Capitolo 13

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Yuu POV.

Quando vidi Mika seduto a quel tavolo che mi fissava mi prese un infarto. Per fortuna sembrò non riconoscermi, per la prima volta nella mia intera vita ero grato a Urd per avermi conciato in quel modo. Se ne andò dopo circa unoretta e io potei tirare un respiro di sollievo, poco dopo che se ne fu andato finì il mio turno. Avevo circa un quarto dora per prepararmi alla seconda serata con Urd. Però prima di andare da Urd dovevo indossare ciò che lui mi aveva consegnato nel sacchetto quella mattina. Una volta nel mio camerino lo aprii, dentro vi trovai un paio di strani pantaloni interamente composti da fibbie di pelle e solo la parte che andava a coprire le parti intime era un pezzo unico ed era attaccato al resto dei pantaloni con quattro enormi fibbie, due davanti e due dietro. Le fibbie delle caviglie erano solo decorative e ai piedi avevo delle calze sempre di pelle. Per il petto invece aveva scelto un top formato da lacci, sempre in pelle, che si andavano a incrociare tra loro mettendo in risalto i capezzoli, per chiudere in bellezza un collare posturale e un paio di polsini, in cuoio nero, muniti di attacchi per eventuali accessori extra quali catene ed ammennicoli vari. Quando finalmente ero psicologicamente pronto per vestirmi notai infondo al sacchetto un ulteriore accessorio, una lunga parrucca dalle tonalità turchesi, oggi Urd aveva dato libero sfogo alla sua fantasia, si era veramente sbizzarrito. Mentre mi vestivo mi sorse un dubbio, cosa dovevo farci col giochino al mio interno? Per quello non avevo ricevuto istruzioni. Per evitare problemi lo lasciai li doverano. Fu una vera liberazioni togliersi la fascia che da questa mattina mi stava comprimendo il cazzo. Una volta pronto andai dritto filato allo studio di Urd, lo trovai seduto alla sua scrivania alle prese con diversi documenti e scartoffie. Quando mi vide i suoi occhi si illuminarono di lussuria, si lecco le labbra e iniziò a studiarmi da cima a fondo. Ad interromperlo fu lo squillo del telefono, sicuramente era Shinoa che lo avvisava dell'imminente arrivo del cliente.

<<mostro, sotto la scrivania e vedi da far lavorare bene quella boccuccia che ti ritrovi, ah e vedi di non fare rumore non voglio che il cliente ti scopra>>
<<ai suoi ordini mio signore>> risposi per poi infilarmi sotto la scrivania, proprio quando Urd ebbe sfilato il suo pacco dalla patta aperta dei bianchi pantaloni qualcuno bussò alla porta e mentre lui rispondeva avanti io cominciai il mio sporco lavoro. Iniziai leccandogli delicatamente la cappella per poi passare al resto del fino a quando non lo ritengo abbastanza umidificato per essere inglobato dalla mia cavità orale. Inizio così a succhiarlo aiutandomi con dei movimenti della testa, ad accompagnare questi cè il regolare movimento circolare della lingua intorno a tutta la sua lunghezza. Lo sento diventare sempre più duro e grosso nella mia bocca. Per dargli maggiore soddisfazione inglobo interamente il suo cazzo, ritrovandomelo così in gola, e inizio a pompare con più veemenza, sempre più velocemente. Quando sento che sta per venire cerco di spostarmi per finire il lavoro a mano ed evitare così di dovermi ingoiare il suo schifoso sperma, ma lui intuendo ciò con un rapido gesto mi afferra e mi costringe a rimanere li e ingoiare tutto.
Ripreso fiato ricominciai da capo il mio lavoro. Durante il suo primo appuntamento riuscii a farlo venire ben 5 volte e lui sembrava non averne ancora abbastanza al contrario del mio stomaco.
Ma l'appuntamento era finito quindi fu costretto a ricomporsi per salutare adeguatamente il suo cliente. Lo vidi alzarsi e scomparire dalla mia visuale, molto probabilmente stava accompagnando il cliente alla porta. Ripensai a ciò di cui avevano discusso per tutto il tempo, ovvero droga, molto probabilmente quell'uomo non era un cliente del locale ma dell'organizzazione, della cui esistenza io non dovrei saperne niente, neanche della sua esistenza. Purtroppo ho avuto il piacere di scoprirlo un a sera a turno finito mentre me ne tornavo a casa. Urd e un altro si stavano accordando per una certa operazione, gli unici dettagli che avevo capito era il luogo dove questo doveva svolgerla, ovvero Mosca, e che lo scopo era l'eliminazione di alcuni personaggi scomodi ai loro traffici e all'organizzazione.
In quel momento ero riuscito a scorgere il sicario, era un uomo robusto, interamente vestito di bianco, un mantello viola, i capelli nero pece raccolti in una lunga treccia e dei ciuffi vermigli sulla fronte. Gli occhi iniettati di sangue, come i miei in questo momento dato che indossato ancora le lenti.
Mentre rimuginavo sul passato la voce di Urd mi giunse alle orecchie
<<esci>> e così feci.
Lui era ancora in piedi davanti alla porta e aveva ripreso a studiarmi, ma fu nuovamente interrotto dal cellulare. Questa volta non rispose neanche, lo lasciò squillare e torno con calma a sedersi sulla sua poltrona facendomi segno di rimettermi dov'ero prima, anche se questa volta voleva avere a portata di mano il mio fondoschiena. Ora che arrivasse l'altro cliente slacciò alcune fibbie sul retro dei pantaloni per avere libero accesso alle mie parti intime
<<bene bene... vedo che hai tenuto il giochino che ti ho dato questa mattina... e bravo il mio piccolo demone masochista>>
Mentre parlava aveva iniziato a palpare ed accarezzare le mie natiche.
<<ti avviso dovrei resistere molto più di prima, il prossimo appuntamento durerà di più del precedente e ricordati sempre di non fare rumore>>
Proprio mentre finiva di parlare bussarono alla porta.
<<entra pure Crowley>>
A quel nome mi pietrificai all'istante, era il sicario di quella volta di tanto anni fa.
<<finalmente sei tornato>>
<<già, ho avuto qualche contrattempo e il KGB alle calcagna, li a Mosca ci stavano col fiato sul collo, molti sono Stati uccisi o arrestati e prima di rientrare alla nostra base principale ho preferito prima far perdere completamente le mie tracce>>
<<si hai fatto bene, ora prima che ci rintraccino passerà qualche tempo e saremo liberi di Porta avanti i nostri affari>>
Mentre parlava con Crowly Urd aveva iniziato a giocare con la stecca, a farla ruotare, a sfilarla e rinfilarla.
Mi morsi le labbra per trattenere un gemito. Mi stava facendo impazzire. Oggi aveva pensato di torturarmi in tutt'altro modo.
<<hai portato a termine tutti i compiti che ti erano stati assegnati?>>
<<ovvio! Per chi mi hai preso? Io porto sempre a termine i miei compiti, a qualsiasi costo>>
<<qualche sopravvissuto?>>
<<solo uno, all'epoca avrà avuto all'incirca 10 anni, volevo un po di pepe per il futuro, gli ho dissanguato i genitori sotto il naso, se non erro si chiamava Mikaela, sonche ora sta diventando matto insieme ai suoi compari del KGB per scovarci... ahahahahaha>>
Per la seconda volta in pochi minuti mi ritrovai pietrificato, era mai possibile che quel bambino fosse il mio Mika? Era mai possibile che una persona così buona e gentile fosse uno spietato agente segreto russo, una macchina per uccidere i criminali? Il suo orribile passato faceva a concorrenza col mio.
All'improvviso il mio flusso di pensiero fu introdotto dall'estrazione in un'unica volta della stecca, gesto che x poco non mi fece scoprire.
L'oggetto appena sfilato venne subito sostituito da due sue dita che iniziarono immediatamente a sforbiciare dentro di me.
<<Crowly sei una testa di cazzo lasciatelo dire, questa tua pensata mi puzza di guai>>
Cazzo, cazzo, cazzo, Mika era nei guai. Questo era il mio pensiero costante mentre Urd continuava a penetrare con le dita. Stava diventando piacevole e a ribadire ciò c'era il mio membro pulsante nei pantaloni, se ne accorse anche Urd, così aggiunse il terzo dito, all'intrusione dovetti trattenere un gemito, di nuovo, misto tra il dolore e il piacere.
<<te e il tuo compare dovete stare molto attenti siete un po troppo spensierati per i miei gusti, Ferie soprattutto>>
Terzo colpo al cuore nell'arco di quella serata, ma le sfighe tutte io?!
Insieme al terzo colpo raggiunsi l'orgasmo e venni.
Dopo di che Urd, come se avesse intuito cosa avessi appena fatto senza il suo permesso, sfilò la mano. Speravo che avesse finito, ma mi sbagliavo, tempo pochi secondi che sentii a contatto con la mia entrata la sua mano chiusa a pugno. Neanche il tempo di realizzare cosa volesse fare che l'aveva già fatto, il suo pugno mi aveva appena sfondato. Mi morsi le labbra per non urlare e contemporaneamente serrai gli occhi, dai quali sfuggì una lacrima.
Quando iniziò a spingere ancora più in profondità il pugno mi accorsi che al braccio Urd portava uno dei suoi soliti bracciali borchiati e dai miei ricordo quel coso gli arrivava fino al gomito.
Sento le borchie sfregare contro le pareti del mio retto e graffiarlo. Ogni suo movimento è un mio sussulto, ormai le mia labbra sono martoriate per tutte le volte che sono state morse per trattenere i gemiti di dolore.
Dopo qualche minuto inizio anche a sentire del sangue colarmi sulla coscia. Io soffrivo e quei due continuavano a chiacchierare amabilmente.
<<detto questo, inizia insieme al tuo compare a darti da fare per scovare quegli stronzi 007 che ci stanno alle calcagna>>
<<ai suoi ordini my Lord>>
Sapevo per esperienza che quando queste parole venivano pronunciate l'incontro poteva considerarsi finito, infatti dopo poco senti la porta aprirsi e poi richiudersi, segno che qualcuno aveva appena lasciato la stanza, poi il tempo sembrò cristallizzarsi, niente si mosse paesi qualche secondo. Poi sentii il gelo scorrermi nelle vene.
<<you shouldn't have done that>>>
Dicendo queste parole Urd affondò ancora più in profondità il pugno e una volta che il suo braccio era dentro di me praticamente fino al gomito iniziò ad aprire e a chiudere la mano mentre contemporaneamente compiva della rotazioni. Andò avanti così per un bel po'di tempo, poi quando si stufò sfilò il braccio tutto d'un colpo. Quando lo fece nuovi rivoli di sangue iniziarono a colare e subito le braccia che dapprima mi reggevano cedettero facendomi crollare con la faccia a terra e il culo all'aria in una posizione a dir poco indecente. Poco dopo al sangue si aggiunse lo sperma di Urd che a quanto pareva mi era venuto addosso. Ero ancora con la faccia al suolo ansante che cercavo di riprendermi quando un nuovo comando mi fu impartito.
<<alzati subito non abbiamo ancora finito>>
Nonostante le forze quasi praticamente assenti mi alzai.
Ad aspettarmi trovai un Urd completamente nudo comodamente seduto sulla poltrona, con il cazzo già pronto a fottermi perfettamente eretto in mezzo alle gambe divaricate. Sapevo già cosa volesse come sapevo anche che avrei dovuto fare tutto da solo, mi dovevo impalare.
Riluttante mi avvicinai, quando gli fui di fronte mi volta i per dargli le spalle e mi posizioni anche io a gambe divaricate sopra di lui, ora mancava solo l'ultimo passo, mi dovevo abbassare quel tanto che bastava per far entrare in me il suo cazzo già a contatto con la mia intimità.
