XXXIX

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Buona domenica My Little People 💟
Avevo messo l'avviso su instagram che avrei aggiornato ieri, infatti il capitolo era pronto, ma era ormai passata la mezzanotte quindi ho deciso di pubblicarlo oggi.
Buona lettura
-Angel ❤️

«Quindi avete ascoltato la conversazione e vi siete chiariti le idee per quanto riguarda le intenzioni di mio fratello?», chiese ancora una volta Angel, titubante sulla risposta.

I miei genitori ci avevano convocati a quell'ora per una valida ragione, innanzitutto zio William ci avrebbe raggiunti a breve per mostrare a mio padre il piano di attacco, in secondo piano vi era la questione Damon. Come già sospettavo, i miei genitori avevano udito qualcosa di anomalo provenire dalla mia camera e mio padre si era subito precipitato in mio soccorso, bloccandosi però quando aveva visto la figura di Damon.
Onestamente né io né lui lo avevamo visto sullo stipite della porta, forse troppo impegnati a discutere, fatto sta che lui aveva assistito all'intera conversazione e ne aveva parlato con mia madre. Entrambi, di comune accordo, avevano deciso di chiudere un occhio sul suo passato e di concentrarsi solo sul presente.

Damon, cogliendo subito l'occasione del perdono, seppur non estremamente entusiasta, aveva poi esposto loro tutto ciò che aveva detto a me; compreso il mio perdere i poteri. Lo avevo ringraziato mentalmente migliaia di volte, perché ero consapevole che non ero in grado di parlarne con loro, mi aveva facilitato molto le cose.

Mia madre era scoppiata in lacrime, reazione che mi sorprese molto, mentre mio padre mi aveva giurato che avrebbe trovato una soluzione. Entrambi non sapevano se questa sottospecie di maledizione mi avrebbe portata alla morte, Damon aveva ripetuto loro che secondo le sue tesi la maledizione mi avrebbe solo privato di tutti i poteri sovrannaturali che possedevo, ma la loro ipotesi era comunque fondata.

«Sì, seppur sia contraria alle bugie, abbiamo sorvolato sulla questione dell'incantesimo e adesso sorvoleremo anche su questo. Le informazioni di Damon ci sono tornate utili e di questo Abel ne parlerà a William.»

«Vogliamo dirvi che siamo molto orgogliosi di voi, nonostante la devastante crisi che sta colpendo i nostri popoli, siete stati in grado di non impazzire e di prendere in mano la situazione. Ci avete aiutato notevolmente e avete fatto di tutto pur di risparmiare le vite umane, comprese quelle del presunto esercito di Damon. Questo è ciò che fa una futura Regina», mio padre concluse, fissandomi e facendomi sorridere. Futura Regina.
«Fatto sta che se fino ad ora abbiamo progettato, adesso si passa all'azione. Kevin-»

«Abel, si chiama Ken», lo corresse mia madre, facendomi sorridere.

«Sì, Ken, ha mandato un messaggio di guerra a tutte e quattro le Campagne. Quindi stiamo organizzando truppe di uomini per l'attacco con i soldati di Damon e vampiri per combattere i suoi mostri. Jane, seppur mi duole dirvelo, voi non potete assistere in alcun modo la guerra; sarebbe un suicidio mandarvi sul campo di battaglia nelle vostre condizioni, anche vostra madre e Angel non scenderanno in guerra, ma ci raggiungeranno nello scontro finale, dove necessitiamo della loro magia per sigillare l'anima di Ken tra le epoche.»

«Devo essermi persa qualche passaggio, perché dovete sigillare l'anima di Ken? Potete benissimo ucciderlo», dissi confusa.

«Perché ciò che vi ha detto è per metà vero, egli non è un uomo o un ibrido, o almeno non più. Quella è solo la sua anima e non è possibile uccidere un anima. Con vostra madre abbiamo già trovato l'incantesimo adatto per sigillarlo tra questo e il secolo successivo.»

«Durante il conflitto starete con le donne e i bambini del villaggio, al sicuro, con quattro guardie a proteggervi. È impossibile che qualcuno vi raggiunga.»

Rimasi in silenzio, mentre Damon chiese loro quando ci fosse lo scontro, cosa potevo dire? Mio padre aveva pienamente ragione, mi disse implicitamente che sarei stata solo di intralcio; se mi fosse successo qualcosa, loro avrebbero pensato a difendermi e il piano sarebbe saltato.
Li vedevo muovere la bocca, ma ero completamente fuori dal mondo, non sentivo alcuna voce, finché una mano non si posò sul mio braccio facendomi sobbalzare.

«Domani mattina, mentre noi accogliamo lo zio, dovrete raggiungere il popolo, Adrien vi scorterà», disse mia madre. «Adesso vi accompagno nelle vostre stanze, mentre Damon e vostro padre terminano il loro discorso», senza che io aggiungessi altro, mi afferrò per un braccio e mi trascinò fuori.

Quando giungemmo in camera mia, chiuse la porta e mi abbracciò forte. «Mamma», sussurrai con un filo di voce.

«Ho paura», confessò, sorprendendomi. «Ci sono già passata in questa situazione, ma adesso ci sei tu e ho paura; spero che vada tutto per il meglio e ti giuro, bambina mia, che quando tutto questo sarà finito, ti salveremo.»

«Hai mai visto qualcosa del genere?»

Scosse il viso, «no, ma a tutto c'è una soluzione.»
Restammo abbracciate per quelle che sembravano ore, mi mancavano i suoi abbracci, seppur avesse paura, a me trasmetteva sicurezza e protezione.
Quando ci staccammo, mi stampò un bacio sulla guancia e mi disse di riposare; lei e mio padre sicuramente avrebbero passato la notte in bianco, ma erano ibridi, il sonno non gli forniva altro che un semplice passatempo. Mentre a me, cosa mai successa prima, forniva forze.

Ancora una volta mi sdraiai sul letto e rimasi ad osservare il soffitto, mi chiesi come avrei potuto dormire pur sapendo che l'indomani si sarebbe scatenata una guerra.
Le mie più grandi paure si erano ammassate e il giorno stabilito era ormai giunto. Sapevo che prima o poi sarebbe accaduto, ma in cuor mio speravo che non accadesse mai.

Una piccola parte di me gioiva, perché sapeva che tutto sarebbe finito con quella battaglia, ma l'altra parte era preoccupata per i miei cari. Riponevo la mia totale fiducia in loro, pensavo in un finale positivo, ma ero consapevole che poteva esserci anche uno negativo; cosa sarebbe accaduto se avessimo perso?
Ken cosa avrebbe fatto?
I motivi che lo spingevano ad odiarci mi erano poco chiari, sapevo per certo che Damon era il suo mirino, che la guerra era frutto delle sue azioni, ma perché dovevamo giungere ad una guerra? Non si poteva risolvere tutto pacificamente? No, a quanto pare no.

Mi girai e rigirai nel letto, ormai stava quasi giungendo l'alba, l'orologio scoccava le quattro del mattino. Iniziai ad avvertire un leggero mal di testa e le palpebre erano stranamente pesanti.
La porta della mia camera venne aperta ed entrò Damon, facendomi scattare con il busto. «È successo qualcosa?», fu la prima cosa che chiesi.

Rimase inizialmente perplesso, mentre chiudeva la porta alle sue spalle. «No, sono venuto a recuperare il mio mantello. Tra sette ore dovrai raggiungere gli altri, hai riposato almeno un po'?»

«Ti sembro una ragazza riposata?»

Mi fissò intensamente, «no.»
Si avvicinò al mio letto e si sedette sul bordo, «andrà tutto bene, lo sai, vero?»

«Lo spero», sospirai.

«Jane, tuo padre si è stranamente fidato di me e mi ha mostrato la prima parte del loro piano di attacco, è perfetto in ogni punto e non c'è nulla che possa andare in peggio. Il tuo incantesimo ci sarà molto di aiuto e tu non devi fare altro che pensare al momento in cui torneremo vincitori.»

«Cosa farai, quando tutto questo sarà finito?»

Sospirò, «prima di tutto libererò il padre di Luke e forse, non ne sono sicuro, ritornerò a casa; sono scappato per proteggervi da Ken e dal suo esercito, quando esso sarà annientato, non ci sarà più motivo di restare nell'altro mondo. Spero solo che William mi lasci spiegare.»

«Sono sicura che mio padre gli parlerà, ti ha sempre odiato, ma è un uomo che ama la giustizia», sospirai, lasciandomi ricadere sul cuscino

Abbozzò un sorriso e inclinò il busto, fino a posizionare il suo viso a pochi centimetri dal mio. Il cuore iniziò a battere all'impazzata e il respiro mi si bloccò, mentre lo vidi avvicinarsi sempre di più. Mi stampò un bacio sulla fronte e fu in quel momento che tutto intorno a me divenne scuro e caddi in un profondo sonno.

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