lavare un piatto e lo fisso con le sopracciglia sollevate. «Cos'è? Non riesci più a farti seghe e quindi vuoi nuove fantasie?»
«Sta zitta, El!» Si lamenta spingendomi.
Rido perché so che lui è uno dei pochi che conosco che non si fa le seghe.
«Comunque sì.» Affermo. Lui mi fissa curioso. «La mia cotta era Beyoncé.»
Lui alza gli occhi al cielo mentre io rido ancora di più. «E tu, Mikey Mikey?»
«Credo di aver sognato di far sesso con Zach.» Per poco non mi scivola via il piatto dalle mani.
Resto paralizzata per qualche secondo prima di fissarlo. «Aspetta ... Spiegati meglio.»
«Ho sognato di fare sesso con Zach. Di solito sogno ragazze su ragazze. E il punto è che non era sesso sfrenato, era quel sesso smielato che io odio. E mi sono eccitato.» Afferma. «E mi sono dovuto fare la doccia fredda. Cristo, El. Non so che cazzo mi succeda. E poi due settimane fa ho bacuato Mary, non volevo ma l'ho fatto.» Dice dando le spalle alla cucina.
Lo guardo preoccupata. «Mike, calmati.» Affermo abbandonando i piatti e andando a rassicurarlo. Lui di butta a capofitto nel mio abbraccio.
«Odio le etichette.» Dice.
«E allora non etichettarti, Mike. Ma non fare neanche cazzate. Devi essere sicuro di quel che fai, okay?» Dico stringendolo forte.
«Menomale che ci sei tu.» Sussurra per poi darmi un bacio sulla guancia.
Io sorrido e lo faccio dondolare con me in questi abbraccio. «Ti voglio bene.»
Il resto della serata lo passiamo a dormire abbracciati sul letto.
A svegliarci è sua madre che piomba tra noi due per uno dei suoi abbracci da mamma.
«Puzzole del mio cuore!» Dice prima di baciarci.
Rido per il solletico che mi fa e mi godo il nostro abbraccio.

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