Mi abbassai molto lentamente, non perché facesse male ero già stato abbondantemente sfondato quella sera, era che sapevo che a lui piaceva così.
Poi stranamente non iniziò a muoversi come sempre, mentre affondava sempre più in me fece degli strani movimenti con le braccia, come se fosse alla ricerca di qualcosa.
Poi quando il suo cazzo fu interamente dentro me sentii della stoffa calare sopra i miei occhi e legarsi stretta dietro la mia testa, solo dopo avermi bendato iniziò a muovere il bacino facendomi rimbalzare sopra di lui mentre io cercavo ,per quel che potevo, di assecondare i suoi movimenti anche se in quella posizione mi era un po' difficile.
Arrivò alla stessa conclusione anche Urd, infatti poco dopo raccolse con le sue braccia le mie gambe portando mele al petto, in questo modo poteva meglio gestirmi. Ora ero una bambolina perfetta.
Poco dopo l'inizio sentii il suo pene ingrossare, segno che stava per venire.
Difatti poco dopo si svuotò dentro di me, per riprendere immediatamente a muoversi, non lasciando così modo allo sperma di fuoriuscire, fatta eccezione per qualche piccola goccia. Altro sperma che si sarebbe andato ad aggiungere alla riserva che già giaceva nel mio stomaco da prima.
In quella posizione venne dentro di me ben quattro volte. Poi evidentemente si stufò e decise di cambiare posizione. Mollò le mie gambe e ancora col cazzo dentro di me si alzò e mosse qualche passo in avanti tenendomi per il sedere e obbligandomi a fare altrettanto.
Il mio petto venne quasi istantaneamente a contatto con la sua scrivania quindi intuito il suo intento mi tira i su sui gomiti per rendere leggermente più comoda la posizione.
Raggiunto il suo scopo decise di togliermi un appoggio e mi prese per un braccio mentre andò a posizionare l'altra mano sulla spalla opposta al braccio che aveva preso e così messo ricominciò a penetrarmi.
Questa volta ci mise un po' a raggiungere l'orgasmo e anche questa volta mi venne dentro.
Di questa posizione però si stancò subito. Mollò la spalla e mi tirò per il braccio che ancora mi stava tenendo in modo da farmi mettere il petto di taglio e contemporaneamente con il braccio libero si portò una gamba sopra una spalla. Il tutto ovviamente rimanendo dentro di me. Poi riprese a muovere il bacino per entrare e uscire da me a una velocità disumana.
In questa posizione, assai più scomoda, venne dentro di me altre 3 volte.
Alla terzo volta si sfilò e andò a riaccomodarsi sulla sua poltrona, poi mi tirò per il braccio in modo da farmi ruotare e trovare faccia a faccia con lui. Questa volta mi sedetti a cavalcioni su di lui e mi ricalai velocemente su di lui ormai in tranche. Subito dopo iniziai a muovermi su e giù, a destra e a sinistra in modo da soddisfare entrambi.
Urd mi era appena venuto dentro quando la porta dietro di me si spalancò e ne entrò qualcuno.
<<posso favorire?>>
Quella voce...accompagnata dal tintinnio di alcune catene... non ci potevo credere, lui no, tutti ma non lui.
<<Ferid! Come no, prego, in due ci si diverte di più>>
Lui si divertiva di più.
Al consenso di Urd Ferid mi si avvicinò e con le catene che aveva in mano mi legò le braccia incrociate al collare che portavo in modo da costringermi a reclinare leggermente la testa e ad inarcare la schiena. Poi a opera conclusa Urd si alzò dalla poltrona in modo che anche Ferid potesse penetrarmi più facilmente.
Una volta che entrambi furono dentro iniziarono a muoversi a ritmo sostenuto e dopo quelle che a me parvero ore vennero entrambi nella mia cavità anale. Erano talmente stretti dentro di me che non una goccia fuoriuscí. Subito dopo ripresero a penetrarmi con potenza, non ancora soddisfatti, sembrava quasi che mi volessero sfondare, come se non lo fossi già abbastanza.
Ferid per divertirsi di più prese a giocare coi miei capezzoli.
Dopo non so quanto tempo avevo ormai perso il conto di quante volte quei due mi erano venuti dentro, sentivo il mio stomaco ripieno del loro sperma e il mio sesto senso mi diceva che il peggio di quella serata doveva ancora venire.
E infatti non mi sbagliavo, mentre i due si stavano ancora una volta muovendo dentro di me sentii Ferid levarmi la parrucca. Subito dopo vennero a contatto con la pelle della parte bassa del collo due cose umide e acuminate.
Neanche il tempo di riflettere su cosa potessero essere che queste affondarono nella mia carne.
Spalancai la bocca in un tacito urlo di dolore, gli occhi sgranati sotto la benda.
Non riuscivo a crederci, Ferid mi aveva appena morso e aveva iniziato a bere il mio sangue. Lo sentivo mette scorreva veloce fuori dalla mia vena.
Ero ancora sconcertato da questa macabra scoperta quando anche Urd mi morse nella parte opposta del collo. Questa volta non riuscii a trattenere un urlo di dolore.
Dire che ero traumatizzato era poco.
Quando vennero per l'ennesima e ultima volta si staccarono.
Urd subito dopo essere uscito da me mi mollò a terra come un sacco di patate, non prima di avermi infilato su per il culo l'ennesimo dildo per evitare la fuoriuscita dello sperma.
Quando fui a terra lo sentii armeggiare con i miei 'pantaloni', stava richiedendo le fibbie per evitare la fuoriuscita del dildo, che constatai avesse una base dalla forma anatomica.
<<domani mattina stesso orario di sempre>>
E mentre mi tirava una forte manata sullo stomaco disse
<<con ancora tutto ciò al tuo interno,intesi?>>
Annui in risposta mentre cercavo di trattenere ciò che mi era appena tornato su per via della manata.
Quando se ne furono andati mi tirai a sedere e iniziai a chiedermi come avrei fatto a tornare nella mia stanza, ero bendato e legato come un salame.
Per fortuna in mio aiuto arrivò il mio Angelo custode, si fa per dire, Kimizuki. Come sempre toccava a lui occuparsi di me, un po' mi dispiaceva.
<<Yuū ora ti spero e poi ti do una mano va bene?>>
Non volevo mostrarmi debole più di quel che ero, quindi...
<<grazie ma questa volta non c'è bisogno che mi riaccompagni, ce la posso fare da solo>>
<<come vuoi>>
Per prima cosa mi liberò le braccia, poi passò a togliermi la benda.
Quando ebbe finito si alzò e si misi di fronte a me tendendomi una mano.
<<almeno per alzarti ti fai aiutare?>>
La sua domanda aveva un che di ironico e suo volto c'era stampato un sorriso, uno di quelli di chi ha capito tutto.
Accettai volentieri la sua mano e prima di uscire dallo studio raccattai la parrucca che l'indomani mi sarebbe servita, poi una volta fuori dalla porta ognuno prese la sua strada.
Quando fui in stanza mi guardai allo specchio, avevo un colorito che faceva invidia a un cadavere e quattro profonde ferite svettavano alla base del mio collo, dalle quali fuoriusciva ancora un po'di sangue.
Prima di andare a dormire mi feci una doccia per togliermi tutto lo schifo di dosso e mi disinfettai le ferite, una volta in pigiama potei finalmente addormentarmi, anche se non fu propriamente un sonno ristoratore.

Madame et messier sono risorta e per farmi perdonare ecco a voi un capitolo di 3030 parole. Spero lo appreziate, inoltre chiedo se doveste notare qualche tipo di errore oggi orrore non esitate a dirmelo così potrò provvedere a corregerlo.
Grazie mille 😄

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