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“Ricorda sempre che l’anello mentre lo indossi, ti tenterà sempre e comunque ad usare la sua magia nera, ma devi resistere” mormoravano i suoi zii ai suoi migliori amici. Non credeva che questo stesse succedendo davvero. Continuava a pensare alla storia di sua madre, ai genitori di sua madre. Lei era stata come un miracolo, era la loro unica vera figlia. E quando scoprì di avere la magia loro c’erano stati. Avevano cercato di aiutarla, a fin di bene. Lei non aveva voluto ucciderli intenzionalmente, forse ci aveva sofferto molto. Mal continuava a pensare a come sarebbe stato se Malefica non avesse ucciso i propri genitori, magari avrebbe avuto una vera famiglia. O anche se i suoi fratelli adottivi non le avessero voltato le spalle nel momento del bisogno, non avrebbe avuto dei nonni, ma avrebbe avuto comunque una parte di famiglia. E forse avrebbe anche avuto un padre. I suoi occhi si illuminarono solo al pensiero di aver potuto avere un padre. Si era sempre chiesto come fosse, avere sia madre che padre, magari che la amavano. Come succedeva ad Auradon.
“Ragazzina? Ci sei?” le fece Jack sventolandole una mano davanti il viso. “Terra chiama Mal” mormorò Jay scherzando. Mal sbatté gli occhi e scrollò leggermente la testa. “Ragazzina? Sono praticamente tua nipote! Ah, e tanto per informarti: ho un nome. E non rivolgerti più a me con tono così- sfacciato” si arrabbiò la figlia di Malefica. “Accidenti sei proprio come Melicent” disse ridacchiando Elena. Mal abbozzò un sorriso, poi tornò seria. “Quello non è il suo nome” disse. “Sì, è il suo nome. Poi l’ha cambiato tanto per fare scena” le rispose Jack. “No! Non l’ha cambiato per scena! L’ha cambiato perché glielo avete appioppato voi! Le avete mandato il cervello in confusione! E adesso guardate che è successo” continuò a tono Mal. “Okay Mal, tranquilla” cercò di calmarla Ben.
“Mal? Puoi venire un secondo?” domandò Evie, con quei suoi capelli blu notte, scuri e che le stavano benissimo, perfettamente pettinati. Annuì e la seguì con gli altri due ragazzi. “Che c’è?” “Non la stai prendendo troppo- si, troppo sul personale?” cominciò Jay la conversazione. “Troppo sul personale? Forse non ti è chiaro che è colpa loro se la mia vita è ridotta così.” “Okay, non era di questo che volevo parlare. Mal. Hai notato l’attrezzatura?” li interruppe Evie, sussurrando. “Sì, è per catturare Malefica” aveva appena chiamato sua madre con il suo nome e significava che la situazione era davvero seria. “Se si trasformasse. In drago.” Continuò. “Ciò vuol dire che vogliono, si ehm, ucciderla?” sussurrò Carlos. “Esatto. Ma la Fata non vuole che Malefica venga uccisa”  rispose Mal. “Appunto! Glielo dobbiamo impedire” esclamò piano Jay. “Tanto che vi importa, è la cattiva” disse Mal in modo retorico, girando sui tacchi e uscendo dalla stanza.
Quando rientrò nella stanza però, trovò i ragazzi ribelli di Auradon. “Tu ci tradirai. Come hai fatto con la tua unica possibilità di redenzione”
Redenzione? Ma lei, che cosa aveva fatto esattamente? Era figlia di sua madre? Perché, si poteva scegliere da chi nascere? Del tipo voglio nascere figlia di uno dei buoni, così avrò una vita perfetta e senza problemi e tutti mi ameranno e sarò una principessa. No, non si poteva. Era nata figlia di sua madre, figlia di Malefica, figlia di Melicent. E lei non aveva avuto scelta, non poteva decidere di non nascere. L’unica cosa sbagliata che aveva fatto, era stata adattarsi al suo ambiente, quello dell’Isola, quello dei Cattivi. Aveva rubato la bacchetta e mandato Auradon in rovina, sì. Ma aveva scelta? Forse. Però era accecata dalla luce di sua madre, che l’aveva cresciuta così come era il suo cuore, cioè malvagio. Come avevano fatto tutti su quella maledetta Isola. Poteva non essere così, se i suoi parenti l’avessero accettata. Ma nemmeno quella era stata una sua scelta, quindi in tutto questo, lei non aveva mai potuto scegliere nulla, nemmeno di ribellarsi, perché era cresciuta solo e solamente con quello, con il malvagio e non conosceva il buono, la bontà, per questo non poteva ribellarsi per una cosa che nemmeno conosceva. 
La ragazza si limitò solamente ad alzare le spalle e fulminare tutti i ragazzi con lo sguardo, per poi camminare altrove.
Incrociò Ben, ma gli dedicò appena uno sguardo. Non aveva voglia di parlare con quel ragazzo così buono, bravo, intelligente e razionale. Era come incantata da quel suo essere così. E non conosceva quella sensazione, quella che le faceva sentire le farfalle nello stomaco e che ogni volta le faceva venire la tentazione di baciarlo. Decise semplicemente di ignorarlo, anche se voleva davvero buttarsi tra le sue braccia, sentire il suo profumo di vaniglia e fragola, quel caldo abbraccio che le faceva venire ogni volta i brividi. E piangere ancora, piangere in quell’abbraccio, non staccarsi più e poi baciarlo fino a rimanere senza respiro. Ma non poteva.
Il sole stava tramontando. Mal non aveva mai visto un fenomeno così bello come il tramonto o l’alba.  Appena il sole scomparve chissà dove e sorse la luna, così bella e lucente, calò il buio. Dopo un po’, cominciò l’eclissi.
Si recarono lei e i suoi amici nel cuore della Foresta Incantata, dove trovarono Malefica che avvicinava i tre anelli formando un triangolo. Non doveva aggiungere l’ultimo, quello più potente, o sarebbero stati spacciati. Non fecero in tempo a raggiungere la strega, perché Malefica posò l’ultimo anello – il suo anello – sugli altri, formando ora un rombo. Per i primi cinque secondi non successe nulla. Poi d’improvviso, la luna nel ben mezzo dell’eclissi, sembrò scomparire. Adesso era davvero buio. L’unica luce proveniva da quel rombo che gli anelli formavano. Era una luce in parte oro, in parte argento, blu e viola. Jack, Connor e Elena corsero incontro alla sorella. Avevano delle armi, e poi l’attrezzatura per il drago che stava per diventare. Volevano ucciderla, era chiaro. Si aggiunse una luce verde e quando Mal si rese conto che la madre si stava per trasformare, impulsivamente, raggiunse Malefica. “MADRE!” urlò. “Mal? Dovresti essere morta!” esclamò Malefica. “E invece non lo sono, madre. Adesso, lascia stare tutta questa follia e scappiamo via! I tuoi fratelli, madre. Loro vogliono ucciderti e sono ormai a pochi metri da noi. Andiamo via, ricominciamo da zero!” la madre rise di gusto. “Davvero Mal? Credi che IO voglia una vita con te? Con uno dei tanti stupidi errori che ho commesso e a cui non ho potuto porre rimedio? Che ragazzina ingenua!” Mal abbassò lo sguardo. Non doveva mostrarsi ferita davanti a sua madre, non poteva. Per questo, rubò gli anelli, dividendoli e lanciando i rispettivi ai suoi amici. Ma era troppo tardi ormai, perché Malefica era un drago e, probabilmente lo sarebbe rimasta per sempre. Loro quattro erano solo dei moscerini da schiacciare, agli occhi di Malefica. Appena fu trasformata, bloccò i suoi fratelli e poi si rivolse alla figlia, minacciosa.
“Dobbiamo unirli!” urlò Evie mettendo l’anello al dito. Appena Mal lo indossò sentì di nuovo quella fitta al cuore, all’animo che provava ogni volta che era vicino all’anello. Doveva resistere.
Unirono i quattro anelli e ne uscì di nuovo quel mischio di luci, stavolta più lucente. Cominciò a tuonare, a piovere. Puntarono quella luce su Malefica, che ne sembrò indebolita. Senza gli anelli non poteva stare nella Foresta. Era debole. Il grande drago viola cadde a terra, senza forze. “Non uccidetela!” strillò Mal a Jack che si stava riprendendo insieme ai fratelli e si stavano per avventare su Malefica.
Prima che potesse fare qualcosa, Malefica si rialzò debolmente e sputò quello che avrebbe dovuto essere fuoco, nella direzione di Mal. La ragazza chiuse gli occhi, accettando ormai il suo destino. Ma dopo qualche istante li riaprì, convinta di dover sentire caldo, bruciore o qualunque cosa sia stata quella lanciata da Malefica. Invece no, sentiva solo caldo vicino a lei. Vicino a lei, c’era qualcuno, steso a terra, quasi senza vita. Quando si rese conto che quel qualcuno era Ben, gli si avventò contro e gli posò una mano sul viso. Tratteneva a stento le lacrime. Era troppo. Ora Mal aveva capito. Ora sapeva. Conosceva. Conosceva anche la parte buona, quella che mai aveva conosciuto a causa di sua madre. Era innamorata e aveva capito che bene è meglio del male, ma nel male c’è del bene e nel bene c’è del male. Era così che andava la vita. E se nel male c’era del bene, Mal voleva sfruttare quel bene che in lei c’era. Si era decisa, si sarebbe ribellata.
In men che non si dica, anche Mal volava, anche lei era un drago. Erano stati l’anello e la sua forse rabbia o tristezza a trasformarla. E si sentiva potente, più della madre. Provò a sputare del fuoco e ci riuscì. Ma non era fuoco normale, era un fuoco di magia bianca, che batté Malefica.
L’eclissi tornò a svolgersi, Jack e gli altri si avvicinarono a Malefica, invece i suoi amici, la Fata Smemorina e i ribelli di Auradon erano intorno a Ben. Nessuno fece avvicinare Mal. Ora capiva cosa aveva provato la madre quando aveva ucciso i genitori. Evie, Jay e Carlos addirittura la allontanarono e andarono con lei. “Forse è meglio che-” provò a dire Evie. “Me ne vada? Che non mi avvicini al ragazzo che amo e che sto vedendo morire per colpa mia?” le lacrime le solcavano il viso e scivolavano velocissime. Non disse più nulla, semplicemente scappò via. Avrebbero salvato Ben, ne era certa. O forse no, ma doveva sperare.

Il bene nel maleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora