CAPITOLO 11 - OCCHI AZZURRI

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[Breathe Me - Sia]

Erano circa le 17:30 quando decisi di andare a farmi un giro. Feci due fermate di metro e mi piazzai su una panchina ad Hyde Park. Ero stanca, infatti mi si chiusero quasi gli occhi dal sonno, fino a quando non sentì una voce familiare, troppo familiare. "M-Megan?" alzi lo sguardo e incontrai un paio di occhi marroni circondati da occhiaie pesanti. Mia madre era lì, in piedi davanti a me.

Mi prese un colpo e di scatto mi alzai dalla panchina. "Mamma?! Ma cosa-" "Megan dobbiamo parlare. Ora" disse con voce tremante. Molto titubante la feci sedere sulla panchina insieme a me. "Grazie per avermi cercata comunque mamma." dissi fredda. "Cosa?" ripose lei guardandomi confusa. "Come 'cosa?' E' una settimana che non ci sono e non ti sei nemmeno preoccupata di me" Lei mi guardò torva. "Sei scappata di casa?" domandò lei con un nodo in gola. "E te ne accorgi ora?" sputai acida. "Ogni tanto ti accorgi della mia presenza in casa o non te ne fre-" "Non ero a casa Megan." ripose lei sicura. "In che senso non eri a casa?" Lei si sitemò una ciocca di capelli ricci dietro l'orecchio e iniziò a spiegare. "La sera che abbiamo litigato, sono uscita di casa per fare due passi ed ho incontrato..." si bloccò. "Tuo padre."

Rimasi scioccata. Quel bastardo era tornato a Londra? "Che cosa?!" esclamai. "Abbiamo parlato per qualche minuto e lui mi ha confessato che un anno prima di lasciarci lui mi tradiva con una ragazza, la cosa non mi sorprese" disse con una smorfia. "Il problema è che la ragazza, che fra l'altro è anche austrliana, rimase incinta e-" "Che hai detto?" la interrupi immediatamente. "Che la ragazza rimase incinta?" ripose lei confusa. "No, prima" "Che è australiana?" Un brivido. Deglutii per poi farla continuare con la storia. "Quando il bimbo nacque, per un po' di mesi tuo padre condusse una doppia vita, fino a quando non si decise di lasciare noi per andare a vivere in Australia con la ragazza e il bambino." Terminò lei. Iniziarono a sudarmi le mani. "E quindi? Perchè sei stava via una settimana?" domadai. "Perchè per tutta la settimana ho cercato di rintracciarlo, dato che quella sera se ne è andato dal nulla, girovagando in giro per Londra. Fino a quando non è stato lui a rintracciarmi dicendomi che vorebbe vederti e farti conoscere il tuo fratellastro" ripose lei fingendo un sorriso. "Perchè dovrei? Quel bastardo ci ha lasciate! Figurati se voglio conoscere la sua nuova moglie e suo figlio" dissi l'ultima parola timidamente. "Beh, suo figlio farà un concerto fra poco, il 16 Luglio, e ci ha invitate." Sbiancai a quelle parole ed iniziarono a tremarmi le mani. "E questo-o figlio ha un n-nome?" chiesi con filo di voce. "Mi pare che si chiami Lucas, forse Luke, non ricordo bene."

Tutto bianco. Mi girava la testa. Mi alzai traballante dalla panchina per poi iniziare a correre verso la metro senza dare spiegazioni a mi madre. "MEGAN!! Torna qui!" urlò lei, ma io non la ascoltai e le lacrime iniziarono a rigarmi il viso. Il mio cuore andò in mille pezzi e intanto il mio pianto diventò sempre più forte. Continuai a correre, senza fermarmi. Lacrime calde e pesanti condinuvano a scorrere come fiumi sul mio viso. Mi sentii persa, mi parve di svenire da un momento all'altro. Guancie rosse e sporche di mascara colato, occhi lucidi e bocca tremante, fu in quelle condizioni che incontrai Luke non appena arrivata nel corridoio dell'hotel che conduceva alle nostre camere.

"Megan?" esclamò lui con voce piatta non appena mi vide. Io lo guardai, con gli occhi pieni di lacrime. Mi accasciai sul pavimento, continuando a piangere rumorosamente, prima che Luke si avvicinasse a me. Alzai la testa e incontrai i suoi occhi azzuri, e fu in quel momento che realizzai quanto fossero simili ai miei. "M-Megan che hai?" disse, cercando di non mostrare molto interesse, il mio fratellastro.

Io, Loro e L' Acacia. | | 5sos | |Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora