II

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No, non c'è la potevo fare!

Era peggio di come me lo immaginavo, c'era tanta, ma tanta gente. Mi osservano come se fossi un premio da esporre. Ero insieme a zia Leila e zio William e sentivo gli occhi di tutti addosso. Molti si avvicinavano per salutarmi cordialmente ed io, imbarazzata, accennavo solo un sorriso.

Volevo che quella stupida cerimonia finisse velocemente. Afferrai una brocca contente del vino e ne bevvi un sorso, mio padre non voleva che bevessi, ma ne avevo bisogno in quel momento. I miei genitori vennero annunciati e subito partirono applausi ed urla da parte di tutta la gente presente.

Vidi come i miei genitori erano apprezzati ed incoraggiati dal proprio popolo e mi chiesi se un giorno sarei stata anch'io in grado di eguagliarli. Essendo la loro unica figlia, avevo di diritto la successione al trono, ma mi chiedevo quando sarebbe giunto quel momento, dato che loro erano immortali.

Dovevano scomparire dalla circolazione improvvisamente, molto spesso ne avevamo parlato; gli umani non potevano vederli sempre giovani e solari, avrebbero sospettato qualcosa.

Sospirai e mi guardai attorno, poggiando la brocca su uno dei tavoli presenti. Mi dondolai sui talloni e mi avvicinai all'area da ballo che era stata allestita per l'occasione. Lì molte coppie danzavano a ritmo della melodia tradizionale e mi poggiai ad un'asta di legno, osservando come tutti si divertissero; perfino Angel aveva trovato un cavaliere per la serata.

Ancora una volta mi sentii terribilmente sola ed isolata da tanta positività. Qualcosa, però, mi fece voltare la testa di scatto. «Mi concedereste l'onore di questo ballo, Principessa?», chiese un bellissimo ragazzo dagli occhi azzurri.

Osservai dapprima il suo viso e poi la mano che mi porgeva. Sorrisi ed annuii, afferrandogliela. Mi trascinò con sé in pista da ballo e il cuore cominciò a battere all'impazzata quando vidi gli sguardi dei presenti posarsi nuovamente su di me.

Mi sentii stringere la vita dal suo braccio e volontariamente poggiai le mani sulle sue possenti spalle. Era più alto di me, aveva un fisico da vero cavaliere; possente e fiero. Il suo sguardo era dolce e deciso, quei occhioni azzurri mi ipotizzavano.
«Siete un'ottima ballerina, mi chiedo come mai stavate da sola ad ammirare questa festività.»

Volteggiai e mi ritrovai ancora una volta al suo petto. «Non amo particolarmente il ballo, come vi chiamate mio cavaliere?»

«Adrien, Principessa Jane.»

«È la prima volta che partecipate ad una festività? Non mi sembra di avervi mai visto.»

Ci muovevano lentamente, seguendo gli andamenti di tutti i presenti. «Si, è la prima volta, sono appena giunto in paese.»

«Davvero? Da dove provenite?»

«Dalle Campagne Del Sud.»

«Cosa vi ha spinto a raggiungere queste campagne così lontane?», feci un altro passo a destra e la melodia cessò. I presenti applaudirono ed acclamarono ancora, mentre io feci un passo indietro e mi allontanai dalla pista. Mi seguì subito. Ritornai al punto di partenza e lui si appoggiò all'asta di legno, accanto a me.

«Sono venuto qui per lavoro, come penso già sappiate, nelle Campagne Del Sud ultimamente quest'ultimo scarseggia.»

Annuii e ripensai alla situazione economica dei miei nonni, mia madre li aiutava come meglio poteva, gli spediva soldi e cibo, ma il loro raccolto non andava mai bene. Sembrava che le terre non avessero più alcuna fonte di vita e ciò gravava sulle famiglie contadine.

Sospirai e, nel momento stesso in cui stavo per dire qualcosa, la possente voce di mio padre vibrò attorno a me. «Jane!»

Entrambi ci voltammo alla mia destra, dove vidi i miei genitori avanzare. Adrien subito abbassò il capo e fece un cordiale inchino, mostrandosi rispettoso.
«Buon anniversario Re e Regina.»

Mia madre gli sorrise, mentre mio padre lo inceneriva letteralmente con lo sguardo. «Voi siete?»

«Adrien, Sire, sono una delle nuove reclute.»

«Dunque vi state intrattenendo con mia figlia senza avere il mio permesso? Non mi sembra una buona mossa, dato che il destino finanziario vostro e della vostra famiglia dipende da me.»

Mi meravigliai da tanta serietà e rigidità. Mai avevo visto mio padre comportarsi in quel modo, eccetto con Damon, ma lui era un caso totalmente differente.

«Mi perdoni per la mia sfaccettatura, avevo notato la principessa in disparte e da sola. Non era mia intenzione essere scortese nei suoi confronti.»

Mia madre mi lanciò un'occhiata, alla quale risposi con un timido sorriso, infatti fu proprio lei ad intervenire. «Bene, Adrien, spero che vi troverete bene qui. Come penso già sappiate, anch'io provengo da una famiglia Delle Campagne del Sud, quindi siamo compaesani.»

«Certamente, Maesta», abbassò il viso, ma quello di mio padre era ancora rigido e i suoi occhi ardevano sulla mia figura. Non potevo biasimarlo, dopo ciò che avevo passato, non voleva vedermi soffrire ancora.

«Principessa Jane!», mi sentii chiamare da lontano. Vidi una ragazza sventolare la mano nella mia direzione.

Lanciai un'occhiata ad Adrien, «grazie mille per il ballo, spero di rivedervi ancora.»

Con un gesto spontaneo e veloce, mi afferrò delicatamente la mano e la portò alle sue labbra, stampandogli su un bacio casto. «Lo spero anch'io, con tutto il cuore.»

«Gli amputo le mani se si azzarda ancora una volta a...»

«Abel basta! Non ha fatto nulla di male, anzi è stato cortese, non lo pensi anche tu, tesoro?», lo interruppe la mamma.

«Si...penso di sì», sospirai e mi diressi verso la ragazza che poco prima mi aveva chiamata. «Eccomi, cosa desiderate?»

«Ecco a lei principessa», mi porse una rosa nera quasi del tutto appassita.

Aggrottai la fronte ed osservai la ragazza, «come mai mi donate una rosa?»

«Non ve la dono io, è stato un ragazzo a chiedermi di darvela.»

Nota Autrice:
Siccome Jane assomiglia maggiormente alla madre, ho pensato che l'unica attrice che potesse rappresentarla fosse Kacey  Rohl

Nota Autrice:Siccome Jane assomiglia maggiormente alla madre, ho pensato che l'unica attrice che potesse rappresentarla fosse Kacey  Rohl

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-Angel❤️

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