Prologo

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“No Jay, non farlo!” esclamò Mal, preoccupata che Jay potesse mandare tutto in fumo. Fece un cenno a Carlos, che bloccò immediatamente Jay, prima che potesse fare quello che voleva fare. “Jay, ti ho detto di stare fermo!” disse poi, arrabbiata. “Lo so che sei venuto solo per i tuoi interessi, ma se non stai fermo né i tuoi né i nostri di interessi saranno soddisfatti. È pieno di sistemi di allarme, non vedi?” continuò la ragazza. Jay annuì e scansò in malo modo Carlos che lo stava ancora tenendo fermo. “Carlos, sai come disattivarlo?” chiese Evie, precedendo Mal. Il figlio di Crudelia De Mon ci pensò un po’. “Credo di saperlo fare” disse alla fine. “Credi o ne sei sicuro, Carlos? Non possiamo rischiare. Tra poco il guardiano si sveglierà, l’incantesimo non dura a lungo” disse Mal, sempre arrabbiata. “Con calma ragazza!” esclamò Evie. “Tu a me con questo tono non ti ci rivolgi principessina, che ti sia chiaro” rispose a tono Mal. Prima che iniziassero a discutere, Jay le azzittì. “Okay ci sono” disse subito dopo Carlos. In pochi minuti il ragazzo riuscì a disattivare l’allarme. Mal afferrò quella bacchetta. Era sua. Ce l’aveva fatta. Ora sua madre sarà orgogliosa di lei. “Ce l’abbiamo! Sbrighiamoci” esclamò Mal, scappando fuori dal museo. Rimase di nuovo per un momento ad osservare le statue. Quelle uguali ai loro genitori. Guardò sua madre, o per lo meno, la sua statua. Non vedeva l’ora di vedere la sua faccia quando le porterà la  bacchetta. Ha sbagliato con il suo scettro, sì. Ma adesso aveva rimediato e renderà sua madre fiera di lei.

Il bene nel maleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora