diciannove.

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Quando Yoongi arrivò a casa di Hae, Jiyeon era andata via già da un pezzo e la ragazza era tutta sola con indosso una semplice t-shirt leggera ed un paio di pantaloncini comodi perché aveva approfittato del tempo libero per pulire e riordinare ogni stanza, anche per distrarsi nell'attesa dell'altro. Non appena il campanello suonò saettò fino alla porta e, per quanto si fosse ripromessa di non assillare ed assalire subito Yoongi con le sue domande riguardo il pranzo con i genitori, la sua bocca si mosse da sola per chiedergli come fosse andata. Il ragazzo avvolse le braccia attorno a lei, spingendo entrambi dentro casa prima di poter risponderle. Portò un braccio all'indietro per chiudere la porta, per poi tornare a posizionarlo lì dove meglio stava, stretto al corpo della sua ragazza.

"Né meglio, né peggio di come immaginavo," spiegò con il suo tono pacato, senza lasciar trapelare una particolare emozione. Hae semplicemente annuì, per niente contenta di quella semplice risposta, ma decisa a volergli dare tutto lo spazio e il tempo di cui aveva bisogno. Si alzò sulle punte, perché anche se Yoongi non era il ragazzo più alto del mondo, lei era comunque abbondantemente più bassa di lui, e posò un casto bacio sulle sue labbra, fingendo nonchalance per far apparire quel gesto come la cosa più naturale e spontanea del mondo, anche se non era così a causa della sua troppa timidezza quando vicina all'altro.

"Ho appena finito di pulire casa e mi sento ricoperta di polvere, ti dispiace se vado a fare una doccia veloce?"

"Vai pure." Le sorrise Yoongi, slacciando con malavoglia le proprie braccia per lasciarla andare e lei gli sorrise in cambio, promettendogli di impiegarci solo cinque minuti.

Il ragazzo pensò di aspettarla nella sua stanza, potendo così anche approfittarne per stendersi un po' e riposare, sentendosi psicologicamente stanco a causa dei recenti avvenimenti e dei troppi pensieri che gli vorticavano nella testa senza dargli pace. Non era mai stato particolarmente amante dei profumi femminili, ma quello di Hae che aleggiava nella sua stanza ed impregnava ogni cosa che lo circondava, lo faceva impazzire in senso positivo. Affondò il viso nel suo cuscino, ispirando quel dolce odore e sorrise, sentendosi a casa anche se quella era tutt'altro che casa sua, e i suoi pensieri passarono in secondo piano, così come ogni singola preoccupazione e tensione, perché bastava un piccolo dettaglio di quella ragazza per farlo calmare e riportargli una momentanea pace interiore. Era maledettamente innamorato. Si sollevò solo per spogliarsi della sua felpa. Quel giorno faceva stranamente ed inaspettatamente caldo ed anche in quella stanza il freddo sembrava non voler arrivare, così rimase semplicemente con una maglietta a mezze maniche addosso, nonostante non preferisse solitamente lasciare le proprie braccia candide (forse proprio per questo?) scoperte.

Hae non aveva mentito quando aveva detto che ci avrebbe impiegato solo cinque minuti, perché dopo poco entrò nella stanza fresca di doccia, probabilmente dopo aver cercato Yoongi per poi ritrovarlo nella propria stanza. Sorrise nel vedere la sua figura rilassata contro il materasso e il viso del ragazzo si voltò verso di lei, osservandola da capo a piedi, con uno sguardo però che non aveva nulla di giudicante (non so se esiste questa parola, ma non avevo idea di come renderlo in italiano HAHA).

"Mi sembra di riconoscere questa maglia..." Yoongi inarcò un sopracciglio, cercando di domare un sorriso alla vista della sua ragazza nei propri vestiti fin troppo larghi per il suo corpo esile.

"Uhm, sì?" Rimase piuttosto vaga Hae, ridacchiando sommessamente, mentre si stringeva nell'indumento a maniche lunghe, di un grigio scuro con il bordo del colletto color nero, il tessuto che giungeva fino a metà coscia.

Yoongi le fece segno di avvicinarsi e lei obbedì, volendo finalmente godersi un po' il suo ragazzo, che con quella t-shirt addosso e i capelli leggermente spettinati sulla fronte evocava cose poco caste. Lui si tirò su a sedere, attirando Hae tra le proprie gambe aperte e lei portò le braccia sulle sue spalle, attorno al suo collo, prendendo tra le dita alcune ciocche sbarazzine dietro la sua nuca, intrecciandole e lasciandole scivolare tra le mani, gesto che faceva impazzire l'altro.

Coldness; m.yg [SEQUEL]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora