Outer uscì dalla stanza pensando alle parole di Dream. Anche lui aveva un segreto. Un segreto che doveva rimanere tale. Arrivò in fondo alle scale e sorrise gioioso vedendo che Ink si era ripreso all'improvviso mancamento. Gli diede un caloroso abbraccio mentre constatava allegro <<ti sei svegliato! Finalmente! Anche Dream ha smesso di sonnecchiare se vuoi andare a vederlo...Blue? Dove si trova quel mirtillo troppo crescuto?>>
<<È tornato ad Underswamp, temeva che suo fratello si sarebbe preoccupato>> rispose Ink tirandosi su dal divano.
<<Ma non è pericoloso con la Mob attiva?>>Ink sorrise <<Blue sa proteggersi e inoltre ci avvertirà subito al minimo segnale di pericolo...Error è andato a farsi una doccia mentre Gradient sta' preparando qualcosa da mangiare.>> rimase un attimo in silenzio come a riflettere su dove volesse arrivare a parare poi schioccò le dita ricordando <<Puoi dare tu il latte a Pj? Io devo parlare urgentemente con Dream>>. Detto questo procedette a salire le scale. Outer gli fece l'ok e affermò <<Certo!Tranquillo ci penso io!>>. Il protettore sorrise fermandosi a metà <<Come farei senza di te...>>. L'altro colse al volo l'occasione e ripose <<Per cominciare saresti single, senza figli e->> <<Outer!>> lo richiamò giocosamente scuotendo la testa prima di riprendere a salire le scale.
Ridacchiò e andò verso la cucina in cerca di un biberon quando vide uno dei suoi figliocci <<Ehilà Gradient! Che prepari di buono?>>. Il ragazzo sobbalzò leggermente poi vedendo il padrino si tranquillizzò <<Spaghetti>>. Outer si portò una mano sul petto e mimò una lacrima che scendeva sulla guancia <<I grandi classici non tramontano mai...>> rimase qualche istante in silenzio finito il momento di serenità <<Error ha dato segni di miglioramento?>>. L'altro smise di mescolare la pasta nell'acqua e guardò in basso <<Ecco...>>
Uscii dalla doccia. Intorno a lui si formò una piccola pozzanghera mentre lentamente si passava un asciugamano sul corpo. Era confuso. Sembrava tutto così familiare eppure così...così... nuovo. Si guardò allo specchio passando un polpastrello sullo zigomo osservando i lineamenti. Chi era? Lo avevano chiamato Error, era quello il suo vero nome? Chi erano tutte quelle persone che continuavano a ricoprirlo di attenzioni? Poteva fidarsi?
Si vestì lentamente, infilando un largo maglione rosso. Prima di uscire dal bagno si fermò esitando, insicuro. Nervosamente iniziò a far scorrere il bordo del maglione tra le nere dita ossute. La sua mente era in uno stato confusionale totale: piccoli frammenti di ricordi navigano nella nebbia che occupava la sua mente. Suoni, odori, sensazioni era tutto ciò che riusciva a ricordare. Sospirò e fattosi coraggio aprì la porta del bagno camminando verso il piano inferiore, lasciando alcune impronte umide.Scese fino al salotto e vide il ragazzo col maglione blu di nome Outer insieme a giovanotto che cucinavano. Rimase nel salotto e si guardò intorno notando su un tavolino un biberon pieno di latte e quel neonato frignante. Si sporse verso la cucina poi rimase a guardare il piccolo e il biberon. Incerto prese in mano il contenitore e lentamente lo avvicinò al poppante che subito affamato protese le manine goffamente e aprì la bocca accogliendo volentieri l'imboccatura di gomma. Socchiuse gli occhi godendosi la pappa calda. Error lo osservò quasi affascinato: quello scricciolo sembra essere l'unico non turbato da tutta quella situazione surreale. Girò la testa osservando il salotto visto che il piccolo non aveva bisogno di supervisione. Era modesto e molto colorato, anche troppo per i suoi gusti. Su ogni mobile c'era qualche utensile di disegno che sembrava tutto fuorché fuori posto. Le pareti erano coperte di fogli con disegni molto vari: alcuni erano disegni stilizzati chiaramente fatti da un bambino mentre altri erano più elaborati. Una piccola tv trasmetteva quella che gli sembrava una serie tv, forse una soap opera che aveva qualcosa di stranamente familiare.
L'analisi della stanza fu bruscamente interrotta quando sentì una mano avvolgersi attorno al suo mignolo. Scattò con la testa verso il piccolo che curioso aveva gremito con la manina il dito del suo reggi-biberon. Una paura primordiale si abbatte sul glich che preso dal panico non fece in tempo a pensare semplicemente di sfilare il dito dalla debole presa che la sua vista si oscurò e andò in reboot.
L'ultima cosa che sentì furono delle voci distanti e ovattate che chiamavano il suo nome.
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Nevermind -Errorink
FanficUna minaccia incombe sul multiverso, una minaccia di cui nessuno ancora sa. Una minaccia che potrebbe sconvolgere un'inaspettata famiglia. P.S:I personaggi non sono pienamente canonici