CAPITOLO NONO-I Doni della Morte (pt.2)

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Melody scosse la testa, passando davanti alla camera di Tina e vedendo lei e Newt che si baciavano e poi si abbracciavano teneramente. Non si meritavano un destino del genere. Vide Silente al suo fianco:
«Professore, deve esserci un altro modo…» mormorò la ragazza.
«Certo che c'è» disse Silente, calmo.
«Come?! E lei lo sa! Non lo ha detto!» esclamò lei, spalancando gli occhi.
«No. Melody, qual è la magia più potente di tutte quelle che facciamo noi a scuola?» chiese.
La ragazza lo guardò sbalordita:
«Professore…»
«L'amore. L'amore, mia cara Melody» la interruppe Silente. La Lestrange lo guardò ancora più sbalordita:
«Mi sta dicendo che con l'amore si sistemerà tutto?» domandò.
«Esatto. Ricorda che l'amore è più forte della morte…»
«L'amore, professor Silente! Solo l'amore rende così maledettamente stupidi» disse Melody.
«A chi ti riferisci?» chiese il professore.
«A molte persone. Troppe» affermò Melody, per poi girare i tacchi e andarsene.

Si sedette sul suo letto e mise la testa tra le mani: si sentiva terribilmente egoista a pensare ai suoi problemi anziché alla Bacchetta di Sambuco, ma in quel momento non poté farne a meno. Aveva amato, eccome se aveva amato. Aveva amato suo padre, sua madre, Leta, persino alcune persone del villaggio. Ma chi l'aveva amata veramente? A Hogwarts nessuno le parlava mai. La additavano a causa della famiglia da cui proveniva, una delle più importanti del mondo. Così lei, come al solito, si rifugiava in biblioteca. O alla Guferia, nella parte senza gufi della posta, dove poteva sedere e guardare il panorama davanti alla scuola. Ma, alla fine, c'era qualcuno che l'amasse veramente?

Newt scese nella valigia, seguito da Tina. Sapendo che uno dei due sarebbe dovuto morire di lì a poco avevano deciso di passare il tempo che rimaneva insieme. Mentre lei si era offerta di nutrire i Mooncalf, Newt si fermò per un attimo davanti alla fotografia di Leta. Sorrideva maliziosa, come al solito. Era così esterna da tutto ciò che stava accadendo. Come se la cosa non la riguardasse minimamente. Come quel giorno, il giorno in cui era stato espulso. Silente lo aveva aiutato a tenere la bacchetta, a trovare un lavoro anche se non aveva fatto i MAGO… essere lì a combattere contro Grindelwald era il minimo che lui potesse fare. Sospirò guardando la foto.
"E chi lo avrebbe mai detto che saresti diventata così?" pensò. Poi vide Tina che tornava felice verso di lui e staccò lo sguardo dalla fotografia.
All'improvviso sfoderò la bacchetta. Non c'era un motivo, non capiva nemmeno da dove fosse venuto fuori l'impulso. Puntò la bacchetta verso Tina. Il Magizoologo capì: qualcosa lo stava controllando e non aveva sicuramente buone intenzioni. Anche l'Auror lasciò andare il secchio vuoto, capendo cosa stesse succedendo e prese prontamente la sua bacchetta, pronta a parare qualsiasi tipo di Incantesimo o Fattura.
Cominciarono a combattere, Newt lanciando Schiantesimi e Incantesimi di Disarmo e Tina parandoli. A un certo punto un lampo di luce verde partì dalla bacchetta del Magizoologo.

Credence guardava fuori dalla finestra il cielo coperto di nuvole. Perché tutti erano così gentili con lui? Aveva ucciso delle persone, distrutto intere aree di New York… aveva ucciso delle persone. Ogni notte aveva gli incubi: sognava il senatore Shaw e  Mary Lou. L'uomo avanzava verso di lui con una mazza da baseball, la stessa che aveva preso in mano il fratello Langdon quando stava mostrando la redazione a lui e la sua famiglia. La donna, invece, sorrideva maligna, un sorriso che gli faceva gelare il sangue nelle vene e lo raggiungeva con una cintura in mano. La cosa peggiore era vederli camminare così lentamente verso di lui, siccome dietro il ragazzo c'era quasi sempre un muro nero come tutto il resto e perciò non poteva scappare. Avrebbe preferito una morte veloce e indolore, non una lenta e pesante. Eccoli, i due gli arrivavano vicino… alzavano le loro armi e…
Credence si svegliò gridando. Si guardò intorno: era vicino alla finestra, il cielo era coperto di nuvole. Sentiva la voce di Jacob e Queenie. Era a Parigi, quasi al sicuro. Quasi. Appoggiò la testa al muro e iniziò a piangere.

Preoccupati e soffri due volte [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora