XXXVIII

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LEGGETE È IMPORTANTE!
Innanzitutto voglio scusarmi perché il capitolo è corto e non aggiorno da ben tre giorni (quindi vi aspettate un capitolo un po' più lungo e bello), non starò qui a inventarmi scuse; sono sempre stata onesta e lo sarò anche ora.
Questa, così come la settimana a venire, è una settimana un po' stressante per me, non solo per la scuola (quest'anno ho la maturità e i prof stressano parecchio), ma anche perché mi si è rotto il cellulare.
Lunedì lo porterò ad aggiustare, ma non so quando me lo restituiranno, per cui la settimana prossima potrebbero non uscire capitoli.
Uso il computer solo per revisionare La Rosa Spinosa, infatti penso che pubblicherò lì qualcosa.
Vi chiedo solo di avere pazienza e di scusarmi, spero che comunque non perderete interesse per la storia e che continuate a seguirla.
Mancano ormai pochi capitoli alla fine e non vedo l'ora di lasciarvi ancora una volta sorpresa.
Buona lettura.
-Angel ❤️

Facevo dondolare le gambe dal letto, quella notte non avevo per niente dormito ed erano appena passate le cinque. Nessuno era passato per la mia camera, pur avendo udito quel rumore del tavolo, infatti esso giaceva in disparte in un angolo della stanza; Damon lo avevo spostato dopo aver terminato la conversazione con me. Mi aveva detto che purtroppo non aveva trovato una cura a ciò che mi stava succedendo, eravamo rimasti in silenzio per circa un'ora, non avevo detto nulla dopo la sua confessione sui fatti realmente accaduti.
Ero confusa, preoccupata e non sapevo come parlare con i miei genitori, non sapevo come avrebbero reagito a tutto. Come facevo a spiegargli ciò che Damon aveva detto a me? Come facevo a spiegargli che per tutto quel tempo lo avevo tenuto nascosto in camera mia?

Sospirai e lo osservai dormire sul divano, aveva deciso di sua spontanea volontà di dormire lì. Non avevo obiettato, non lo avevo nemmeno invitato a dormire sul mio letto.
Osservai le mani e le vidi pallide e, quando me le portai alle guance, le sentii fredde. Mai mi era capitato di sentire il freddo, o di avere qualche parte del corpo con la temperatura bassa, il mio corpo aveva sempre avuto una temperatura un po' elevata,  dato che ero per metà demone.

Le lasciai ricadere sul grembo e sospirai ancora una volta, mi sentivo vuota, come mai lo ero stata. Ripensai più volte alle parole di Damon, ogni singola frase era stampata nella mia mente e più le ripetevo, più mi capacitavo a crederlo.

«Jane», udii da una voce assonnata, «sei ancora sveglia?»

«Se mi vedi con gli occhi aperti significa che sono sveglia.»

Lo vidi alzarsi e stirecchiare le gambe, «dovresti riposare e guadagnare forze. Se vuoi ti racconto una favoletta», cercò di sdrammatizzare. Mi sembrava di essere tornata indietro con il tempo, Damon man mano stava riprendendo il suo vero carattere e stava dimenticando ciò a cui era stato sottoposto.

«Non penso funzionerà», borbottai.

«Se non proviamo, non lo sapremo mai», ridacchiò e si sedette accanto a me, spingendomi leggermente indietro. «Coraggio, sdraiati, non voglio farti nulla.»
Diedi ascolto al suo ordine e mi sdraiai, portandomi le coperte fino al mento. Non avevo ben chiara la sua intenzione, ma non avevo nulla da perdere né da guadagnare.

Si sdraiò accanto a me, «allora, tanto tempo fa, in un castello lontano lontano-»

«Non puoi fare sul serio», sospirai, ma il mio cuore stava silenziosamente gioendo davanti a quella sua premura.

«Shhh.... Fammi continuare: dentro questo castello viveva una bellissima principessa, innamorata di un valoroso e affascinante cavaliere-»

«Spero che non sarai tu il valoroso cavaliere.»

«Jane, smettila di interrompermi!», sbuffò, «il valoroso cavaliere era-»
Qualcuno bussò la porta e lo interruppe ancora. «Non posso crederci», si passò una mano tra i capelli, «puoi aprire, è Angel.»

Annuii e mi alzai dal letto. Il motivo per il quale Angel bussava alla mia porta a notte fonda mi era sconosciuto, ma in quel momento pensavo solo ad un piccolo ed insignificante dettaglio per molti, ma non per me: non riuscivo a percepire Angel, né -se mi concentravo- i battiti del suo cuore.
Sospirando pesantemente, aprii la porta e la vidi in veste da notte con il nervosismo alle mani; continuava a muoverle tra di loro.
«Angel che succede?», era palese che fosse successo qualcosa.

«I vostro genitori mi hanno fermata in salotto e mi hanno chiesto di chiamarvi... Entrambi», lanciò un'occhiata in camera.

Sorpresa la fissai senza proferire parola, finché -la porta che avevo socchiuso e che reggevo con una mano- non fu spalancata del tutto e Damon si presentò. «Ho sentito bene? Avete detto entrambi?»

Annuì, «si... Io non so come sia potuto succedere, ma vi ripeto loro testuali parole: Angel chiamate immediatamente Jane e vostro fratello Damon, sono sicuro che sappiate dove sia.»

«Ne ero certa che prima o poi lo avrebbero capito, lanciare il tavolo contro la parete non è stato geniale; io non lo avrei mai fatto, lo avranno sentito», ed allora anch'io iniziavo a provare paura.

«Non capisco perché ci convocano sempre di notte, io ero solo scesa per prendere un bicchiere di acqua, ma voglio ritornare a dormire! Per favore scendiamo, così finiremo prima», sbuffò lei. Stranamente non mi sembrava preoccupata di una imminente sfuriata dei miei genitori, forse era ancora nel mondo dei sogni.

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