XXXIV

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Lo vidi strofinare freneticamente il dorso della mano sulle labbra, mi aveva appena morso? Ero a dir poco scioccata, mai avevo pensato che mi avrebbe morsa con la consapevolezza dei miei malesseri e perché aveva avuto quell'eccessiva reazione?

Ero ancora immobile, ma la voglia di afferrarlo e strangolarlo era tanta. Voleva forse dirmi che mi disprezzava così tanto che anche il mio sangue era inbevibile? Ero totalmente impazzita, anziché pensare alla mia salute e al suo gesto, pensavo al motivo per quale il mio sangue non gli piaceva.

Dopo essersi ripreso, si schiarì la voce e sussurrò un: «puoi muoverti.»

Il mio corpo si rilassò immediatamente, teso da ormai troppo tempo. Mi portai una mano al collo e tastai la parte ancora bagnata dal mio sangue. Mi alzai in piedi e mi diressi verso il tavolo, prendendo una bandana che non usavo da tempo -infatti dovevo buttarla- e poggiandola sulla ferita. Notai con mia grande sorpresa che essa ancora non si era cicatrizzata, ma repressi quel dubbio.

Infuriata mi voltai verso lui, ancora seduto al centro del letto. «Con quale coraggio mi mordi? Morendo quasi soffocato a causa del disgusto che provi verso di me tra l'altro. Stavo male e mi hai voluto punire per chissà cosa-»

«Non capisci mai un cazzo!», urlò. Per usare un tale linguaggio significava che realmente era infuriato, ma dovevo esserlo io!
«Perché mai avrei dovuto punirti? Ti ho morsa per accertarmi che stesse tutto nella norma, ma non è così.»

«Cosa intendi?»

«Il tuo sangue ha uno strano odore, non è normale nemmeno il colorito», indicò la bandana. La tolsi e osservai il colore grigiastro, spalancando gli occhi.

«Cosa... Cosa significa?»

«Non ne ho idea, ma penso c'entri qualcosa sia con i malesseri che con quella polvere nera che ti hanno fatto ingerire. Vedrò di capire cosa ci sia sotto, nel frattempo tu continua a riposare», fece per uscire dalla camera, ma si fermò. «La camera di Angel è quella accanto, giusto?»

«Si, ma fai sempre attenzione, mi sembra strano che i miei genitori ancora non ti abbiano beccato. Tu ed Angel avevate litigato o sbaglio?»

«Se si tratta di te, annullerà tutta la rabbia nei miei confronti.»

«Perché vuoi farti odiare da lei?»

Sospirò e giocherellò con la maniglia della porta, «quanto più mi odiano, meglio è per la loro incolumità, soprattutto tu.»

Detto ciò uscì dalla camera e rimasi da sola. Non riuscivo a dare un senso alle sue parole, le ripetevo continuamente nella mia mente, ma vi era sempre la stessa domanda: perché ci vuole proteggere?
Era ovvio che esisteva qualcuno in grado di farci del male, qualcuno che lo odiava e che voleva ferire i suoi cari, ma la vera domanda era chi era quella persona.

Ricordo che quando mi rapii mi disse che era stato costretto, che fosse il suo capo il pericolo? Non pensavo a ciò, dato che aveva lasciato che Damon mi liberasse. E solo allora mi chiesi che fine avesse fatto questo presunto capo che gli aveva dato il compito di uccidere quelle strane creature. Era tutto così complicato, non ci capivo nulla e non riuscivo a collegare i fatti accaduti e queste misteriose persone.

Ero cresciuta in un'era di pace grazie a mio padre, non ero abituata a stratagemmi e guerre. Mi avvicinai alla porzione, massaggiandomi le tempie a causa del mal di testa e la osservai.
Come da scritto si era solidificata, quindi era pronta per la seconda fase -l'ultima, ma anche la più lunga e complicata-

Afferrai la ciotola e la misi accanto agli ingredienti che ancora non avevamo usato. Dovevo aspettare il giorno seguente e ricevere aiuto da parte di Angel, ma avevo una bruttissima sensazione e non volevo tardare la porzione.
Ero molto debole, ma dovevo continuare. Nella mia testa si ripetevano le parole di Damon e sperai che riuscisse a trovare qualcosa, anche se onestamente non pensavo fosse qualcosa di grave, iniziai dunque a recitare le parole riportate dal libro.

Angel

Scesi al piano inferiore ed andai nel salone, dove ad attendermi -come già sapevo- vi erano gli zii. Strano che mi avessero convocata a quell'ora di sera, la cosa non mi piaceva affatto.
«Angel eccovi, Jane?», chiese la zia, guardando oltre le mie spalle.

«Sono entrata in camera sua, ma stava ancora dormendo... È molto stanca», balbettai, mentre lo zio mi lanciava un'occhiata.

«Potevate svegliarla, vado a chiamarla», la zia fece un passo in avanti, ma le sbarrai la strada.

«No, potete dire a me qualsiasi cosa ci sia da dire, glielo riferirò. Fidatevi se vi dico che è davvero stanca.»

Chiuse gli occhi per una frazione di secondi e si passò una mano tra i capelli. Sapevo che la nostra copertura sarebbe saltata a momenti, ma egli non disse nulla e -sospettoso- borbottò. «Va bene, non abbiamo tempo da perdere. Vostro padre ha scoperto l'uomo che si cela dietro agli attacchi. Tempo fa aveva trovato uno dei passaggi che usava per entrare nel nostro mondo e dopo un po' ha deciso di mandare solo tre uomini per perlustrare la zona. Di quei tre solo uno è tornato e ci ha fornito la sua identità.
Da quanto mi ha riferito in questa lettera, l'uomo lavorava con...con Caleb e lo aiutava con la manipolazione delle creature che noi abbiamo ucciso in passato. Ciò che non ci è chiaro è se lui vuole vendetta, o c'è qualcuno in particolare che lo stimola ad attaccarci.»

Dal suo sguardo accusatorio capii che si riferiva a mio fratello gemello. Possibile che il suo obiettivo fosse veramente lui, cosa aveva fatto Damon per mettersi contro un uomo tanto potente. «Se cercate delle risposte da me, vi assicuro che non so nulla. Nemmeno sapevo dell'esistenza di quest'uomo.»

«Infatti non vogliamo risposte da voi, vogliamo solo sapere se voi e Jane avete escogitato qualche incantesimo in grado di aiutarci», avanzò la zia, «in questi giorni ho percepito una gran quantità di magia, penso che a quest'ora l'incantesimo sia pronto, dico bene?»

«Io-»

«Vi consiglio di non mentire, Angel, non ne siete capace.»

Sapevano solo dell'incantesimo, non anche di Damon, come mai? Avrebbero dovuto percepire anche la sua presenza.
«Mi dispiace infinitamente zia Meredith, io e Jane sappiamo di aver sbagliato e mentirvi è stato l'errore più grave che abbiamo mai commesso nel corso della nostra vita. Entrambe non eravamo d'accordo con la vostra idea di uccidere tutti gli uomini sotto illusione per salvarci, sono pur sempre anime umane e non meritano la morte per qualcosa che loro non hanno commesso. Abbiamo ritenuto opportuno mentirvi per trovare un incantesimo che spezzasse l'illusione e ci siamo riuscite.»

La sentii sospirare, «non esiste alcun incantesimo che io sappia.»

«Abbiamo cercato a lungo e lo abbiamo trovato in uno dei libri che avete dato a Jane.»

«Ero contraria e voi ci avete disubbidito, ciò non passerà impunito. Sono convinta che sia stato vostro fratello a convivervi a-»

«No, Damon è andato via il giorno stesso in cui lo avete cacciato», dissi velocemente.

«D'accordo, ormai quel che è fatto è fatto, portatemi da Jane, sappiamo entrambi che non è così stanca come vuole farci credere.»


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