ventidue.

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allacciatevi le cinture, Hae e Yoongi sono ritornati

Dopo il colloquio, Hae decise di rimanere in zona, perché ritornare a casa e poi riuscire di nuovo per pranzare con Yoongi, non le conveniva molto. Si recò in biblioteca, che era nei paraggi, e approfittò del tempo a disposizione per iniziare a dare un'occhiata al libro del signor Kim, giusto per capire come avrebbe dovuto organizzarsi per iniziare il suo lavoro. Tenere quel testo tra le mani la emozionava forse anche più del dovuto, era al settimo cielo e non vedeva l'ora di iniziare a cimentarsi nella traduzione, però era consapevole di dover fare le cose con calma per non fare una brutta figura. Era anche un po' preoccupata a causa del poco tempo che aveva a sua disposizione. L'università, gli esami, i turni in gelateria e adesso anche quel libro, ma era certa che in un modo o nell'altro sarebbe riuscita in tutto, la determinazione di certo non le mancava. Stanca di sfogliare le stesse pagine in continuazione, lasciò il suo posto al tavolo di legno laccato per sbirciare tra i vari libri sui grossi scaffali. Non leggeva molto, soprattutto negli ultimi tempi in cui era molto impegnata, però era convinta che i libri fossero una delle cose più preziose prodotte dagli uomini e il fatto che rendessero eterni pensieri ed attimi di vita vissuta, donava ancora più valore.
Il suo cellulare iniziò a vibrare, una vibrazione così forte che riuscì a sentirla dalla sua borsetta, così lo recuperò prima che potesse disturbare qualcuno.
«Pronto?» Rispose sottovoce, mentre recuperava le sue cose per uscire dalla biblioteca, prima che potessero cacciarla. Nella fretta non si curò neanche di controllare chi la stesse chiamando, aveva solo fatto scivolare il dito sullo schermo per rispondere.
"Allora, come è andata?"
Solo quando sentì quella voce si rese conto che fosse Daehyung. Doveva ammettere di essere sorpresa, non si aspettava che la telefonasse. Tra l'altro la sua voce pareva essere ancora impastata dal sonno, come se si fosse svegliato da poco.
«Non so Dae, spero bene. Il tuo capo è davvero cordiale, mi ha messa a mio agio e mi ha subito incaricata di aiutarlo, senza farmi troppe domande,» spiegò una volta uscita dalla biblioteca, con una mano reggeva la copia del ricettario, con l'altra il cellulare poggiato all'orecchio. Non avendo molto da fare, piuttosto che stare ferma in un punto, prese a passeggiare perché era abituata a muoversi quando era a telefono. Percorse il la porzione pedonale del lungo corso, costeggiato da alti alberi che creavano ombre alternate a macchie di luce. Era davvero una bella giornata.
«Cordiale? Stiamo parlando della stessa persona?» Chiese il ragazzo incredulo e, il fruscio che Hae sentì, simile a quello di lenzuola che vengono spostate via dal corpo, confermò la sua ipotesi che il ragazzo fosse da poco sveglio.
«Sì, è stato molto gentile. Ero preoccupata, se fosse stato freddo e distaccato probabilmente sarei scappata,» ammise la mora, essendo una delle ragazze più timide del pianeta, e Daehyun lo sapeva bene. Lui che era così diverso, popolare, abituato a stare tra le persone e un ottimo conversatore, così bravo che fin troppe volte aveva manipolato la mente della ragazza con le sue parole velate quando stavano insieme. Adesso sembrava un'altra persona, è vero. Come se la cattiveria che aveva in sé si fosse distaccata e fosse andata via, lasciando solo il buono. Restava il ragazzo solare, che scherzava e prendeva in giro le persone, ma sempre in modo benevolo, solo per metterle a loro agio. Qualcosa lo aveva cambiato e la vecchia Hae avrebbe voluto scoprire cosa, quella di oggi no. Precisiamo, era comunque curiosa, ma non voleva immischiarsi, giocare con il fuoco e scottarsi di nuovo, non ora che aveva anche Yoongi.
«Con noi è terribile. Ogni momento è quello giusto per ricordarci quanto siamo incapaci ed inutili... Bah, si sarà lasciato ammaliare dal fascino della bella ragazza.» L'ultima parte del discorso la pronunciò a bassa voce, forse stava parlando tra sé e sé e si era lasciato scappare il pensiero a voce troppo alta.
«E se fossero state la mia personalità e le mie capacità a colpirlo? Non ti è passato per la mente?» Protestò Hae, indignata dal fatto che il suo successo potesse essere spiegato solo con la bellezza femminile secondo Daehyun.
«Non ti ho mai vista tradurre nulla, quindi non posso esprimermi a riguardo,» si difese, concludendo il tutto con un sbadiglio. La sua voce apparve ovattata, aveva affondato la testa nel cuscino.
«E tu che stai facendo, scansafatiche?» Cambiò discorso la ragazza, terminando la sua passeggiata per sostarsi su una panchina vicina al punto di incontro con Yoongi, dove lo avrebbe atteso per andare a pranzo insieme.
«Mi sono appena svegliato. Ricordavo che oggi avessi il colloquio e volevo sapere il prima possibile come fosse andato, così ho messo una sveglia,» ammise il ragazzo come se il suo gesto fosse stato normale, ma Hae l'aveva trovato tremendamente carino, anche se non glielo avrebbe mai detto.
«Ah, ti sei svegliato apposta prima?» Lo stuzzicò invece.
«Nah. Che dici se ne parliamo da vicino davanti ad un buon piatto di *cibo* oggi a pranzo?» Azzardò Dae, dal suo tono si poteva percepire quanto fosse poco sicuro di quella proposta e di quanto gli avesse fatto piacere una risposta affermativa allo stesso tempo.
Hae, dispiaciuta, dovette rifiutare, avendo già altri piani con Yoongi.
«Oggi non posso, sono già impegnata. Con Yoongi.»
«Oh, okay...»
Seguì qualche istante di silenzio. Prima che la situazione diventasse troppo imbarazzante, la ragazza terminò la conversazione dicendo di dover attaccare, e che non sarebbe mancata occasione di gustare un pranzo insieme prima o poi. Lei stessa, sorpresa, gettò il telefono nella borsa, perché in un certo senso gli aveva fatto capire che se fosse stata libera avrebbe accettato di uscire con lui e, non contenta, gli aveva anche dato false speranze per il futuro. Super imbarazzata si coprì il viso con le mani e grugnì. Nel frattempo dall'altro lato c'era Dae che aveva appoggiato il cellulare sul tavolino accanto al letto ed era riaffondato tra le coperte, con un sorrisetto idiota sulle labbra.

Coldness; m.yg [SEQUEL]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora