Quando, di fronte a due tazze di latte caldo, Jimin chiese al maggiore quale fosse il problema, Yoongi capì di non poter mentire a lungo e di dover dire a qualcuno ciò che lo aveva turbato. Prese a giocherellare con la piccola piuma che pendeva dal suo orecchio sinistro, mentre con l'altra mano reggeva la tazza fumante, prendendosi del tempo per articolare il discorso senza sembrare troppo stupido agli occhi di Jimin.
Poi iniziò a raccontargli tutto, di come entusiasta era andato a comprare la cena (che ahimè, non era propriamente per Jimin) e di come era rimasto spiazzato nel vedere la sua ragazza con il rispettivo ex ragazzo.
"Non ho saputo reagire, sono scappato come un idiota. Un vero uomo sarebbe andato dalla propria ragazza e avrebbe chiesto spiegazioni ed invece io ho preferito scappare piuttosto che conoscere la verità."
Jimin lo ascoltava senza dire nulla, aspettando che lui finisse il suo discorso perché aveva capito che più che una spiegazione, fosse uno sfogo quello di cui Yoongi aveva davvero bisogno.
"Mi sento in colpa, l'ho costretta a stare con me per un anno intero anche se eravamo lontani. Chissà quante volte sarà stata sola ed è lì che entra in gioco quel coso." Yoongi sospirò, con mille pensieri aggrovigliati nella propria testa. "Avrebbe potuto dirmelo, però, che aveva instaurato di nuovo un rapporto con lui. Se non me ne ha parlato vuol dire che c'è qualcosa di serio e sbagliato sotto, no? Infondo non ci vuole molto a sostituirmi, dopo un po' tutti si stancano di me, lo hanno fatto anche i miei genitori."
A quel punto Jimin non sapeva se fosse giusto o meno continuare ad ascoltarlo. Yoongi faceva scivolare dalla sua bocca i suoi pensieri più intimi, come se fosse ubriaco, e Jimin sapeva che se ne sarebbe pentito. Perché Yoongi mai e poi mai tira fuori le proprie insicurezze e scopre alla luce i propri pensieri.
Gli prese le mani appoggiando le proprie sulle sue e richiamò il suo nome. Yoongi alzò lo sguardo smettendo subito di parlare e lo guardò come un cagnolino bastonato.
Tutti dimenticavano che dietro quel ragazzo, ormai uomo, di venticinque anni, che rappa e continua a ripetere di non fregarsene di niente e nessuno, ci fosse un'anima docile impaurita dalla cattiveria del mondo, che ormai non riusciva a fidarsi nemmeno più di se stessa a causa di tutte quelle volte che era stato colpita alle spalle anche dalle persone a lei più care.
"Respira. Fai una doccia e valle a parlare. Evitare il problema non servirà a nulla, magari si tratta semplicemente di un malinteso."
Yoongi avrebbe seguito il suo consiglio, ma di sera, perché sapeva che la ragazza lavorasse durante la giornata e vedersi dopo un anno in un angolo di gelateria, durante una fin troppo breve pausa, non era ciò di cui avevano entrambi bisogno. Così decise di aspettare.Nel frattempo Hae aveva già iniziato la propria giornata lavorativa, servendo un paio di clienti che erano arrivati in gelateria per fare colazione con una coppetta di gelato o una crêpe calda stracolma di crema al cioccolato.
Ad un certo punto, però, qualcosa di inaspettato accadde. O meglio, qualcuno di inaspettato si presentò al locale. Questa volta non si trattava di Daehyun, ma di due ragazzi che sarebbero dovuti essere in quel momento in tutto un altro paese.
"Seokjin? Namjoon?"
"Hae?"
Tutti e tre si guardarono sorpresi; i primi due perché non si aspettavano che Hae lavorasse in quel posto in cui si erano casualmente ritrovati per consumare qualcosa di dolce e l'altra perché credeva che i ragazzi fossero in Giappone e non sapeva nulla del loro ritorno.
"E voi cosa ci fate qui?" Dalla sua voce traspariva perplessità, ma anche sollievo nel vedere finalmente due volti familiari che le erano mancati fin troppo. Ed infatti raggirò il bancone, controllando che non ci fosse nessun altro da servire, e li racchiuse entrambi in un abbraccio che gli altri due ricambiarono affettuosamente.
"Come mai così sorpresa di vederci?" Le chiese Jin, con ancora un braccio attorno alle spalle della più piccola.
"Perché non sapevo foste tornati. Perché siete tornati prima degli altri? Se non sono troppo indiscreta."
A quel punto fu il turnodi Namjoon e Jin di essere perplessi.
"Come, Yoongi non ti ha detto niente?" Chiese questa volta Namjoon.
Hae scosse la testa e tante domande e dubbi iniziarono a farsi spazio nella sua mente. Yoongi era tornato a Seul e non le aveva detto nulla? Ricollegò poi tutto ai messaggi e alle telefonate senza risposta della scorsa sera. Era palese che Yoongi la stesse evitando, ma proprio non riusciva a capire perché così di tutto in bianco. Se lo avesse fatto per sorprenderla, avrebbe almeno avvisato i suoi amici e invece nulla. Quindi questa ipotesi era da scartare. Iniziò a pensare a tutto quello che aveva fatto eppure, non c'era niente che avrebbe potuto provocare una tale reazione nel ragazzo.
"No, non mi ha detto niente. Non gli è successo niente in questi giorni, vero? Non so, a lavoro o in famiglia..."
Dopo averci pensato per un attimo, i ragazzi scossero la testa.
"Questo è l'importante. Ora ditemi cosa volete dai, offre la casa." E con un sorriso poco convincente, ritornò dietro al bancone per servirli.
Durante tutta la giornata, non riuscì a non pensare a Yoongi, ma preferì non chiamarlo o chiedergli nulla, volendo incontrarlo e parlargli da vicino. Se c'era un problema, doveva essere risolto e al meglio. Così, alla fine del suo turno, uscì dalla gelateria dopo aver salutato i suoi colleghi e il capo ed intraprese la strada che portava verso casa di Yoongi.
Mentre camminava sotto al sole ancora caldo, si sentì chiamare da una voce familiare. Quando si voltò verso la fonte di essa, vide un gruppetto di ragazzi e, tra questi, Daehyun, colui che l'aveva chiamata. Le stava sorridendo da lontano, mentre a passi grandi le si avvicinava, lasciando i suoi amici dietro a chiacchierare tra loro.
"Daehyun, cosa ci fai qui?" Chiese Hae, fermandosi per salutarlo.
"Giuro che non sono uno stalker. Ti trovo sempre lungo la mia strada. Cosa stai facendo tu?" Chiese Dae.
Tutta quella situazione era fin troppo strana per Hae. Si trovava a parlare con il suo primo ragazzo come se fosse semplicemente un amico di lunga data e probabilmente la cosa le faceva piacere, ma non si fidava più abbastanza da non dubitare di lui e della sincerità delle sue azioni.
"Sto andando a fare visita al mio ragazzo. E andrei anche piuttosto di fretta..." La ragazza si grattò la nuca in imbarazzo, lanciando un'occhiata alla strada di fronte a se e poi a Dae al suo fianco.
"Oh sì, capisco. Ti lascio in pace allora." E fece un passo all'indietro, chinando leggermente il capo verso di lei in segno di saluto, con un sorriso sulle labbra meno allegro di quello che aveva in precedenza.
"È stato un piacere incontrarti, buona giornata."
Un cagnolino docile. Hae non lo avrebbe mai capito. Dopo averlo saluto, si rimise in cammino e, pensierosa com'era a causa delle sue preoccupazioni riguardo Yoongi, non si rese conto di star per andare a sbattere contro qualcuno. Quando lo scontro la risvegliò dai propri pensieri, fece per scusarsi, ma un profumo familiare la colpì ancora più forte.
"Yoongi?"
"Hae Jung?"
Dissero in coro. E Hae dimenticò il motivo per cui si trovava lì e si gettò tra le sue braccia, dopo un fin troppo lungo anno. Yoongi rimase pietrificato e la sua risposta mancata fece allontanare Hae di scatto, con il viso chino e delle ciocche di capelli che le coprivano gli occhi.
"Dobbiamo parlare," dissero ancora una volta insieme. Ma neanche questo strappò loro un sorriso.
"Stavo venendo a cercarti, ma già che ci siamo possiamo entrare in casa mia."
Hae annuì, non riuscendo a dire altro. Non era più abituata al tono freddo di Yoongi e fu un colpo al cuore doverlo sentire di nuovo in quelle circostanze. Era davvero cambiato qualcosa durante quell'anno? Si era solo illusa di poter continuare quella relazione senza sconvolgimenti e davvero non si era resa conto di come le cose per il suo ragazzo non fossero più le stesse?
Lo avrebbe scoperto a breve.Quei silenziosi cinque minuti che portarono all'appartamento del maggiore, furono la cosa più pesante che Hae avesse mai portato sulle proprie spalle e neanche lei sapeva in cosa sperare, fu solo presa da un'improvvisa paura di perdere Yoongi e l'angoscia per non poterlo stringere come tanto desiderava fare e come era giusto che fosse, le faceva girare la testa. Quando sorpassarono la porta, per fortuna nessuno era in casa ed entrambi si accomodarono sul divano. Jae era probabilmente a spasso con il piccolo Holly.
Dopo altri interminabili minuti di silenzio, in cui i due erano seduti uno accanto all'altro ma con una certa distanza tra i loro occhi, Yoongi finalmente si decise a guardarla e a chiedere spiegazioni per ciò che lo stava tormentando.
"Cosa c'è tra te e DaeHyun?"
allora, scusatemi se fa schifo ma sono rimasta bloccata per non so quanto su questo capitolo perché non c'era alcun verso di finirlo
per un momento avevo anche pensato di appendere tutto da ragazza ragionevole ed intelligente che sono HAHA
per farmi perdonare della mia cattiva condotta, vi lascio una foto di questa troppo adorabile bestiolina