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Davanti ai suoi occhi c’era Mal ed era bellissima. I capelli mossi le ricadevano all’altezza del seno e quella frangetta la faceva sembrare una bambina. I suoi occhi verdi erano smaglianti, come il suo sorriso. Non poteva vedere le scarpe che portava, perché il vestito viola che indossava le copriva i piedi. Probabilmente erano stivali a tacco alto, perché la facevano sembrare alta quasi quanto lui. Lei si avvicinò a lui, con la sua coroncina dorata sui capelli, e lui le porse la mano mettendole il suo anello al dito. Poi cominciarono a ballare sotto un ritmo di musica lento. Le sussurrò di amarla.
“BEN!” esclamò Doug catapultandosi sull’amico per abbracciarlo. Dopo l’abbraccio, Ben si guardò intorno. Era in ospedale. Era sveglio. “Dovreste lasciarlo respirare” disse un’infermiera, facendo entrare i genitori del principe.
“Ben tesoro. Come stai?” disse la madre abbracciandolo. “B-bene credo, mamma. Voi? Non ho avuto occasione di vedervi” domandò Ben, balbettando leggermente. “Stiamo bene, meglio ora che ti sei svegliato. I dottori dicevano che non ti saresti più risvegliato” gli rispose dolcemente Belle. “Fortunatamente si sono sbagliati” disse il ragazzo, mettendosi a sedere.

Passarono due o tre giorni e Ben era ormai tornato a casa. Non usciva quasi mai perché doveva riprendersi, ma stava bene. La sua stanza aveva il profumo di Mal e gli bastava quello per farlo stare meglio.
“Ben tesoro? Possiamo entrare?” domandò la madre con la sua melodica voce. Ben chiuse il libro che stava leggendo. Parlava di due ragazzi completamente diversi, lui veniva dalla strada e lei era una ricca ragazza che aveva avuto tutto nella vita. Lui orfano, lei due genitori fantastici anche se divorziati. Si erano incontrati una volta in un bar del paese e si erano odiati. Poi lui salvò lei dall’attacco di alcuni ragazzi di strada e cominciarono a passare sempre più tempo insieme. E più tempo insieme passavano, più si innamoravano. Gli ricordava molto lui e Mal. Più stava con lei, più si innamorava.
“Si certo” rispose sedendosi e accantonando il libro ai piedi del letto. “Come ti senti?” chiese Belle. “Sto bene, mamma. Smettetela di chiedermelo ogni dieci secondi. Sto bene” “Bene, non è la parola adatta. Forse meglio. Ma non bene. Sei stato colpito da magia nera, Ben. Non puoi stare bene. Non abbiamo ancora parlato di questo” disse in modo serio il padre. “Papà-” “È stato stupido e impulsivo gettarsi per salvare chi ha ridotto Auradon in quelle condizioni!” esclamò la Bestia alzando il tono di voce. Belle cercava di calmarlo. “E di Evie, Jay e Carlos? Non mi pare abbiate preso provvedimenti per loro” “Loro si sono mostrati capaci di accettare la bontà, al contrario della figlia di Malefica” Adam si stava innervosendo. E anche Ben. “La figlia di Malefica ha un nome, papà! E si sarebbe mostrata capace anche lei se le aveste dato un’altra possibilità! Non è di certo stata colpa sua se sono finito in coma, ma solo mia! Io ho voluto sacrificarmi per lei pur sapendo il rischio” fece Ben, alzando leggermente il tono della voce. “Andiamo, ragazz-” provò a dire Belle, che venne bloccata dal marito. “No, Belle. Sei stato stupido e troppo impulsivo. È lei la cattiva, Ben! Lo vuoi capire?” Adam alzava sempre di più il tono di voce. “Mal non è la cattiva della situazione!” ribatté il ragazzo. Si sentiva gli occhi bruciare. “Ah, ora la chiami anche per nome” si lamentò la Bestia. “Non sono stato impulsivo, padre! Ci ho pensato, conoscevo il rischio. Tu non lo avresti fatto per la mamma?” provò a dire Ben cercando di calmarsi. “È diverso! Tua madre è la persona più buona che io conosca, ed è la persona che amo” rispose il padre. “È quello che ho fatto io, papà! Mi sono sacrificato per la persona che amo. Quindi non provare a dire nulla. Voglio che ritiri immediatamente il suo mandato di cattura, voglio che provi a ragionare!” ormai le lacrime solcavano il viso di Ben. È la persona che amo aveva detto. E non lo aveva mai detto ad alta voce, per questo gli fece quell’effetto. “Non lo farò” furono le ultime parole che disse il padre prima di uscire dalla stanza.
“Lui è solo preoccupato per te, Ben” provò a consolarlo Belle, sedendosi accanto a lui. “Lo so mamma. Ma Mal, lei non c’entra nulla. Ha fatto brutte cose? Sì. Non voglio che le facciano del male. Io la amo, mamma. E non è una stupida cotta adolescenziale. La amo e la amo. E continuerò a dirlo, perché è la pure verità. Io la amo e non mi importa se papà non lo accetta. Sarà anche sbagliato, perché buoni e cattivi non possono- insomma, è strano. Ma guarda Jay,  Carlos e Evie. Sono felici con i loro partner che sono figli di buoni. Non posso essere felice anch’io, mamma?” disse lui tutto d’un fiato, piangendo sempre di più. La madre lo abbracciò e lui pianse ancora più forte. “Lo so che Mal può essere buona. Tuo padre non sa che è stata lei a curarmi. Veniva spesso, mi portava cibo, acqua, mi faceva stare al caldo e pian piano sono guarita. Non ce l’avrei fatta senza di lei. Si capisce che la ami, ma tuo padre è solo preoccupato che tu possa essere ferito, fisicamente e mentalmente. Mal deve comunque tornare ad Auradon, spero si consegnerà spontaneamente, ma la prenderanno se non lo farà. Poi penserai a far ragionare tuo padre” lo consolò la madre abbracciandolo e lasciandogli un bacio sulla fronte. Poi si alzò ed uscì dalla porta. “Ti voglio bene, mamma” disse Ben, asciugandosi le lacrime. “Anch’io tesoro” rispose Belle sorridendogli.
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“Il principe si è svegliato. Potresti andare lì, dichiarargli il tuo amore e così vivrete per sempre felici e contenti e bla bla bla” fece Hall camminando per i corridoi insieme a Mal. La notizia che la ragazza nuova aveva trovato un amico aveva sconvolto più o meno tutti. Ben si era svegliato, quindi lei non poteva tornare ad Auradon per vederlo. Un conto era parlargli mentre dormiva, ma faccia a faccia... si sentiva una codarda. “Hall, puoi stare zitto due secondi? Per favore” lo supplicò la figlia di Malefica. “Ah okay, la ragazza cattiva non vuole si parli del suo amore segreto. Forse non vuoi che si sappia che la figlia di Malefica abbia un cuore?” prima o poi lo avrebbe strozzato, pensò Mal. “Vuoi abbassare la voce? Nessuno sa nulla qui” continuò a dire Mal, sviando l’argomento amore. “Vuoi sapere perché? In pratica molti anni fa, vivevano tutti felici insieme, magia e altro. Ma poi divenne una paura per le persone, così tutti quelli che avevano vissuto qualcosa di magico, buoni e cattivi, abitarono ad Auradon e dintorni e vennero ricordati – con la magia – come favole. Sai, tipo la Bella e la Bestia, la Sirenetta, Hercules, la Bella addormentata nel Bosco…” elencò Hall. “Sì, lo so perché. Grazie del promemoria Hall. Appunto stai zitto” “Okay scusa.” Si lamentò il ragazzo. L’unica cosa che aveva, pensò Mal, erano i muscoli, come il padre. Perché di cervello ce n’era ben poco.
“Ti ho già detto che questo drago è fighissimo?” domandò Hall, entrando in casa di Mal. “Questo drago è mia madre” precisò la ragazza. “Scusa… scorbutica” si lamentò lui.
Passarono forse tre ore quando Mal provò un altro incantesimo – Hall nel frattempo dormiva –. “Che succ-” provò a dire il ragazzo svegliandosi, ma si bloccò, vedendo che l’incantesimo aveva funzionato. O quasi. “Beh… fai progressi, no?” disse rivolto a Mal, mentre si sistemava il ciuffo di capelli biondo scuro che gli ricadeva sulla fronte. “Se trasformare mia madre da drago a lucertola lo chiami progresso, sì” fece la ragazza prendendo una scatolina per metterci la madre. Almeno un incantesimo aveva funzionato.
Il giorno dopo, a scuola Hall la raggiunse correndo. “MAL!” esclamò quasi urlando. “Calmati idiota! Che succede?” domandò Mal. “Già, George che succede? La devi forse mollare?” chiese una ragazza dai capelli rossi ridendo. Era vestita con dei jeans strappati – che secondo Mal faceva prima a non metterseli e girare senza – un top nero e degli stivali con dei tacchi alti. “Non è il mio ragazzo, Diana” ribatté Mal. “Già. Lei è innamorata di un altro e io ho le mie ragazze immaginarie a cui pensare, quindi levati dai piedi per favore” continuò Hall. “Oh quindi Kyla ha una cotta! Scoop!” esclamò Diana. “Non è di qui.” Tagliò corto Mal, prendendo per un braccio Hall e portandolo in un’aula. “Ma sei impazzito? Idiota! Ade aveva detto che Ercole era stupido ma non pensavo che lo fosse così tanto da influenzare anche il figlio!” esclamò la ragazza. “Ehi, okay. Prima cosa mio padre non è stupido, seconda cosa Ade è solo uno dei tanti Cattivi cui i piani non sono andati bene e ora è arrabbiato. Terza cosa, sei in pericolo” disse Hall, ancora con il fiatone. “Cosa? Perché?” “Ti hanno rintracciata, non so come. Vedi quelle persone?” le domandò facendola girare alla porta dell’aula e indicando due uomini, uno Mal lo riconobbe: era l’autista della limousine che li portò ad Auradon, probabilmente era anche una guardia. “Ti cercano. Devi andartene, ora. O la Bestia ti ridurrà in mille pezzettini per aver fatto quasi uccidere il principe” continuò a dire. “Bestia? Principe? Mi spiegate che sta succedendo?” domandò Diana che li aveva seguiti, aprendo la porta dell’aula. “Vuoi farti gli affari tuoi ragazzina? Bravissimo Hall. Adesso ci sei anche tu dentro” “Che vuoi con questo tono di rimprovero, Mal? Lo sai che mi piace il  rischio! Ho sempre odiato vivere ad Auradon e mi fa gasare il fatto di aiutare a scappare la figlia di Malefica, quindi andiamocene!” fece Hall. “Odiavi vivere ad Auradon? Non ci crederei nemmeno morta! Prova a vivere su quella cavolo di Isola degli Sperduti con dei genitori che non si curavano nemmeno se i figli morivano!” esclamò Mal. I suoi occhi si illuminarono. “Di che state parlando? Hall? Mal? Chi sono? Auradon, Isola? Ragazzi quegli uomini mi fanno paura. E- Kyla, i tuoi occhi!” domandò spaventata Diana. “Cosa? Tu vedi quegli uomini? Solo chi viene dagli Stati di Auradon o chi è dotato di magia può vederli” disse sorpreso il ragazzo. “Ma di che stai parlando?”
Nemmeno il tempo di rispondere, che quegli uomini entrarono nell’aula e afferrarono Mal. “Ora tu vieni con noi! E anche voi due. La stavate proteggendo? Piccolo Ercole, hai qualcosa da dire in tua difesa?”
I tre ragazzi vennero portati ad Auradon e Diana era spaventata e non capiva cosa stesse succedendo. Con calma le avrebbero spiegato tutto.
Li fecero scendere dalla macchina e ad aspettarli c’erano la Bella e la Bestia. “Tuo padre ti aspetta in giardino. Tu ragazza, vai con questi uomini, ti spiegheranno cosa succede” ordinò la Bestia, severo. “Mi sarei consegnata da sola se mi aveste dato il tempo di ritrasformare in umana mia madre” disse Mal rimasta da sola con la coppia reale. “Non è vero. Forse prima. Poi hai cambiato idea. Avresti fatto un incantesimo ad entrambe” disse sempre severo, la Bestia. “Hai tenuto anche tua madre. Sei colpevole di molteplici cose, oltre la quasi morte di mio figlio” continuò a dire.
“Cosa hai fatto ai capelli? Bionda? Ma andiamo” disse qualcuno interrompendo la conversazione. Mal riconobbe quella voce. Melodica e tranquilla. Era la voce di Ben. “Ben, per favore” provò a dire il padre. Belle se ne stava zitta zitta a guardare la scena. “Papà” lo zittì il ragazzo. Mal lo guardò. Era bellissimo e sembrava stare meglio.
Le si mise davanti, sorridendole. Mal rimase immobile. Gli occhi le si riempirono di lacrime, ma cercò di non farle uscire. Lui si avvicinò sempre di più, fino  ad abbracciarla. Lei lo strinse e lo stesso fece lui. Poi Mal cominciò a piangere. “Ssh. Va tutto bene, Mal” provò a calmarla. Le prese il viso tra le mani e pian piano lo avvicinò al suo. Poi Ben la baciò. Era un bacio bello, caldo e rilassante.
Rimasero così per qualche secondo, poi si staccarono e Ben riprese ad abbracciarla finché il padre non li interruppe. “Ben” “Papà, io ti ho già detto come la penso” disse lui, scomparendo dietro le porte del castello. “Parlerò solo a Ben, di qualsiasi cosa. Ma parlerò solo a lui” disse Mal autoritaria.
Ora era davvero sicura.
Lo amava.
E non poteva farci nulla.

Il bene nel maleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora