Era passata una settimana e del ritorno di Yoongi ancora non c'era traccia; Hae aveva cominciato a pensare che lui non sarebbe più tornato. Pensiero estremo, sì, ma quando ci si trova in certe condizioni mentali tutto diventa possibile.
Un'altra giornata di lavoro e di intenso studio; la ragazza sarebbe deceduta priva di forze se avesse continuato così. Tutti quegli sforzi però, l'avrebbero ripagata e Yoongi sarebbe stato fiero di lei.Era sera tardi ed Hae aveva bisogno di prendere un po' d'aria fresca, anche perché faceva abbastanza caldo in casa. Non preoccupandosi di incontrare qualcuno lungo il viale, uscì all'aperto con un semplice top largo e degli shorts che la vestivano. Mentre camminava per l'isolata e buia strada, che però aveva un qualcosa di rilassante, pensò che avrebbe potuto adottare un animale domestico, così da avere una compagnia durante quelle passeggiate notturne e anche quando poi si sarebbe trasferita nel nuovo appartamento. Cioè tra circa un paio di settimane, giusto il tempo di spostare tutte le sue cose nell'altra casa.
Era emozionantissima, perché avrebbe avuto finalmente un po' di privacy ed indipendenza, in più era un modo per restare vicina a sua nonna, però doveva ammettere che le sarebbero mancati i suoi genitori. La colazione pronta di mattina e i discorsi di politica del padre. Se Yoongi fosse tornato, sarebbe stata meno sola ed avrebbe avuto qualcuno con cui condividere i primi ricordi nel nuovo appartamento.
Anche gli altri ragazzi le mancavano. Moriva dalla voglia di rivedere Jin e Namjoon, la dolce coppia che continuava ad andare avanti piuttosto bene. Per non parlare del piccolo Jungkook, che tanto piccolo non era, e di Taehyung, con i loro litigi che poi terminavano con un abbraccio proprio come avrebbero fatto due fratelli. Anche Hoseok le mancava, nonostante non avessero un particolare legame stretto, quel ragazzo era sempre stato capace di strapparle un sorriso. E per ultimo, ma non per importanza, desiderava rivedere Jimin. Voleva abbracciarlo e vedere come stesse, sentirgli raccontare delle sue avventure in Giappone e vederlo sorridere come lui sempre faceva, con i suoi occhi che assumevano la forma di due mezzelune e tutti i suoi denti bianchi in mostra.
Presa dai propri pensieri, non si accorse che una persona stava camminando lungo la sua direzione, anche se in verso opposto, e i due si scontrarono.
Hae sobbalzò, risvegliandosi a quello scontro e fece per inchinarsi per scusarsi, ma subito si fermò quando notò che la persona di fronte a lui era Dae Hyun, ancora."Cosa ci fai tu qui?" Chiese irritata; voleva rilassarsi con quella passeggiata, non fare incontri spiacevoli che avrebbero concluso la sua giornata nel peggiore dei modi.
Dae, dal suo canto, sembrava nervoso e fu strano per Hae vederlo così; era abituata al ragazzo sfacciato e sicuro di sé. Gli ci volle qualche secondo per riprendersi e ritornare infatti nelle sue vesti abituali. Hae sentì il suo sguardo su di se e lo vide sorridere, ma di un sorriso che lasciava quasi trapelare imbarazzo.
"Stavo facendo un giro." Si strinse nelle spalle e la ragazza capì che era nervoso dal fatto che la sua mano era tra i suoi capelli, spostandoli dalla fronte e i suoi occhi non riuscivano a stare fermi sul viso della ragazza per più di qualche secondo. Infondo Hae lo conosceva abbastanza bene.
"Un giro di notte, nel mio vicinato?" Lo guardò scettica.
Un lieve colpo di vento la fece rabbrividire e le sue braccia andarono a cingere il proprio busto magro, coperto da solo un leggero strato di tessuto. Il cielo era limpido, ma purtroppo in quel posto non era abbastanza buio da vedere tutte le stelle che lo decoravano. La Luna era ridotta ad uno spicchio ed una stella molto luminosa, al suo fianco, le faceva compagnia quella notte.
"Volevo parlarti. Ma a quanto pare scelgo sempre il momento sbagliato e quindi non riesco mai a farlo," ammise lui, spezzando il silenzio che si era creato nel viale, accompagnato solo dal leggero fruscio delle foglie degli alberi che costeggiavano la strada.