Quando tornarono ad Auradon, ormai era quasi l’alba. Si erano fermati a mangiare qualcosa in uno dei ristoranti che praticamente non servivano più, visto che ad Agrabah ormai vivevano solo Jay e suo padre.
“Che facciamo adesso?” chiese Carlos appena mise piede ad Auradon. “Andiamo a dormire…?” propose Jay. Tutti lo guardarono male e lui si giustificò dicendo: “Ragazzi, avete idea di cosa significa affrontare le prove che vi da l’anello? Mi ha preso tutte le energie” fece una pausa di riflessione. “E poi non ho fatto il mio solito riposino pomeridiano” continuò a giustificarsi. “Voi ragazzi andate al palazzo della Bestia e aspettatemi in camera mia, mettevi a dormire se volete. Jay, dammi l’anello. Lo porto a Ben per capire qual è la prossima mossa da fare” disse Mal in tono autoritario. “Esiste una cosa chiamata dormire, Mal” disse sarcastico Jay. La figlia di Malefica lo guardò male e gli fece un sorrisetto falso, poi se ne andò.
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Ben era rimasto in piedi tutta la notte, era preoccupato per i ragazzi.
“Ben, che ci fai ancora sveglio? Domani abbiamo una missione importante e ci serve il tuo aiuto. Devi essere bello che sveglio” gli aveva detto Chad. Davvero gli serviva il suo aiuto? Era strano, visto che fino ad adesso nessuno lo aveva mai calcolato. Era rimasto sempre da solo in quel cottage nella foresta, mentre gli altri attaccavano. Per tre dannatissimi mesi. Non sapeva nemmeno di cosa dovessero fare, che missione fosse.
Aveva pensato tutta la notte a Jay, Carlos, Evie e Mal. Mal. Mal. Quel nome gli risuonava nella testa, l’immagine di quella ragazza gli tartassava la mente. Era la ragazza che aveva distrutto tutto quello in cui Ben credeva, era la figlia di Malefica, eppure sentiva che di lei poteva fidarsi, vedeva del buono. E questo era sempre stato il problema di Ben. Vedeva del buono in tutti, anche dove non c’era.
Era l’alba quando Ben chiuse gli occhi per appena due minuti e venne poi risvegliato da dei ticchettii sulla finestra.
“Che diamine ci fai qui? Se ti vedono-” “Se mi vedono, affari loro. Non credo vogliano avere a che fare seriamente con la figlia di Malefica, tu no?” Ben scrollò le spalle. “Comunque stai attenta” le disse prima di spalancarle del tutto la finestra per farla entrare. Ben controllò che la porta fosse chiusa bene, in modo che non entrasse nessuno e poi vi si piazzò davanti, così, per sicurezza. “Per tua informazione, sono sempre attenta e sempre all’erta” gli fece Mal. “Eri attenta e all’erta anche quando ti ho spinta nella foresta?” le rinfacciò Ben. La ragazza lo fulminò con lo sguardo. “Comunque” disse Mal, tirando fuori dalla tasca del pantalone un anello dorato. “L’hai indossato?” chiese Ben, prendendo l’anello che Mal gli porse. “No. Ma Jay sì. Glielo abbiamo sfilato subito, non so che tipo di potere ha. Non voglio indossarlo né che qualcun altro lo indossi, fino a che non ne capiamo qualcosa” Mal sembrava così autoritaria. Il ragazzo continuava ad osservare l’anello con curiosità. “Ti ho svegliato?” gli chiese Mal. “Oh ehm no. Insomma sì, ma no. Cioè, no. Lascia stare” balbettò Ben, non sapendo come rispondere. “Senti, tu vivi al castello dei miei, giusto?” chiese cercando di cambiare argomento. Mal annuì. “C’è una biblioteca, forse potresti trovare qualcosa se non è del tutto distrutta” continuò a dire. “Si, insomma. Mia madre ha preferito lasciare intatto il castello, in caso avesse qualcosa che potesse aiutarla nei suoi piani. Quindi la biblioteca sarà di sicuro intatta” rispose la ragazza. “Se può interessarti, non so nemmeno perché te lo sto dicendo, ma in giornata sferreremo un attacco. Non so dove. Non mi hanno informato di nulla, ma mi vogliono e non so perché” la informò Ben. “Okay. Grazie dell’informazione. Ma non credo ne parlerò a qualcuno. Insomma, vorranno sapere come l’ho saputo e se dicessi che l’ho sentito da loro, sarebbe come dire che so dove vi trovate. E poi, voglio vedere la faccia di mia madre quando vedrà l’attacco” disse Mal, finendo di parlare con un sorrisetto da sfacciata. Poi si buttò sul letto. “Wow, comodo.” Affermò dopo essersi messa comoda. Ben sorrise.
“Ci pensi mai? A come sarebbe andata se non avessimo fatto ciò che abbiamo fatto? Magari lo avremmo fatto comunque? O sarebbe andata diversamente? Perché ci hai portati qui? Lo conoscevi, il rischio” chiese Mal. “Sì, ci penso. Forse sarebbe andata diversamente, forse avreste avuto una vita migliore di quella che avete sempre portato avanti. Era questo lo scopo. Lo conoscevo il rischio, sì. Ed è per questo che mi odiano tutti adesso. Ma sono ancora convinto che potete voltare pagina” rispose Ben. “Non è così semplice, Ben. Per i nostri genitori, per mia madre, sono sempre stata una grande delusione. Per questo che portiamo avanti questa vita. Non ci ribelliamo. E se lo facessimo, deluderemmo ancora i nostri, passeremmo grandi guai che tu nemmeno immagini. Specialmente io. Non hai idea di quello che farebbe mia madre se mi ribellassi. Tu hai sempre avuto genitori che ti amano, sono sicura che ti stanno pensando anche adesso, che vorrebbero abbracciarti e dirti che andrà tutto bene. Noi non abbiamo genitori così, non li abbiamo mai avuti né li avremmo mai” fece Mal. Aveva una sfumatura di tono triste quel discorso, quasi come Mal stesse soffrendo. E Ben era sicuro che lei, come tutti gli altri, stesse soffrendo. “Volevi sapere dei tuoi, giusto?” chiese poi, cambiando argomento. Ben fece segno di approvazione. “Mamma dice che tua madre si è ammalata. Penso che stia diventando grave. Tuo padre non so. Non mi manda da loro. Mi manda da quelli della nuova generazione” il viso di Ben si fece cupo. Pensava a se sua madre morisse. Cosa avrebbe fatto? Forse Mal poteva aiutarla. “Posso provare a… ad andare da loro, posso aiutarla credo. Ma non me la cavo in medicina” disse Mal, quasi come avesse letto nella mente di Ben. “Lo faresti davvero?” “Tu ci stai aiutando, no? Ti devo un favore”
Dopo quello ci fu silenzio per almeno due minuti. Poi Ben cominciò a parlare sulla storia degli anelli, ma si accorse che Mal non lo ascoltava. Lasciò perdere la porta, infatti si staccò da lì e raggiunse il letto. Mal aveva gli occhi chiusi, dormiva. A Ben sorse un sorriso spontaneo. Prese una coperta e gliela mise addosso con delicatezza.Quando Ben aprì gli occhi perché bussavano alla sua stanza, si accorse che Mal era ancora lì. “Ben, apri! Dobbiamo andare”. Lanciò uno sguardo a Mal e notò che aveva appena aperto gli occhi anche lei. “Un attimo!” si alzò di fretta e aiutò Mal ad uscire dalla finestra. “Aspetta” le disse. Prese un ciondolo da un cassetto e lo diede a Mal. “Porta questo a mia madre. Capirà” Mal annuì e scappò via.
Ben aprì la porta. “Che stavi facendo?” chiese Jordan. “Niente, scusa. Dove dobbiamo andare me lo dite?” fece Ben. “Andiamo a liberare la fata Smemorina” affermò Jordan.
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Mal si sentiva strana. In effetti non si era offerta di aiutare Ben perché gli doveva un favore. Mal non aveva mai rispettato quando doveva un favore a qualcuno. Mal voleva aiutare Ben. E forse cominciare dai suoi genitori era la cosa migliore.
Entrò in camera sua e vide Evie, Jay e Carlos che dormivano come ghiri. Scrisse un biglietto e lo lasciò attaccato allo specchio. “Sono tornata verso le nove, ma devo sbrigare delle faccende. Ho lasciato l’anello nel cassetto del bagno. Non indossatelo e lasciatelo stare. Rimanete qui. Torno presto. Mal”
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Il bene nel male
Fanfiction[Completa] Esattamente, cosa sarebbe successo se i quattro ragazzi avessero preso la bacchetta magica quella notte al museo? Che conseguenze ci sarebbero state? Sono passati tre mesi da quando i ragazzi hanno preso la bacchetta, e Auradon con gli...