CAPITOLO 23 parte prima - I LIKE THE SUMMER RAIN

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[People Help The People - Birdy]

Il giorno dopo, nel tardo pomeriggio arrivammo a Londra. Il bello di essere in compagnia dei ragazzi era la possibilità di evitare lunghe attese, dal momento che appena fuori dall'aeroporto di Gatwick c'era già un'auto enorme con tanto di autista. Quelle figate mi sarebbero mancate e non poco. L'auto si fermò davanti al pub Archie's, che ormai avrete capito essere luogo di episodi strani. E quella sera non fu da meno.

Appena scesi dall'auto, una goccia d'acqua mi colpì il viso. La mia Londra mi era mancata, con le sue serate uggiose estive. Io e Cal, senza nemmeno pensarci ci fermammo all'entrata, come da rito, per fumare una sigaretta. Mi fermai a contemplare la strada, da cui si intravedeva l'Acacia. In pratica la mia compagna di avventure e, perché no, di sventure. Quasi come una sorella che non ho mai avuto. Mi crederete pazza, e probabilmente al tempo lo ero, parecchio. Era successo tutto così in fretta, quasi non me ne rendevo conto. Tutto era cominciato quella notte, dopo la litigata con mia madre. Probabilmente se non avessimo mai discusso quella sera di Luglio, non avrei mai preso la metro, non mi sarei mai fermata davanti a quello squallido ostello, non avrei mai udito quelle risate soffocate. Non avrei mai conosciuto Ashton nel bagno. Non avrei mai conosciuto Luke e Michael nel corridoio, e Calum, sullo stipite della porta, poco prima di abbandonarmi al riccio. Non avrei mai parlato con Luke in quel pub, non me ne sarei mai innamorata. Non sarei mai andata sul London Eye con lui. Non avrei mai sofferto per lui. Non avrei mai scoperto che costui era il mio fratellastro. Non avrei mai fatto la cazzata da Archie's con Michael (che avevamo promesso a noi stessi di non dirlo a nessuno).Non sarei andata al loro concerto, non sarei mai svenuta.Non avrei mai rincontrato mio padre. Non avrei mai incontrato Andrew, Bryana e Angie, e probabilmente neanche Michael l'avrebbe mai conosciuta. Non avrei mai passato quella serata alla Tower Bridge. Quanto al ragazzo della doccia... con lui avevo iniziato e con lui stavo finendo. Non avrei mai provato così tante emozioni in così poco tempo. Ma soprattutto, non avrei mai conosciuto Calum: il mio migliore amico. Non avrei mai incontrato colui che mi era stato vicino anche nei momenti difficili. In quei momenti mi sarebbe piaciuto sprofondare, scappare via e abbandonare tutti, ma lui c'era. C'era sempre stato, ed era con me anche lì, davanti all'Acacia, l'ultima sera. E fu in quel momento che sperai che lui non se ne andasse, mai.

"Megan... Megan!" sentii la voce di Calum chiamarmi. Mi girai di scatto e incontrai gli occhi di Cal. "S-scusa ero assorta nei miei pensieri..." dissi. "A che pensavi?" mi domandò, buttando fuori il fumo dal naso lentamente. Gli sorrisi. Lui ricambiò. "Ripensavi alle nostre avventure, non è vero? A tutto quello che è successo in queste settimane?" Come faceva a capirmi così al volo?. Annuii e abbassai la testa, facendo un ultimo tiro di sigaretta. "Mi mancherà anche a me in qualche modo, l'Acacia intendo" disse. "Magari non la muffa sulle pareti..." Risi di gusto e così fece lui. Rimanemmo in silenzio per qualche secondo, quando lui riprese a parlare: "Da quanto tempo va avanti la cosa con Ashton?" Mi morsi la lingua a quella domanda. Non sapevo esattamente come rispondere, avrei potuto deluderlo. "Era una distrazione Cal, io non-" "Non sono arrabbiato Meg, almeno non troppo da urlarti contro." Esitai un po'. "Una settimana, non di più. "Senti Calum, Ashton mi ha aiutata a distrarmi, subito dopo quanto successo con Luke, non stiamo assieme è solo una cos-" "Megan. Ti ho già detto che non sono incazzato. Sono solo preoccupato per te." continuò "Secondo me sei solo alla ricerca di qualcuno che possa amarti, accettarti per come sei." disse guardandomi nelle palle degli occhi. Lo guardai persa. Aveva ragione. In qualche modo mi piaceva essere apprezzata. Mio padre non c'era mai stato, mia madre era sempre assente. Quando li ho conosciuti, speravo di fare nuove conoscenze, per staccare dalla vita di merda che vivevo in quel periodo. Lo guardai con occhi un po' spenti, lui buttò la sigaretta a terra, era davvero un angelo. Lo abbracciai subito, e lui mi diede un bacio sulla fronte. Rimanemmo avvinghiati per diversi secondi, e quasi mi scese una lacrima. Sentivo gocce pesanti d'acqua precipitare sopra di noi, ma noi ce ne fregammo. Mi strinse forte fra le sue braccia, per poi accarezzarmi lentamente i capelli con la mano destra. Non volevo più staccarmi da quell'abbraccio e non volevo che tutto finisse quella sera. "Non andartene. Ti prego." singhiozzai quasi. "Non posso Megan." ripose con un filo di voce lui. "Promettimi che ti ricorderai di me, quando tornerai in Australia domani." dissi, ancora abbracciata a lui. Lui misi il suo mento sulla mia testa, e mi strinse più forte. "Non ti dimenticherò Megan. Se c'è una cosa che non potrei fare è dimenticarti." Strizzai gli occhi, dai quali caddero due pesanti lacrimoni. "Ti voglio bene, Cal." dissi sottovoce. Lui aspettò qualche secondo. "Anch'io, Meg. Anch'io ti voglio bene."

Io, Loro e L' Acacia. | | 5sos | |Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora