Fare un trasloco all'inizio del mese di agosto non era stata proprio una buona idea, ma Hae aveva bisogno di sistemare la sua casa prima dell'inizio del terzo anno di università, così preferì agire di anticipo e mettere una spunta sulla lista delle cose da fare anche alla voce trasferimento.
Quando Yoongi si era proposto di aiutarla, non aveva affatto immaginato che ci sarebbe stato anche il padre della ragazza, nonostante la cosa fosse abbastanza scontata, ed infatti Hae era rimasta un po' perplessa, ma aveva deciso di non obiettare, anche perché più braccia c'erano, prima avrebbero fatto.
Adesso si ritrovava sotto il sole particolarmente caldo, facendo lo stesso tragitto tra il furgoncino che suo padre aveva noleggiato e l'ingresso della sua nuova casa mille volte con degli scatoloni pesanti con sé. Avevano cominciato alle nove del mattino perché l'aria era ancora poco afosa durante quel periodo della giornata, e dopo circa mezz'ora li aveva raggiunti anche Yoongi.
Hae stava ritornando verso il furgoncino del padre per prendere un altro scatolone quando sentì il motore dell'auto del suo ragazzo e subito la sua testa scattò in quella direzione, così come anche quella di suo padre.
Yoongi, non appena vide l'uomo accanto alla sua ragazza, spalancò gli occhi realizzando solo in quel momento la sua presenza e fu tentato dal rientrare in auto e fuggire, ma questo avrebbe solo peggiorato la situazione.
Il signor Kim lo accolse con le braccia incrociate al petto ed un'espressione poco amorevole in viso.
L'uomo, infatti, non aveva mai provato affetto, o qualcosa di lontanamente simile, per il ragazzo. Il fatto che si fosse dato alla vita di artista piuttosto che proseguire gli studi ed assicurare un futuro sicuro e meritevole per la figlia, non gli andava a genio. La situazione era peggiorata a causa della sua partenza che aveva lasciato Hae in uno sconforto totale e il padre non aveva potuto che notarlo. Non aveva mai interferito nella loro relazione, ma solo perché voleva che sua figlia diventasse abbastanza matura da poter scegliere saggiamente cosa fare nella propria vita ed abbastanza forte da saper affrontare le conseguenze dei suoi errori. D'aiuto furono anche le parole della madre di Hae, che l'aveva sempre cercato di convincere che Yoongi non fosse poi così tanto male e che ci teneva alla ragazza più di quanto avrebbe potuto tenerci uno di quei figli di medici ed avvocati che pensavano solo al denaro e al prestigio sociale.
Quindi il signor Kim non aveva costretto i due a mettere fine alla loro relazione, neanche aveva provato a dire alla figlia cosa ne pensasse della situazione, però di certo non si poteva dire che fosse l'uomo più dolce e cordiale della terra in presenza di Yoongi e non cercava per nessuna ragione al mondo di nasconderlo.
Non si diedero a particolari scambi di battute poco dettati dal cuore e si salutarono semplicemente con il rispetto reciproco che provavano l'uno per l'altro prima di riprendere il loro lavoro.
Presi com'erano non pranzarono neanche, ma in compenso nel tardo pomeriggio avevano già finito di portare tutti gli scatoloni e sistemare i pochi mobili che Hae aveva fatto spostare dalla propria vecchia stanza al nuovo appartamento.
Inutile dire quanto i due fossero sfiniti, addossati uno sopra l'altro sul divano di fronte ad un vecchio televisore retrò che apparteneva alla nonna di Hae, ma che funzionava ancora piuttosto bene. Il padre di Hae era andato via già da un po'.
"Ho bisogno di una doccia," disse in un soffio la ragazza, gli occhi chiusi di chi avrebbe potuto addormentarsi da un momento all'altro.
"Io di cibo," rispose Yoongi e solo in quel momento Hae realizzò di avergli fatto saltare il pranzo. Balzò con uno scatto dal divano e gli afferrò le braccia cercando di tirarlo su, preoccupata.
"Ehi, cosa ti prende?" La guardò stranito Yoongi, ma l'accontentò facendosi sollevare in piedi.
"Non hai mangiato nulla oggi, dobbiamo assolutamente rimediare. Che stupida che sono!" Iniziò a parlare a raffica la ragazza, come faceva quando andava nel panico perché si ricordava di aver dimenticato qualcosa di importante. Yoongi abbozzò un sorriso divertito nel vederla così preoccupata e prese le sue piccole mani tra le proprie, interrompendo la ragazza con un bacio che quest'ultima ricambiò senza fare storie.
"Non credo tu abbia del cibo in casa," cercò di rassicurarla Yoongi, con il viso ancora a pochi centimetri dal suo e i capelli scuri sulla fronte che sfioravano quella di Hae.
"Infatti dovremmo uscire per prendere qualcosa da mangiare." Lo guardò innocentemente la più piccola e Yoongi al solo pensiero grugnì, aggrottando le sopracciglia e facendo quasi sparire i suoi occhi sottili.
"Non ho più fame," si lasciò cadere sul divano ed Hae alzò gli occhi al cielo. Gli anni passavano, ma la pigrizia di Yoongi restava sempre in lui.
"Alzati, prima che vada da sola."Dopo circa mezz'ora i due erano tra le strade affollate di Seul. Entrambi si erano rinfrescati prima di uscire ed ora si tenevano mano per mano mentre camminavano tra i vari bar e negozi.
"Che ne dici di quello?" Yoongi indicò una gelateria a pochi passi da loro, che gli sembrava avere un aspetto davvero accogliente, ma la risposta di Hae fu negativa.
"Ti prego, non farmi entrare in quel posto anche al di fuori dei miei orari di lavoro."
Gli occhi di Yoongi si illuminarono e la ragazza rise di fronte alla sua nuova scoperta.
"Non mi avevi mai detto il nome della gelateria in cui lavori!" Si lamentò il più grande, rendendosi finalmente conto di non averlo mai saputo.
"Non importa. Ci sarà qualcosa di simile in giro," sorrise Hae, guardando la strada davanti a sé ed appoggiandosi alla spalla del ragazzo mentre il suo sguardo cercava un'alternativa per trascorrere la serata e mettere qualcosa nello stomaco.
Yoongi le cinse la vita con un braccio e la tenne vicina a sé e Hae sentì il cuore esploderle perché tutto ciò le era mancato fin troppo e riavere finalmente il suo ragazzo di fianco, che la stringeva, sentire la sua voce e poter guardare i suoi occhi da vicino era così bello che temeva di potersi svegliare da un momento all'altro e scoprire che si trattava tutto di un sogno, che Yoongi era ancora in Giappone e che forse la loro relazione sarebbe finita di li a poco.
E invece no, Yoongi era reale, così come reale era l'amore che provava nei confronti della sua piccola ragazza.
Dopo aver camminato nelle strade della periferia di Seul, finalmente un bar-ristorante attirò la loro attenzione. Servivano un menù completo o anche singole portate, vi era un angolo gelateria nella parte anteriore del locale e c'erano dei tavolini all'esterno. Era tutto in miniatura, ma terribilmente carino.
I due ragazzi presero posto all'esterno, ad un tavolo però un po' più appartato perché ad entrambi non faceva impazzire il caos e la folla di gente che entrava ed usciva dal ristorante.
Ad accudirli venne una cameriera che porse loro i menù. Yoongi ed Hae li accettarono, ma furono poi spaventati da un improvviso urlo mal trattenuto da parte della cameriera. Entrambi alzarono lo sguardo sulla ragazza, piuttosto perplessi.
Questa aveva gli occhi spalancati e una mano sulla bocca, il viso contratto in un'espressione di stupore ed ammirazione. Quando si rese conto di essere osservata da due paia di occhi, subito si ricompose scusandosi e fece per andarsene. Ritornò poi sui propri passi, guardando Yoongi come se fosse un dio greco, e chinò il capo in avanti.
"Scusami per la mia reazione imbarazzante. Sono una grandissima fan dei BTS, vi ho seguiti dal vostro debutto e sono super emozionata ed onorata ad averti qui, sei il mio preferito," disse la ragazza senza interruzioni e senza sollevare il viso, troppo imbarazzata.
Ci fu un silenzio generale, di sottofondo solo il brusio delle persone.
Hae tossì per attirare l'attenzione della ragazza che sembrò accorgersi solo in quel momento di lei.
"Oh... tu? Cioè, voi..." la cameriera si diede uno schiaffetto sulla fronte e cordialmente si congedò prima di fare altre figuracce.
Yoongi rimase in silenzio per tutto il tempo, non sapendo come reagire. Era la prima volta che una fan lo riconosceva in giro e non era abituato a ricevere complimenti, quegli stessi complimenti che ricevevano i suoi artisti preferiti.
Hae, invece, era piuttosto nervosa.
"Carina, eh?" Chiese retoricamente, spiegando e ripiegando nervosamente il fazzoletto di stoffa.
"Sì, proprio carina," le rispose Yoongi, con un sorrisetto irritante, meritandosi poi il fazzoletto che Hae stava torturando, dritto in faccia.
"Ehi, è così che tratti il tuo ragazzo?" Yoongi raccolse il fazzoletto, non essendo davvero arrabbiato, ma piuttosto divertito nel vedere Hae gelosa. Cosa che non accadeva spesso.
"Zitto, altrimenti stanotte dormi dalla cameriera carina." A quelle parole Yoongi non poté trattenersi dal ridere, poi ancora con un sorriso sulle labbra afferrò la mano della ragazza sul tavolo e quest'ultima non si oppose, pur mantenendo un'espressione imbronciata.
"Non ricordo di aver programmato di passare la notte da te."
Hae grugnì infastidita da quel sorriso, anche se sotto sotto stava già cedendo.
"Nel caso ci fosse stata una possibilità per dormire con me questa notte, te la sei appena giocata."
Il ragazzo fece intrecciare le loro dita, stringendo la piccola mano di Hae nella propria, sapendo perfettamente come sciogliere il suo cuore e la sua troppo debole facciata da ragazza dura ed arrabbiata.
"Che dici, ordiniamo?"
"Sì, ho fame," borbottò Hae e senza lasciare la mano di lui, con quella libera afferrò il menù, decidendosi entrambi finalmente ad ordinare.non ho continuato il capitolo perché era già troppo lungo e sarebbe diventato chilometrico e non avrei aggiornato più e questa storia sarebbe stata eliminata e blablabla
ma c'è ancora qualche gatto che legge coldness? se sì, battete un miagolio nei commenti e sappiate che vi voglio tanto bene e vi ammiro per essere arrivati fin qui ed esservi subiti questa robaccia *fingerheart* *jungkookbunnygrin*
NON ABITUATEVI A TUTTO QUESTO FLUFFLEGGETE RED COVER LOVE YOU