undici.

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Hae era esausta. Il lavoro e lo studio le stavano prosciugando ogni energia, in più si aggiungevano gli ultimi ritocchi alla casa, le scatole piene di roba ancora da sistemare e quel continuo oscillare da un appartamento all'altro, non avendo quindi un tetto stabile.

Nonostante ciò, non avrebbe detto mai e poi mai di no a Yoongi e i ragazzi, così quella sera prese l'autobus e raggiunse l'agenzia presso la quale lavoravano ed alcuni di loro alloggiavano.
L'estate stava per terminare ed Hae ne era felice perché di quel caldo afoso proprio non ne poteva più, però temeva ancora di più il freddo gelido che sarebbe arrivato.
Erano le otto quando giunse alla sua meta e, dopo che alcuni collaboratori si fossero assicurati che si trattava davvero di una conoscente e non di una semplice fan che voleva introdursi nell'edificio per vedere i propri idoli, la ragazza poté entrare e raggiungere i ragazzi.
Jin le stava mostrando i loro dormitori e la piccola cucina, mentre Yoongi, Hoseok e Namjoon stavano finendo di lavorare su una base. I due più piccoli del gruppo, Taehyung e Jungkook, stavano giocando ai video game e forse non avevano neanche notato che Hae fosse arrivata, mentre Jimin non si vedeva da nessuna parte e Seokjin non aveva neanche accennato al ragazzo.
Hae ne aveva sentito la mancanza durante quell'anno di separazione, era colui che le era mancato di più dopo Yoongi, ovviamente. E si sentì un po' delusa perché si aspettava di vederlo lì, magari a braccia aperte pronto ad accoglierla, e invece no. Avevano avuto poco tempo per parlarsi al cellulare, non si erano sentiti spesso, però la ragazza aveva custodito quei pochi momenti con cura.

"Non è un granché, però almeno posso preparare la cena ai ragazzi. Di solito restiamo in studio fino a notte fonda ed è più conveniente per noi dormire qui. Anche perché in Giappone eravamo costretti a dormire tutti insieme, quindi ci abbiamo fatto l'abitudine," spiegò Jin, nella sua maglia a strisce bianche e blu scuro, sorridendole entusiasta mentre mostrava alla ragazza il loro piccolo, ma accogliente posticino.
"Stanno arrivando, finalmente," aggiunse dopo qualche secondo, sentendo un vociferare proveniente dalle scale avvicinarsi sempre di più. I ragazzi stavano facendo finalmente ritorno dallo studio e stavano discutendo riguardo il lavoro appena fatto. Sembravano particolarmente sereni, Hae immaginò che dovesse essere bello vedere materializzarsi sotto i propri occhi qualcosa di proprio, fatto con le proprie mani ed era quello che stava accadendo a loro con le varie basi che aggiustavano.
Quando Yoongi notò la ragazza, si aprì in un sorriso spontaneo e la persona a cui era rivolto non poté fare a meno di sorridere a sua volta di fronte a tanta bellezza. Quel sorriso rassicurò Hae perché significava che Yoongi non era ancora arrabbiato, anche se credeva non ci fosse motivo per esserlo, ed in ogni caso la rese felice.

"Jin, non mi avevi detto che sarebbe venuta anche questa rompiscatole," scherzò l'altro, riferendosi al suo amico più grande, ancora appoggiato ad un mobile della cucina. In risposta la ragazza chiuse la mano in un pugno e lo colpì contro la spalla; quando sentì ridere Seokjin, colpì anche lui.

"Ahia ahia, che male!" I due continuarono a prenderla in giro, il suo ragazzo fingendo di massaggiare quella che sarebbe dovuto essere il braccio dolorante. Namjoon ed Hoseok accorsero in sua aiuto, racchiudendola in un abbraccio e munendosi entrambi di uno sguardo minaccioso che, però, indossato dai quei due non aveva nulla di minaccioso. Hae si nascose tra le braccia di quei due omoni, facendo la linguaccia ai due bulletti che si stavano prendendo gioco di lei e alla fine scoppiarono tutti in una risata.

"Cosa c'è di tanto divertente?" Chiese Jungkook che finalmente faceva la sua comparsa, nella sua immancabile t-shirt bianca e con Taehyung che lo seguiva come un cagnolino, girandogli intorno.

"Di divertente nulla, di cotto e buono un bel po' di cose. Tutti a tavola!" Seokjin ritornò nelle sue vesti di persona matura ed adulta, vesti che indossava di rado, e si munì di presine per tirare dal forno alcune delle prelibatezze che aveva preparato, mentre il resto della combriccola si dileguò sentendo solo accennare a del cibo.

Ognuno si sedette a tavola, qualcuno bisticciando per il posto migliore, altri troppo affamati per sforzarsi più del dovuto. Hae e Yoongi presero subito posto, uno accanto all'altro, scambiandosi uno sguardo di complicità.
Dire che ad Hae tutto ciò era mancato, è scontato. C'erano stati momenti in cui era arrivata a pensare persino che quei ragazzi non erano davvero esistiti e Yoongi non era mai entrato a far parte della sua vita; ma era tutto reale, i ragazzi erano veri e Yoongi era al suo fianco e la guardava con tutto quello amore che non riusciva a condensare in parole troppo spesso.
Quando iniziò la cena, le loro chiacchiere non terminarono ed ognuno cominciò a raccontare degli episodi divertenti vissuti in Giappone, momenti imbarazzanti alle prese con le prime fan e tutti gli errori compiuti nelle sale prove, che se al loro momento avevano tirato giù qualche lacrima, adesso erano un racconto divertente. Parlarono poi dei loro singoli precedenti al debutto, di quanto apprezzamento avessero ricevuto nonostante il gruppo non fosse ancora super conosciuto in Corea e nei paesi circostanti. I fan parevano apprezzare il duro lavoro che c'era dietro ogni canzone, in particolare perché era tutto prodotto da loro stessi, a partire dai testi. E fu proprio quando iniziarono a parlare di testi di canzoni, che i ragazzi iniziarono a mettere Yoongi in imbarazzo, rivelando che una canzone in particolare era stata scritta da lui ispirandosi ad Hae.

"Impossibile, è la mia canzone preferita tra quelle che avete prodotto. Suvvia, ditemi chi l'ha davvero scritta," sorrise la ragazza, divertita da ciò che credeva volessero farle credere, ed appoggiò il mento sulla mano aspettando che gli altri sputassero il rospo. Ma si ritrovò cinque paia di occhi guardarla perplessi, mentre quelli di Yoongi erano rivolti verso il basso sulle proprie mani per l'imbarazzo.
Dopo qualche istante di silenzio, il sorriso sulle labbra di Hae era pian piano sparito per dare spazio ad un'espressione di stupore, così si voltò a guardare il ragazzo incredula.
"D-dav- cioè, perché... perché non me lo hai detto prima?"
Yoongi alzò finalmente gli occhi al cielo, con un lieve rossore sulle sue gote che non passò inosservato alla ragazza, ed incrociò le braccia al petto imbronciandosi come al suo solito.
"Che ne dite di continuare a mangiare adesso?" Chiese esasperato facendo scoppiare tutti a ridere, mentre Hae lo guardava con il sorriso di una donna innamorata che non riesce a toccare il terreno con i piedi.

Quando ebbero finito di cenare, si spostarono sui divanetti aspettando che si facesse ora di accompagnare Hae a casa e scambiarono altre due chiacchiere sulle tante cose che avevano ancora da dirsi per cui non sarebbe bastato un altro anno.
Ad un tratto si sentirono dei passi riecheggiare per il lungo corridoio che portava in quella sala centrale ed una soffice voce canticchiare una chissà quale canzone. Gli occhi di Hae si illuminarono quando sentirono quella voce, riconoscendo subito la persona a cui apparteneva.
"Jimin?" Chiese a colui che stava arrivando, sollevandosi immediatamente dal divano, e l'altra voce le rispose "Hae?"
Quando finalmente ebbe la conferma di chi si trattasse, scattò immediatamente nella sua direzione e dopo pochi secondi sbucò dal corridoio la figura del ragazzo, con un enorme sorriso stampato sulle labbra e le braccia già spalancate, pronte ad accoglierla in un abbraccio che lei ben presto accettò.
"Non ci posso credere, quanto mi sei mancata," disse il ragazzo, affondando il viso tra i suoi capelli. Hae non riusciva a parlare per l'emozione, si limitò a stringerlo più forte che poteva recuperando tutto quel tempo che la loro amicizia aveva perso.
Qualcuno tossì. "Oh sì, molto commovente, ma adesso Hae deve tornare a casa." Fu Yoongi a parlare, davanti a quella scena non proprio piacevole per lui.
Sia Jimin che Hae risero alla sua gelosia, separandosi a malincuore da quell'abbraccio.
"Perché non mi hai detto che saresti stata qui? Sarei tornato prima."
"Pensavo di trovarti con loro, quando ho scoperto che eri impegnato e saresti mancato ho preferito non disturbarti," spiegò dispiaciuta la ragazza, ma felice di notare quanto anche lui volesse trascorrere del tempo insieme.
"Domani ti chiamo e ci organizziamo io e te, okay?" Propose Jimin, tirando su nel frattempo la bretella del suo borsone, ed Hae annuì entusiasta in risposta.
Intanto Yoongi li guardava annoiato e decise di interrompere quel momento, trascinando Hae con sé.
"Andiamo adesso, su."


okay, eccomi
innanzitutto grazie per aver letto questo capitolo anche se sono passati credo due mesi dall'ultima volta che ho aggiornato;
tra esami e impegni vari non ho avuto inizialmente il tempo per scrivere, quando ho finalmente potuto godere di un momento di relax, la mia voglia di scrivere questa storia era praticamente sparita e credevo che l'avrei lasciata in completa;
però poi ho cominciato a sentirmi in colpa, questa è la mia vera e propria fanfiction, l'unica che ho terminato e non potevo lasciare il sequel a metà, dunque un pezzo alla volta ho iniziato a scrivere questo capitolo e vi ringrazio tanto tanto tanto per averlo letto
ricordatevi che i love you so much *big finger heart*

Coldness; m.yg [SEQUEL]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora