~ Capitolo 1

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<< Maestà gli orchi stanno attaccando Minas Tirith, abbiamo bisogno del suo aiuto >> urlò una guardia entrando in camera dei reali.
<< Arrivo subito >> il Re Aragorn prese in braccio la piccola appena nata: << Arwen è una bambina, la nostra bellissima bambina, come la chiameremo? >> disse Aragorn mentre posava la neonata in braccio a Arwen: << Ti piace Erwin? >> Aragorn baciò la fronte a Arwen e poi alla piccola: << È un nome stupendo. Erwin sia >> e lasciò la camera per andare a combattere.
Arwen non vide il marito per giorni, il castello era ben protetto: era quello che si ripeteva ogni santo giorno, ma aveva paura di perdere la piccola Erwin; così in accordo con il marito e lo stregone, Gamdalf, decisero di mandare la figlia lontano dalla guerra: << Arwen saluta Erwin, non la vedremo per un bel po' >> Arwen salutò la figlia, bagnandole il viso con le sue lacrime: << Aragorn prima di mandare tua figlia al sicuro, devo prima farle un incantesimo: nel mondo in cui la manderò non esisteranno elfi, draghi, Hobbit, orchi e tante altre creature, per tanto le dovrò togliere le orecchie da elfo, ma le rispunteranno appena metterà piede nella Terra di Mezzo >> concluse lo stregone: << Gandalf, fai tutto quello che rietini opportuno >> Gandalf tramuto le orecchie da elfo di Erwin, in orecchie da uomo: << Fatto, ora la manderò in un posto sicuro... ci rivedremo presto principessa >> alzò il bastone al cielo, esso si illuminò di una luce bianca e poco dopo la bimba sparì.

...25 anni dopo...

<< Mamma, papà io esco, vado a lavoro >> urlai mentre uscivo di casa: << Mi raccomando Erwin fa attenzione, tornerai per cena? >> mi domandò mia madre che si era appena affacciata alla finestra: << No, finisco tardi e poi vado a bere qualcosa con le amiche >>. Mi chiamò Erwin e ho 25 anni, sono nata, beh non so dove, i miei genitori mi hanno sempre detto di avermi trovato sotto un albero a piangere, fin da piccola ho avuto interesse nell'equitazione, nel tiro con l'arco, nei combattimenti con la spada, nel' arrampicata e ginnastica artistica, i miei compagni di scuola mi hanno sempre trovato strana, a volte mi dicevano che provenivo da un'altro mondo, forse avevano ragione, lavoro da più di tre anni in un bar della mia città, mi trovo bene: << Ciao Andreas, c'è stato molto stamattina? >> indossai il grembiule e appoggiai la borsa sotto alla cassa: << Tutto tranquillo; qua trovi le consegne, mentre qua ti ho laicato la lista delle cose che devono portare i fornitori, a stasera >> mentre le lessi mi legai i capelli: << Perfetto, grazie a più tardi >> lo salutai, diedi un occhiata le consegne: << Un caffè per favore! >> mi domandò un uomo di mezza età: << Arriva subito! >> nel frattempo che il caffè scendeva, posai sul bancone il piattino con il cucchiaino: << Ecco a lei >> e posai la tazzina sul piattino: << Erwin? >> a quella voce alzai il viso e difronte al bancone trovai la mia migliore amica Annie, scesi da dietro al bancone e l'abbracciai: << Quando sei arrivata Annie? >> le domandai sorridendo: << Proprio adesso, allora com'è andato il viaggio a Tokyo? Voglio sapere tutto, ma prima faccio pagare il signore >> lo indicai, che era alla cassa che mi attendeva: << Sono 1,10 >> feci lo scontrino e lo consegnai, salutai il cliente e tornai dalla mia amica: << Tokyo era fantastica, tutto un altro mondo Erwin, la prossima volta ci andiamo insieme, promesso >> non avevamo mai viaggiato, ero sempre rimasta in questo paesino, dove tutti si conoscevano: << Verrò senz'altro... comunque ti volevo informare che stasera andiamo al 102 a bere qualcosa, ti va di aggregarti? >> dopotutto domani era domenica e il bar rimaneva chiuso: << Perché no!! Chi c'è se posso sapere? >> mi chiese: << Beh io, te, Andreas, Allyson, Katia, Philip e George, beh i soliti della compagnia, ci troviamo alle 22 fuori dal bar >> le risposi: << Ok, alle 22 qua, ma ora devo scappare Erwin devo fare ancora tanti giri e disfare le valige >> la salutai e ritornai al mio lavoro. Finalmente arrivarono le 21, chiusi il bar e iniziai a pulirlo, quando ebbi finito andai in bagno e mi diedi una sistemata; spensi le luci e chiusi a chiave, mi appoggiai al muro e aspettai l'arrivo dei miei amici.

 << Ciao Erwin, possiamo andare? >> mi salutarono i miei amici: << Ciao ragazzi, certo >> mi fecero posto dentro alla macchina e ci dirigemmo verso al 102; come ogni sabato era sempre pieno e per fortuna che avevamo prenotato il tavolo: << Ecco il...

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<< Ciao Erwin, possiamo andare? >> mi salutarono i miei amici: << Ciao ragazzi, certo >> mi fecero posto dentro alla macchina e ci dirigemmo verso al 102; come ogni sabato era sempre pieno e per fortuna che avevamo prenotato il tavolo: << Ecco il vostro tavolo Andreas, cosa vi porto? >> ci chiese il cameriere: << Portaci un ottimo vino, dobbiamo festeggiare l'arrivo di una nostra vecchia amica e anche una bottiglia del miglior rum >> il cameriere appuntò tutto e si dileguò: << Ottimo vino e ottimo rum? Te sei pazzo Andreas >> quando il mio capo si metteva in testa una cosa, non c'era modo di fargliela cambiare: << Bevete quanto volete, stasera offro io >> arrivò il cameriere con tre bottiglie di BELLAVISTA, ci riempimmo calici e li alzammo per brindare : << A Annie, che è tornata da un altro mondo >> bevvi il vino e dopo addentai uno stuzzichino: << Erwin andiamo a ballare? >> mi domandò Andreas: << Perché no >> presi la bottiglia di rum e seguita dalle altre ci dirigemmo in pista,

 << Vai Erwin dacci dentro >> mi dissero tutti in coro, mi muovevo come se fossi una dea, avevo gli occhi di tutti puntati su di me, anche quelli dei miei amici, iniziai a strusciarmi su George, Philip e Andreas, ma quest'ultimo mi afferrò per i f...

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<< Vai Erwin dacci dentro >> mi dissero tutti in coro, mi muovevo come se fossi una dea, avevo gli occhi di tutti puntati su di me, anche quelli dei miei amici, iniziai a strusciarmi su George, Philip e Andreas, ma quest'ultimo mi afferrò per i fianchi e iniziò anche lui a strusciarsi, si avvicinò al mio orecchio: << Sei bellissima Erwin >> lo presi per mano, appoggiai la bottiglia vuota di rum su un tavolo e ci dirigemmo verso un posto più appartato, lo spinsi contro al muro e iniziai a baciarlo con passione, così fece anche lui, con le mani scese e mi strinsi il sedere, mi prese in braccio e allacciai le gambe intorno alla sua vita, stavolta fu lui che mi spinse contro a un muro, mi iniziò a baciare il collo, per poi scende sulla mia scollatura, avevo i brividi lungo la schiena, tornò su e mi baciò di nuovo, ma so staccò subito da me: < Oddio che cosa ho fatto e che cosa stavo per fare >> mi mise giù: << Dai Andreas siamo tutte e due adulti no? >> chinai la testa: << È vero, ma tu ora non sei in grado di intendere e di volere, scusami Erwin, vieni ti porto a casa >> mi mise un braccio sulle spalle e mi tirò a se, andammo al tavolo, mi allungò la mia giacca di pelle e la mia borsa, mentre lui prese il suo giubbotto, pagò tutto e uscimmo dal locale; arrivai a casa che erano le 4 del mattino, entrai in casa e su per le scale barcollai, andai in camera mia e mi buttai sul letto, senza struccarmi e senza cambiarmi, mi coprii e Morfeo non non si fece attendere più di tanto.

My king's loveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora