XXXII

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«Limone, lavanda, ginepro, gelsomino, edera e iperico? Jane, dove pensate possiamo trovare tutte queste cose?», chiese incredula Angel. Stavamo studiando per bene l'incantesimo prima di prepararlo e il primo passo era sicuramente raccogliere gli ingredienti.

«Alcune di queste le possiamo trovare in cucina, penso, anzi spero; altrimenti non saprei dove cercare», dissi sbuffando e leggendo le prime righe del foglie che avevo tra le mani, questo mi fu tolto e un viso familiare si affiancò al mio.

«Gli ingredienti che non trovate, posso procurarveli io, conosco un paio di posti dove vi sono le diverse piante.»

Lanciai una veloce occhiata a Damon, il quale non ci fece nemmeno caso e sospirai. «Va bene, vado in cucina per trovare qualche limone.»

Da quella notte in cui aveva dormito nel mio letto, la situazione era peggiorata gravemente. Non riuscivo più a controllare le mie emozioni, tant'è che mi ritrovavo a sospirare estasiata solo al suono della sua voce. Molto spesso nella mia mente si insinuavano pensieri poco casti e il mio corpo automaticamente si riempiva di brividi.

Io ormai ero letteralmente andata, ma chissà se anche lui lo era, almeno in parte. Volevo tanto leggergli la mente e capire cosa provasse per me, ma era palese che nei miei confronti provasse solo disprezzo; ciò lo aveva confermato più volte, anche quando mi aveva incitata a tornare a casa dopo avermi rapita.

Andai in cucina, dove fortunatamente trovai i limoni, ne presi un paio e ritornai velocemente in camera per non farmi beccare dai miei genitori.
Proprio come noi, anche loro si davano da fare per trovare una possibile soluzione e l'unico successo che potevo attribuirgli era la scoperta di uno dei portali; finalmente erano riusciti a trovarne uno, ma non lo avevano bloccato, né avevano mandato qualcuno a perlustrare la zona; il loro piano mi era ancora ignoto.

Quando tornai in camera vidi solo Angel, «Damon sta raccogliendo gli altri ingredienti, è uscito senza farsi vedere. Perché ci servono tutte queste cose, è assurdo!»

«La maggior parte delle cose servono per la purificazione come la lavanda, il limone e l'iperico. Per annullare i poteri psichici c'è il gelsomino, mentre il ginepro ci aiuterà ad... Esorcizzarli, se così si può dire.»

«Ancora non posso crederci che sto per usare la magia dopo tanto tempo, spero solo di esserne all'altezza.»

«State tranquilla Angel, anch'io temo di non esserne all'altezza, ma dobbiamo farlo per il bene di tutti», dissi, afferrando un affilato coltello dalla scrivania; solitamente lo usava Damon per scalfire la legna, amava creare oggetti di qualsiasi forma, infatti nella mia stanza erano presenti alcuni oggetti come un cavallo e draghi.

«Secondo voi questa è magia nera?», chiese titubante.

«Non lo so», mi portai la lama del coltello al centro del palmo, poggiando una ciotola in legno sotto di essa. «Ecco perché uso il mio sangue, se dovesse succedere qualcosa.»

«Sangue? Non avevo letto questo passaggio, Jane non voglio che vi succeda qualcosa», si avvicinò in apprensione.

«Tranquilla, se procediamo con cautela non succederà», feci un taglio netto e il sangue cominciò a colare nella ciotola, fu in quel momento che Damon salì per la finestra ed entrò in camera con delle cose tra le mani. Il taglio, seppur piccolo, ci impiegò un bel po' per cicatrizzazarsi; cosa alquanto strana, per un ibrido come me. Fascia la mano con una pezza lì vicino e mi avvicinai a Damon, esaminando le cose che aveva portato.

«Ci sono tutte, perfetto, Angel propongo di iniziare subito e non perdere altro tempo.»

Lei annuì e si posizionò accanto a me, afferrandomi la mano per passarmi il suo potere, mentre io iniziavo a sussurrare le prime parole della formula. Con una mano aggiungevo gli ingredienti e con l'altra reggevo la ciotola, insieme a lei. Avevamo appena finito il primo passaggio, che un improvviso capogiro mi fece fermare.

Tenni sospesa la mano con il limone in aria e serra gli occhi. «Jane, che succede? State bene?», chiese subito lei.

Annuii, seppur iniziassi a sentirmi la testa pesante e sospirai, continuando a leggere le parole in antica idioma. Ne memorizzai una riga e afferrai del tutto la ciotola, portandola in alto e chiudendo gli occhi. Fu in quel momento che un altro capogiro mi fece stringere i denti, mentre un liquido caldo fuoriusciva prima dalla narice sinistra, poi da quella destra.
«Jane», mi chiamò allarmata. «Fermatevi!», provò a togliere la mano dalla mia, ma gliela strinsi forte.

Ebbi soltanto il tempo di pronunciare l'ultima parola e posare la ciotola sul tavolo, che non ebbi più la forza di reggermi in piedi, cadendo all'indietro. L'ultima cosa che ricordai fu che il mio corpo non si schiantò al suolo, bensì fu afferrato da forti braccia.

Poche ore dopo

«Questo incantesimo è troppo complicato per lei, ci rimetterà la vita, vado ad avvisare la zia!», udii voci lontane.

«Lei non sarà mai disposta ad aiutarmi e Jane sarà nei guai per avermi nascosto in camera sua per tutto questo tempo! Facciamola riposare e domani riprendiamo, infondo la preparazione necessita ore di posa per far si che gli ingredienti si-»

«Damon non siate sempre egoista! Lei sta rischiando tanto e lo fa solo per voi!»

«Per me? Lo fa per salvare il suo popolo»

«Se non foste qui, lei troverebbe un'altra soluzione con i suoi genitori, lo sta facendo per aiutare voi a salvare i vostri uomini. Quanto potete essere cieco? Lei farebbe di tutto per voi.»

Riesco a distinguere la voce di Angel, vorrei tanto scattare in piedi e tapparle la bocca per la verità che sta rivelando, ma non riesco a muovere un muscolo né ad aprire gli occhi.

«Per ora non dirò nulla, voglio parlarne con lei quando si sveglierà, ma se dovesse decidere di non continuare, io la appoggerei senza ripensamenti. Sapete che vi voglio un bene dell'anima, ma Jane non merita di morire per mano vostra!»

La porta venne aperta e subito dopo sbattuta. Lo sentì sospirare e subito dopo il materasso si abbassò per un lato, segno che si era seduto sul bordo letto. Un tocco caldo mi sfiorò la guancia e quanto avrei voluto aprire gli occhi per poterlo contemplare, ma sapevo che avrebbe smesso.

Mi beai di quella carezza, fin quando non fui pronta a parlare. «Sono... Sono sveglia», dissi con voce molto roca.

«Lo so, il tuo respiro non è più lento come prima. Perché non apri gli occhi?»

«Non ci riesco, mi sento indolenzita.»

«Sapevamo che sarebbe stato difficile, vi siete nutrita prima di iniziare?»

Solo allora, con una notevole difficoltà, alzai lentamente le palpebre, ritrovandolo a pochi centimetri da me. «Non mi nutro da un bel po'.»

«Cosa?», sbarrò gli occhi, «sei impazzita? Per questo tipo di incantesimi devi essere pronta soprattutto fisicamente.»

«Da quando ci hanno attaccato, non mi sono più nutrita perché non lo necessito; non ho tanta sete.»

«Devi farlo o-», ed ecco che di nuovo avvertii il nulla accanto a me.

Spazio autrice:
Scusate se il capitolo non è corretto, né con un brillante finale, ma ho la febbre alta e non riuscivo più ad andare avanti.
Non so quando aggiornerò nuovamente, casomai vi faccio sapere su instagram.
-Angel ❤️

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