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-Sei mesi prima-

«A che ora hai detto che devi andare?» domandò Thomas a sua sorella mentre lei si stava preparando per uscire.
«Simone passa tra mezz'ora» rispose. Elena e Simone avevano iniziato ad uscire subito dopo il matrimonio di Alessandro: lui si era fatto dare il numero di lei dal suo amico, un'impresa che, a detta di Simone, è stata molto dura poiché Alessandro all'inizio si era rifiutato di farlo, ma poi aveva ceduto alle richieste dell'amico e gli aveva scritto il numero su un tovagliolo di carta del bar in cui stavano pranzando. Simone aveva contattato Elena appena arrivato a casa dopo il lavoro. Lei fu molto sorpresa quando rispose e sentì la voce dell'uomo perché in dieci anni non l'aveva mai chiamata né le aveva scritto, per non parlare di quando lui le ha proposto di uscire insieme. Al principio aveva inventato una scusa e aveva rifiutato, ma, dopo le insistenze di Simone, aveva accettato. Dopo il primo appuntamento venne il secondo, e dopo questo un altro. Elena si stava preparando per il quarto appuntamento.
«

Come vanno le cose con lui?» le chiese Thomas quando lei entrò in salotto.
Elena alzò le spalle. Ancora non capiva se cominciasse a provare qualcosa per Simone. Era molto confusa: non aveva ancora dimenticato Alessandro ed era certa che non l'avrebbe mai fatto, però sentiva che i suoi sentimenti nei confronti di Simone stavano crescendo, andando oltre la semplice amicizia.
«Hai più sentito Alessandro?»
«Mi stai facendo il quarto grado, Tommy?» si lamentò sua sorella mentre si infilava gli orecchini.
«Assolutamente no. Sono solo curioso» rispose lui, «Allora?»
«Cosa?» chiese Elena confusa.
«Hai sentito Alessandro?» ripeté Thomas con ovvietà.
Elena alzò gli occhi al cielo e poi scosse la testa. «No, non si è più fatto vivo» replicò.
«E Nina?»
«Non vede suo padre da quando è partito per il viaggio di nozze circa un mese fa. Ogni giorno mi chiede quando torna e io non so cosa risponderle». Si lasciò cadere sul letto e abbandonò la testa sullo schienale
«Pensi che sia colpa di Sofia?» Thomas sembrò leggerle la mente.
«Esatto. Può cercare di tenere lontana me, ma Nina? Perché mai dovrebbe prendersela con lei?»
«Quando una donna è gelosa non c'è niente che possa fermarla» commentò lui sedendosi accanto alla sorella.
«Già» replicò lei con un risolino. In quel momento il citofono emise un suono metallico ed Elena si alzò per aprire la porta a Simone.
«Ciao» salutò lui dandole un bacio sulla guancia.
«Ciao» rispose lei abbracciandolo, poi si spostò leggermente a sinistra per lasciarlo entrare.
«Ehm, questi sono per te» disse l'uomo dandole un mazzo di margherite e garofani bianchi - due tipi di fiori che non piacevano affatto ad Elena. Lei prese il bouquet e ringraziò con una smorfia che non si avvicinava neanche lontanamente ad un sorriso. Thomas, che aveva assistito alla scena dal divano, tentò di soffocare una risata nascondendo la bocca nel collo del dolcevita.
La donna andò in cucina a prendere un vaso dove depositare i fiori. Ne trovò uno di cristallo colorato che le aveva regalato sua nonna quando aveva deciso di andare a vivere da sola, mise un po' d'acqua e poi ripose i fiori con cura cercando di non rovinare la carta.
«Andiamo?» domandò a Simone una volta tornata in salotto.
«Certo» rispose lui prima di aprire la porta.
«Nina sta giocando in camera sua. Quando verrà a dirti che ha fame fai scaldare la teglia di lasagne che ho lasciato nel frigorifero sul primo ripiano in alto, vicino all'insalata. Dagliene una porzione piccola e se avanzano rimettile dove le hai trovate. Dopo cena puoi farle vedere una videocassetta, ma per le dieci deve essere a letto perché domani deve andare all'asilo. Per qualunque cosa chiamami, Tommy, ti prego» si raccomandò Elena mentre si infilava il cappotto e la sciarpa.
«Nena, so badare a Nina, non ti preoccupare. Ora va' a divertirti, te lo meriti» le disse suo fratello afferrandola per le spalle per poi darle un bacio in fronte.
«Va bene» sbuffò lei alzando gli occhi al cielo.
«Ti voglio bene» urlò Thomas prima che sua sorella chiudesse la porta di casa. Lei si limitò a farle un cenno con la mano. «Nina!» la chiamò prima di dirigersi in camera sua per giocare con la sua nipotina.

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