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Mal non capiva ciò che la madre stava dicendo. Quando Malefica si rigirò per guardare la figlia, Mal vide pura crudeltà nei suoi occhi, più di quanta ne avesse vista in tutta la sua vita.
La ragazza non sentiva più le sue gambe, riuscì a sentirle solo quando non le ressero più e cadde a terra. L’ultima cosa che riuscì a vedere prima di chiudere definitivamente gli occhi, fu la madre che si chinava su di lei per sfilarle l’anello e infine, un fascio di una luce azzurrina e luccicante.

“Sono- sono ancora viva?” chiese debolmente aprendo gli occhi. “Sì, per miracolo. Siamo arrivati in tempo” non riconobbe subito la voce e solo mettendo a fuoco la vista, capì che era la Fata Smemorina. Provò a sedersi, ma qualcuno la teneva. Era Ben. Mal era praticamente abbracciata a Ben, in braccio a lui. “Non muoverti, sei debole ancora” le sussurrò all’orecchio.
“Mi spiegate che sta succedendo? Perché mia madre mi vuole morta?” chiese con voce flebile. “Evie, tu come lo hai capito?” domandò la Fata, ignorando Mal. “Ho letto la sua storia, il drago, il castello, il fatto che Malefica sapeva esattamente dove fosse l’anello e i nostri no. Ho ricollegato un po’ tutto” rispose Evie. “Quindi noi saremmo tipo cugini?” rifletté Jay. “Prima cosa, siamo discendenti degli Hale, non loro figli. Seconda cosa, anche se fossimo loro figli sì saremmo cugini ma non proprio visto che proveniamo da famiglie diverse essendo stati i ragazzi adottati” spiegò la ragazza. “Mi dite che diamine sta succedendo?” strillò Mal, con quel poco di voce che aveva.
“Okay, scusaci Mal. Tua madre, proprio come me, è più vecchia di quanto sembri. Ha più di cento anni, centotrentacinque per la precisione” spiegò la Fata. “La sua è una storia triste. Tua madre era l’essere più buono sulla terra, figlia di una famiglia sostanzialmente messa bene, buon ceto sociale. Avevano quattro figli. Jack, il più grande, adottato, Elena e Connor, anch’essi adottati. I suoi genitori non potevano avere figli, ma un giorno un miracolo arrivò, non si sa come. Diana Hale rimase incinta e da quella gravidanza nacque la bambina più pura che esistesse sulla terra: Melicent. Era una ragazza solare, capelli neri e lunghissimi, i suoi occhi al contrario erano verdi e diventavano luccicanti quando si innervosiva. Da lì i genitori di Melicent capirono che qualcosa non andava. Scoprirono che la loro figlioletta possedeva la magia e non sapevano come fosse possibile, ma l’amavano comunque. Per proteggere i loro figli, diedero a ognuno di loro un anello. Un anello magico che li rappresentava. Ognuno aveva un proprio potere, eccetto quello di Melicent che li possedeva tutti. Diedero l’anello più potente a lei perché pensarono che anche se non sapeva nulla della sua magia, poteva contenerlo. Si sbagliavano. Perché un giorno Melicent scoprì di avere la magia e mentre i suoi la consolavano, si trasformò in un drago con l’aiuto dell’anello e per errore, spavento, li uccise. Cominciò ad essere trascurata, ignorata e temuta, per ciò che aveva fatto e per ciò che lei stessa era. Venne chiamata Malefica. Mentre i suoi fratelli adottivi usarono i loro anelli per fare del bene e poi li nascosero, Melicent usò il suo per fare del male. Poi lo nascose e scappò via, in un proprio castello, con i proprio servitori e cominciò ad incutere terrore anche lì dov’era. Poi non venne invitata ad un battesimo e maledì la bambina di nome Aurora. Venne sconfitta di nuovo e confinata sull’Isola degli Sperduti. Poi ebbe una figlia. E adesso vuole vendetta.” Mal pian piano cominciava ad assimilare quelle informazioni. Sua madre un tempo era buona? Divenne crudele solo perché la gente aveva paura di lei? La gente era crudele, non lei. Avrebbero dovuto aiutarla, non voltarle le spalle. La ragazza non spiccicò una parola, ma le sue lacrime parlarono per lei. Poco a poco, si abbracciò sempre più a Ben, cercando conforto. Aveva sempre pensato che la crudeltà della madre fosse dovuta a Aurora e Filippo, invece non era così. “Loro, loro sapevano che lei aveva avuto una figlia? O sono morti?” domandò Mal. “Quando sapemmo che Malefica aveva avuto una figlia, avvisammo subito i suoi fratelli adottivi, rimasti colpiti da un incantesimo che li fece vivere a lungo, ma rifiutarono di prenderti con loro. Abbiamo fatto così per tutti i nuovi cattivi, ma o non c’erano parenti o nessuno li voleva.” La madre non la voleva, gli unici mezzi parenti che aveva non la volevano. Nessuno l’avrebbe mai voluta, pensò. Le lacrime non finivano più di lasciare i suoi occhi.
“Mamma, il tè che hai chiesto” disse Jane entrando nella stanza. La Fata ringraziò sua figlia e poi porse a Mal il tè caldo. “Bevine un po’, starai meglio. Ci sono spezie curative e un bel tè fa sempre stare bene tutti” la figlia di Malefica afferrò la tazza di tè e la portò alla bocca. Non si era nemmeno accorta che una coperta di lana le circondava le spalle. “Col tempo ti risistemerai da sola, sei un drago dopotutto” commentò ancora la Fata.
“Gli anelli. Mia madre, glieli ho dati” ragionò la ragazza poggiando la tazza vuota sul tavolino. “Spargerà sangue di vittime innocenti! Dobbiamo- dobbiamo-” continuò a dire. Ben la strinse cautamente e dolcemente. “Tranquilla. Abbiamo tempo prima dell’eclissi. Ma tu devi riposarti. Non puoi di sicuro batterti con tua madre in queste condizioni” la interruppe Evie. Mal annuì e fece un respiro profondo.
Ad un certo punto, uscirono tutti dalla stanza e Mal e Ben rimasero da soli.
“Non ho ancora capito perché sono in braccio a te” disse Mal, con voce ancora un po’ flebile. “Avevi bisogno di calore umano Mal. O almeno così ha detto la Fata. È lei che ha detto di farti mettere in braccio a me. E poi, mi piace abbracciarti” confessò il ragazzo. Mal era sicura di arrossire, ma Ben non disse nulla. “Non ne vuoi ancora parlare?” domandò il figlio della Bestia. “Di mia madre che vuole uccidermi? No, grazie” disse sarcastica Mal. “Non di quello, sciocca. Del, si ehm, del bacio che mi hai dato l’altra volta” La ragazza si azzittì, imbarazzata. “Era un no. Ok. Io ho tutto il tempo del mondo” continuò Ben.

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