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Erano tre mesi che ormai quei dannati ragazzi, a cui Ben pensava di poter dare una vita migliore, avevano preso la Bacchetta e adesso tutta Auradon era praticamente distrutta. Ben si era pentito di averli portati lì, non aver pensato al pericolo. Si dava la colpa per tutto, e tutti glielo rinfacciavano. Lui e alcuni dei suoi amici erano riusciti a scappare, nascondersi dall’inferno che era ormai diventata la loro città. I negozi distrutti, la scuola alle fiamme, i castelli buttati giù. Era diventata come una dittatura, dove lui con i suoi amici erano le forze oppositrici. I suoi genitori, con quasi tutti gli abitanti di Auradon erano stati rapiti e messi nelle celle degli unici castelli rimasti – più o meno – intatti. Dovevano fare qualcosa, Ben doveva fare qualcosa. Doveva rimediare ai suoi errori e non gli importava se questo implicasse l’uccidere qualcuno. In fondo, era per una giusta causa.
“Allora, questa è la piantina del mio castello. Lì sotto ci sono le segrete dove tengono tutti i bambini.” Disse Audrey. Tutti i suoi amici – Doug, Audrey, Lonnie, Jane, Chad, Jordan, Ruby e Ally – erano in cerchio, ad osservare la mappa del castello della sua ex ragazza. Si erano lasciati subito dopo che i quattro cattivi avevano preso la bacchetta. Ben invece, stava seduto sul divano a fissare il vuoto e pensare ad un piano per conto suo. “Se Audrey e Lonnie distraessero le guardie, noi potremmo entrare e liberare i bambini. Vi faremo un cenno appena abbiamo fatto e poi attaccherete le guardie, mettendole KO. Non sarà difficile” fece Jordan sicura di sé. “E allora perché non ci vai tu a distrarre le guardie? Io non so combattere” ribatté la principessa Audrey. “In poche parole, prima ci flirtate facendo finta di essere delle cattive, e poi li attaccate” continuò la figlia del genio. Audrey provò a ribattere, ma venne interrotta, “Vi serviranno gli abbigliamenti adatti” parlò Jane, avviandosi a prendere dei vestiti che potessero sembrare cattivi. “Stasera, a mezzanotte. Okay?” chiese con voce autoritaria Chad, mettendo la mano al centro. Tutti poggiarono le loro mani al centro mormorando un okay e poi le alzarono tutti insieme. “Hai ragione Jordan. Non è un piano difficile, è un piano stupido” aprì bocca Ben. “È pericoloso e metteresti a repentaglio la vita di tutti” continuò. “Ah, adesso TU vieni a dire a me che il mio piano è pericoloso e metto a repentaglio la vita degli altri? Perché scusami, tu cosa hai fatto?” erano tutti contro Ben, e Ben contro tutti. “Io ho fatto un bel casino. Lo so. Ma cerco di rimediare provando a non far uccidere altra gente là fuori. Per quanto ne sappiamo, potrebbero essere tutti morti. Anche i bambini che volete salvare potrebbero esserlo, o per lo meno, la maggior parte. Quindi potrebbe essere un piano per nulla, che serve solo a far ammazzare altra gente, che siete voi” finito di dire questo, Ben andò in un’altra stanza e tra quel gruppetto di ragazzi, rimase il silenzio.
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“Allora Madre. Sei felice oggi?” chiese Mal entrando in sala. Malefica era seduta sul trono della Bestia e quello più piccolo, quello della Bella, spettava a Mal anche se non ci stava mai perché la Madre la mandava sempre a girovagare per commissioni riguardanti i buoni che avevano in prigione. “Oh, felicissima tesoro. Vieni, vieni qui” le rispose la Madre, che teneva in mano l’Occhio di Drago, dove era seduto sopra Diablo. Il suo fedele corvo.  Sua Madre amava solo quel corvo, ma adesso non le dispiaceva più, perché da quando le aveva portato la bacchetta, era fiera della figlia. “Forse saresti anche degna del tuo nome completo adesso” le aveva detto una volta.
La ragazza si sedette sul trono, affianco alla Madre. Il corvo la guardava sempre male e cominciò a svolazzarle intorno beccandole la testa. “Oh oh, su Diablo fa il bravo, torna qua per favore” sua Madre sembrava più felice del solito oggi. “Come mai sei così felice oggi, Madre?” le chiese la figlia. “Perché? Mal, se solo tu sapessi! La Bella” accentuò quel nome con un tono quasi schifato “si è ammalata. Quindi non avrò nemmeno bisogno di ucciderla io stessa! Oh che bella notizia non è vero?” esclamò felice Malefica. “Sì, Madre, certo che lo è. Ma di Aurora invece, l’hai fatta addormentare di nuovo, giusto? Per questo non sei contenta?” chiese Mal. “Certo, ma Aurora presto verrà uccisa, sarò contenta solo in quel caso” rispose Malefica. La loro chiacchierata, se così si può definire, venne interrotta da un Goblin. “Signora Malefica” disse, poi si rivolse a Mal “Signorina Mal” subito dopo si rivolse di nuovo alla Signora del Male. “Sono stati intercettati dei movimenti sospetti, probabilmente ribelli. Cosa facciamo?” ci fu un minuto di silenzio. “Tesoro, pensaci tu. Io ho altro da fare” disse alla figlia alzandosi dal trono e uscendo. “Io? Ehm…okay” Mal non sapeva come agire. Era una leader nata, però. “Dove li avete intercettati?” chiese, ancora un po’ titubante. “Vicino alla Foresta Incantata, signorina” rispose immediatamente il Goblin. “Voglio che mi portiate lì. Vedrò come agire una volta arrivati” disse più sicura di sé, alzandosi dal trono per raggiungere quell’essere.
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Evie era seduta e si stava pettinando guardandosi in quel maestoso specchio che rifletteva la sua fantastica immagine. Non un brufolo, non una ciglia o un capello fuori posto. Occhi castani e capelli favolosamente blu notte. Bussarono alla porta. “Si Madre?” chiese la ragazza con voce dolce. “Oh Evie, guarda quanto sei bella!” esclamò la Regina Cattiva entrando nella stanza di Evie. Le due si erano accaparrate il castello di Biancaneve. “Aspetta. Oh Evie, guarda che unghie! Devi curarle non puoi tenerle così!” disse leggermente schifata Grimilde, prima di uscire sbattendo la porta. Evie guardò le sue unghie perfette. Non capiva cosa ci trovava di brutto la madre. Smise di spazzolarsi e, afferrando una limetta cominciò a curarsi le unghie, così come le era stato detto.
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C’era un silenzio di tomba ad Agrabah. Il castello di Aladdin era leggermente distrutto, ma l’interno tutto sommato era abitabile. O almeno così si era convinto Jay. Non era divertente rubare in giro per il mercato, se non c’era nessun buono o cattivo a cui rubare. I buoni erano tutti prigionieri ad Auradon e i cattivi erano o ad Auradon oppure erano nelle terre di dove erano stati sconfitti. Appunto per questo lui e suo padre avevano preso ad abitare ad Agrabah. Quando erano arrivati lì, tutti cominciarono ad urlare e scappare perché avevano visto il temutissimo Jafar. Padre e figlio attaccarono il castello. Una volta per tutte Jafar ebbe la sua rivincita su Aladdin. Una volta sconfitti i reali, sottomisero tutti gli abitanti che vennero in seguito mandati ad Auradon per volere di Malefica.
Jay calciò un sasso che gli intralciava il passaggio e sbuffò. Era noioso lì. Da soli. Il padre era felice, aveva l’oro tutto per sé. Ma lui, lui non era felice. Ogni tanto pensava a Evie, Carlos e Mal, alle avventure che avevano passato insieme. Si ricordava quello che li aveva uniti sull’Isola. La ricerca dell’Occhio di Drago della madre di Mal. Erano usciti dal vecchio castello di Malefica più uniti che mai, anche se avevano tutti deluso i propri genitori. E subito dopo, quella cosa ad Auradon. Finì praticamente subito, la loro unione. Jay si rese conto che la loro era un’unione di interessi, lui prima di tutto aveva i propri interessi. Ma forse, in fondo, voleva che la loro unione fosse qualcosa di più che solo interessi personali. Forse voleva un’amicizia. Qualcosa che non aveva mai avuto e che forse, contava più di tutto l’oro che suo padre adesso aveva.
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Londra era lontana dagli Stati Uniti di Auradon. Oramai Rudy e Anita con tutti e 101 dalmata – più i figli che avevano anche quelli che non erano più cuccioli – abitavano ad Auradon ed erano sotto il controllo di Malefica, quindi Crudelia decise di affittare l’appartamento dove abitavano in passato i suoi acerrimi nemici. Ci abitavano in sei persone là dentro. Carlos e sua madre Crudelia, i fedeli partner della spregevole donna, Gaspare e Orazio, con i loro due figli Jace e Harry. C’era sempre confusione in casa, infatti Carlos spesso stava fuori, ma era anche quello che spesso stava sempre zitto. Non amava discutere con sua madre, aveva una paura matta di lei. In quanto ai due idioti con i loro figli, non ci faceva caso. Litigavano sempre. Poi, Jace e Harry erano suoi amici. Ogni tanto si ricordava di come lo avevano aiutato a preparare la festa che Mal gli aveva ordinato di fare, e pensava che avessero impedito che Mal se lo mangiasse vivo. Lei era sempre stata così… crudele. Come la madre. Adesso dominavano su Auradon e sperava che ora Mal fosse felice. Che tutti e tre i suoi amici fossero felici. Perché lui non lo era mai stato e non lo era nemmeno adesso. E anche loro altri non erano mai stati felici, chissà magari ora lo erano.

Il bene nel maleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora