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“Prossimo piano. I nostri genitori.” Disse convinta di se stessa, Ally. “Jordan? Idee per il piano?” chiese poi. La genia scosse la testa. “È più difficile che liberare dei bambini. I bambini sono innocui alla fine. Gli adulti no. Saranno più sorvegliati e sarà più difficile recuperarli dopo il nostro attacco l’altra sera” disse la figlia del Genio. Gli altri annuirono per darle ragione. “Odio doverlo chiedere ma- Ben, hai un piano?” chiese ancora Jordan. “Ah, ora vi servo eh? No, mi spiace. Non ce l’ho un piano, carissima Jordan” disse Ben scuotendo la testa, aveva altro a cui pensare. Alle undici e mezza di quella sera si sarebbe dovuto incontrare con i figli dei Cattivi per completare il loro piano. Stava disegnando, per quanto Ben sapesse disegnare, un abbozzo della mappa di Agrabah. Sperava almeno che l’avrebbero ridisegnata più accuratamente, altrimenti si sarebbero persi. Sperava con tutto se stesso che i ragazzi ce la facessero, magari per capire che dopotutto non aveva fatto una brutta scelta a portarli ad Auradon.
“Che disegni?” gli chiese un bambino che avrà avuto sui sette anni. Sarebbe dovuto diventare re, ma non conosceva tutti i piccoli della nuova generazione. Ben scosse le spalle, come per dirgli educatamente di farsi gli affari suoi. “Già, Ben. Cosa disegni, tu che non disegni mai perché non sai disegnare?” gli chiese poi Ally, insinuando qualcosa. Jordan gli prese il foglio dalle mani. “E questa che diamine è?” chiese. “Niente, solo scarabocchi” rispose Ben, cercando il più possibile di non far capire che stesse mentendo. Per fortuna gli crederono, menomale che non sapeva disegnare.

“Okay ragazzi. Siete pronti?” chiese Ben ai quattro ragazzi che dovevano affrontare quella missione. “Si. Hai preparato l’abbozzo di Agrabah?” chiese invece la figlia di Malefica. Ben porse ai ragazzi la mappa, scusandosi perché non sapeva disegnare e che l’abbozzo avrebbero dovuto aggiustarlo. “Wow, non sai davvero disegnare” affermò Mal. “Ce l’hai una matita? E in mente la vera carta di Agrabah?” Ben annuì alla domanda di Mal, dandole la matita.
Ci volle più o meno una mezz’ora prima che Mal finì di aggiustare la mappa della città di Aladdin. Ma almeno uscì fuori meglio che quella disegnata da Ben.
Il ragazzo pensò che Mal aveva davvero un grande talento per il disegno e che se non avesse eseguito gli ordini della madre avrebbe potuto esercitarlo e svilupparlo. Tenne quei pensieri per sé. Cominciava a guardare Mal con altri occhi, a guardarla come l’aveva guardata quando era scesa dalla limousine – non guardandola con stupore perché era la ragazza del suo sogno, si intende –, a guardarla come se avesse in fondo un animo buono, come se sotto la sua maschera da figlia di Malefica, cattiva, ci fosse una ragazza in realtà dolce, simpatica, scherzosa e solare. Sperava di non sbagliarsi almeno stavolta.
“Ora direi che va meglio.” Affermò Mal, soddisfatta. Ben sorrise. “Tu intanto disegna la mappa di Londra, poi la risistemeremo quando torneremo” gli ordinò. “Londra mi sembra un tantino più difficile di Agrabah, Mal. E anche un tantino più grande, tanto per precisare.” Le rispose il ragazzo. “Tu fallo e basta” Ben scrollò le spalle e accettò. I ragazzi cominciarono ad andare, tutti ad eccezione di Mal. Stava andando con loro, poi si girò e raggiunse Ben. “Allora, cioè. Siamo una bella squadra, eh?” disse, pareva quasi che per la prima volta Mal non sapesse cosa dire. “Già, ma credo che la tua squadra sarebbe più bella solo con voi quattro” le rispose Ben. “Certo, ma senza di te insomma, non avremmo avuto la mappa, no?” Mal ridacchiò. A Ben piaceva la sua risata quanto gli piacevano i suoi occhi. “Sei brava a disegnare” le fece notare Ben, che si accorse che la ragazza era un po’ in imbarazzo. “Oh ehm, grazie. I muri dell’Isola sono tappezzati da graffiti che ho fatto io se ti interessa” Mal continuava a ridacchiare. “MAAAL! VIENI!” si sentì urlare da Jay. “Gli servo, sono persi senza di me. Meglio andare. Ci vediamo quando torniamo” ironizzò Mal andandosene. “Buona fortuna!” le disse. “Non ho bisogno di fortuna io, ragazzone!” gli rispose ridendo. Era ufficiale. Amava la sua risata.

Era tardi quando Ben rientrò. Non sentiva sonno quindi era inutile rientrare, anche se era pericoloso. “Dove sei stato Ben? Non capisco dove te ne vai in giro questi giorni. È pericoloso, come devo dirtelo?” lo sgridò Jordan. Come se fosse la madre di un dodicenne che non ascoltava mai. “Da quand’è che prendi tu le decisioni eh? Faccio quello che mi pare, Jordan” le disse arrabbiato, scansandola violentemente. “Ben se vuoi essere ucciso, fa’ pure! Accomodati! Vai sul sentiero della morte se vuoi! Come ti pare!” gli strillò la ragazza. Ma Ben non la ascoltava, sapeva che presto si sarebbe tutto risolto. Oppure si sarebbe svegliato e tutto sarebbe come lo aveva lasciato quando si era addormentato. Tutto distrutto. Forse tutto questo era un sogno. O forse era vero e i figli dei Cattivi avrebbero salvato la situazione. Sì, era così. Ben ne era convinto. Aveva visto del buono in Evie, Jay e Carlos l’altro giorno. E oggi l’aveva visto anche in Mal. Sapeva che i ragazzi avrebbero salvato Auradon.

spazio autrice:
sorry se non ho pubblicato ieri ma sono stata impegnata tutto il giorno e mi sono dimenticata di pubblicare. Spero comunque che vi piaccia😘

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