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-Nove anni prima-

Si svegliò come sempre presto quella mattina di dicembre. Controvoglia scese dal letto e si vestì, dopodiché andò in cucina dove trovò la sua famiglia al completo.
«Buongiorno tesoro» le disse suo padre mentre lei gli dava un bacio sulla testa.
«Buongiorno» rispose.
«Cia amore» la salutò sua madre, che si stava versando il cappuccino appena fatto.
«Ciao mamma» le fece eco prendendo la tazza dalla dispensa per poi versarci dentro il caffè contenuto nella moka che gli porse suo fratello.
«Grazie» gli disse.
«Di niente» rispose lui dandole un bacio sulla guancia.
Si sedette al suo posto a sorseggiare il suo caffè mentre leggeva un libro. Finita la colazione andò in bagno e finì di prepararsi. Una volta finito, guardò la sua immagine riflessa nello specchio e decise che per quel giorno poteva andare bene così.
Uscì dal bagno e andò in garage con suo fratello e suo papà.

***

«Buona giornata, ragazzi» salutò l'uomo una volta arrivati davanti alla scuola.
«Ciao, papà» dissero loro due in coro.
Entrarono entrambi nell'edificio.
«Ehi Elena!» la salutò Mary, la sua migliore amica.
«Ciao Mary» rispose lei posando lo zaino al suo posto.
Cominciarono a parlare del più e del meno fino a quando suonò la campanella ed entrò la professoressa di inglese.

-Qualche mese prima-

«Ciao Viola» salutò Elena entrando in ufficio.
«Ciao Elena» rispose l'altra, «C'è una donna nel tuo ufficio. Si chiama Sofia e vorrebbe che le organizzassi il suo matrimonio» l'avvisò.
«Non avevo un altro appuntamento prima?» domandò Elena.
«No, cioè, l'avevi, ma Carlotta ha chiamato per rimandare. Verrà qui dopodomani alle nove» spiegò la sua assistente.
«Va bene, grazie Viola» E detto questo, Elena se ne andò nel suo ufficio dove l'attendeva la sua sposa.
«Salve» salutò aprendo la porta, «Sono Elena Ferrara. Lei è Sofia, giusto?»
«Sono io, piacere di conoscerla» rispose l'altra. Era una ragazza poco più giovane di Elena, avrà avuto tra i ventidue e i ventiquattro anni. Era bellissima: alta, magra, capelli ramati e occhi verdi.
«Piacere mio»
«Mi dispiace non aver chiamato prima, ma io e il mio fidanzato non ci fermeremo molto in città e vogliamo sposarci il prima possibile»
«Avete già pensato a una data?» domandò Elena aprendo la sua agenda rilegata in pelle bianca.
«Il 6 dicembre è possibile?»
Elena cercò la data appena dettale dalla ragazza e notò che era vuota.
«Va benissimo» cominciò a segnarsi con la sua calligrafia impeccabile il nome di Sofia, «Come si chiama il suo fidanzato?» chiese poi.
«Alessandro, Alessandro Russo» Elena ebbe un fremito e lasciò cadere la penna, ma l'altra sembrò non notarlo, «Ci dovrebbe raggiungere tra poco» aggiunse questa.
«F-Fantastico» balbettò la ragazza.
Dopo qualche attimo il telefono di Elena suonò. «Pronto» rispose.
«C'è il fidanzato» l'avvisò Viola dall'altro capo del telefono. Le venne un colpo.
«Mandalo in ufficio, per favore. Grazie, Viola» cercò di non far trasparire nessuna emozione in quelle parole. Non voleva dare a vedere lo sconcertamento che provava in quell'istante nel sentire che lui si stava per sposare con una donna stupenda.
Bussarono alla porta ed Elena sobbalzò sulla sedia. «Avanti» mormorò sperando che l'avesse sentita.
La porta si aprì e rivelò l'uomo che lei si aspettava di vedere. Era proprio lui.
«Tesoro!» lo salutò Sofia alzandosi in piedi per lasciargli un bacio sulle labbra.
«Ciao amore» le disse lui. Elena sentiva che sarebbe svenuta da lì a poco: lui la chiamava in quel modo una volta.
Alessandro alzò gli occhi su di lei e la sua espressione non era molto diversa da quella che aveva la ragazza.
«Elena!» disse sorpreso.
«Ciao, Alessandro» mormorò lei con il suo stesso tono di voce.

***

«E con questo abbiamo finito» annunciò Elena chiudendo il quaderno dove si era appuntata tutte le richieste di Sofia ed Alessandro, «Come abbiamo detto prima, domani inizieremo a cercare la location adatta alla cerimonia. Se mi lascia il suo numero, la contatterò domani mattina per dirle l'indirizzo del posto»
Sofia scrisse sul foglietto che le stava porgendo Elena. «Ecco qui»
«Grazie mille» lesse ciò che le aveva scritto in una calligrafia perfetta, poi si alzò per salutarli.
«Grazie a lei, è stato un piacere conoscerla» disse Sofia stringendole la mano che le stava tendendo.
«Il piacere è tutto mio» rispose lei con un sorriso sforzato. Guardò Alessandro, che aveva i suoi occhi di ghiaccio puntati su di lei.
«È stato bello rivederti, Elena» le disse. Lei sentì lo stomaco stringersi.
«Anche per me» si sforzò di dire.
«Ciao» si salutarono entrambi prima che lui si chiudesse la porta dietro di sé facendo tornare in mente ad Elena tutti i ricordi che aveva cercato di reprimere.

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