CAPITOLO QUINDICESIMO- La battaglia finale (pt.2)

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«L'avete vista anche voi, vero?» chiese Jacob, non appena vide Queenie sparire dietro un angolo.
«Certo che l'abbiamo vista anche noi, non abbiamo delle fette di prosciutto sugli occhi!» esclamò Theseus.
«Non vorrei interrompere i vostri discorsi interessanti, ma una ragazza è passata correndo nella base di Grindelwald per attrarci. Non lo stavamo cercando?» fece Sebastian, frettoloso.
Cominciarono a correre finché non videro un edificio enorme, con cinque porte diverse.
«Ah beh, mi sembra ovvio» commentò Adrian.
«Almeno sappiamo che si tratti del covo» disse Newt, guardando i segni dei Doni della Morte su ogni porta.
«Non poteva essere un po'più evidente?» commentò Tina, sarcastica.
«È ovvio» disse Melody, alzando gli occhi al cielo e avvicinandosi alle porte.
«Io non mi stupisco più» ammise Adrian, alzando le mani.
«Cinque porte. Cinque come le fiabe di Beda il Bardo» annunciò Melody.
«Molto bene, e con questo non abbiamo concluso nulla» precisò Adrian «Come dobbiamo fare?».
«Metterle in ordine, Hills» replicò lei.
«In che…» iniziò Newt, ma poi si bloccò. Aguzzando la vista riuscì a focalizzare un piccolo simbolo su ogni pomo d'oro: una fontana. Un cuore. Un ceppo. I Doni della Morte. Un calderone.
«E chi se le ricorda a memoria?» chiese Jacob.
Melody sorrise:
«Io» rispose.
Toccò il pomo con il calderone;
"Giusto" pensò Newt "Il Pentolone salterino".
Poi passò dalla fontana;
"Sì, la Fonte della Buona Sorte" pensò, con il cuore che gli martellava nel petto.
Dal cuore;
"Lo stregone dal cuore peloso".
Dal ceppo;
"Baba Raba e il Ceppo Ghignante".
Ne mancava solo una. Newt strinse la bacchetta.
Melody prese un respiro e toccò il pomello con il simbolo dei Doni della Morte.
"La Storia dei Tre Fratelli".

Le porte si decomposero, fino a formarne una sola al centro dell'edificio. Newt avrebbe potuto farla santa.
«Tu sei un genio!» esclamò Adrian.
Melody arrossì:
«Beh, in realtà seguo molto la logica e…»
«Andiamo?» chiese frettoloso Theseus.
«Andiamo» confermò il Magizoologo.
Si avvicinò alla porta e posò la mano sulla maniglia.
«Voi… siete sicuri di voler combattere, vero?» chiese, esitante.
«Scherzi?» domandarono tutti all'unisono.
Newt li guardò uno ad uno: la paura che prima lo aveva pervaso era tornata.
«Non voglio che moriate per me» confessò, ancora con la mano sul pomo.
Melody fece un paio di passi, ma poi si fermò, come spesso succedeva a lui quando sentiva delle "ondate d'affetto" verso di lei.
«Newt, siamo venuti qui per combattere e lo faremo» disse Tina, avvicinandosi a lui.
L'uomo la guardò: non l'avrebbe persa. Annuì comunque. Chiuse gli occhi, prese un respiro e girò il pomo.

La sala era enorme. Per certi versi somigliava ad un anfiteatro, solo molto più scuro e tetro. Si trovavano in cima a una rampa di scale.
«Scamander!» fece una voce agghiacciante, che fece ricordare a Newt di essere lì per combattere. Guardò al centro della sala e lo vide: Gellert Grindelwald era lì, l'espressione sul suo volto che non tradiva alcuna emozione. Newt si sentì accapponare la pelle. Nonostante ciò, scese lentamente le scale:
«Buonasera».
I seguaci si misero a ridere. Non ce n'erano molti, al contrario di quello che Newt aveva pensato. Queenie…Leta…c'erano entrambe. Riconobbe anche i volti di Gimina, Rosier e Travis, il suo vecchio compagno di scuola con il quale non aveva un rapporto molto amichevole.
«Beh, posso dire di avere aspettato tanto questo momento, Scamander» continuò Grindelwald
"Non posso dire lo stesso" pensò Newt, stringendo la bacchetta.
«Dov'è la sua valigetta?» lo canzonò il Mago Oscuro.
Newt non rispose. L'aveva lasciata a casa Thompson e quando seppe che Silente sarebbe rimasto lì fu più sollevato che irritato.
«Non sono affari che la riguardano, signor Grindelwald» disse, stupendosi delle sue stesse parole.
Questa volta i seguaci non risero.
«Ha ragione» annunciò il mago, cominciando a camminare. Newt fece un passo nella direzione opposta. Camminarono così, disegnando un cerchio con i passi «È sicuro di quello che sta facendo?»
«Sì» rispose semplicemente Newt.
Grindelwald rise. Faceva altro se non ridere, nella vita? Aveva l'aria di chi si prendeva continuamente gioco di loro, dopo tutto quello che era successo.
Il Mago Oscuro guardò il Magizoologo negli occhi, come per intimorirlo. Newt non distolse lo sguardo: dentro di sé sentiva finalmente tutta la rabbia ribollire come lava incandescente. Ricambiò l'occhiataccia e a quel punto Grindelwald sfoderò la bacchetta. Tutti gli spettatori assistevano con il fiato sospeso. Newt strinse la sua bacchetta.
«Scamander, io… vedo che ha molta paura…» mormorò l'uomo, con voce suadente.
«E io vedo che lei sa di essere spacciato» disse Newt. La verità era che furono le prime parole che gli vennero in mente.
Le narici di Grindelwald tremarono per un secondo:
«L'ha mandata qui Silente… quel codardo…»
«Lei lo ha bloccato. Lei sa che lo sappiamo. E Silente è un grandissimo mago» replicò Newt, senza distogliere lo sguardo dagli occhi del mago.
Grindelwald fece una risata amara:
«Così grande che l'ha inviata in una missione contro il più grande mago oscuro di tutti i tempi al posto suo… di rischiare la vita al posto suo…» disse lui.
A Newt parve quasi di sentire la voce di Theseus:
«E io che ho detto?».
Il Mago Oscuro guardò oltre la spalla di Newt:
«Da te mi aspettavo di meglio, Lestrange» disse a Melody «È chiaro che tu sia solo una studentessa acqua e sapone oltre che un'insopportabile so-tutto-io».
Adrian fece per scagliare una Fattura, ma Melody lo fermò:
«Sarò anche un'insopportabile so-tutto-io. Sarò anche una Sanguemarcio…»
«Mel…» tentò di fermarla Sebastian, ma lei alzò la voce:
«…ma ne sono fiera. E se non lo fossi, probabilmente sarei lì, schiava, dietro di te, Gellert!».

Il fatto che una semplice ragazzina avesse dato del "tu" e chiamato per nome il più grande Mago Oscuro di tutti i tempi fece scatenare un coro di bisbigli tra i presenti.
«Perché combattere?» chiese Grindelwald «Non avete nulla di più potente della mia magia. Quale sarebbe l'arma vincente, ragazza brillante?».
Melody guardò Grindelwald con odio. Si leggeva difficoltà, nella sua espressione, come se rispondere con le parole che aveva in mente le costasse moltissimo:
«L'amore».
«L'amore!» ripeté Grindelwald, imitando la voce della ragazzina. Poi si girò verso i suoi seguaci:
«L'AMORE!» gridò e tutti si misero a ridere. Si rivolse di nuovo a Melody:
«L'amore è debolezza» disse e lanciò un lampo di luce verde contro di lei.
Melody mosse il braccio per pararla. Fu in quel momento che la situazione sembrò capovolgersi: il braccio di Newt si mosse, come in preda a un impulso nervoso, e la bacchetta fermò l'Anatema:
«No… è forza» disse, trasformando l'Anatema fermo sulla punta della bacchetta in una Fattura Stendente e lanciandola contro il Mago Oscuro.
Grindelwald, contro ogni previsione, venne scaraventato all'indietro. Quella Fattura Stendente era stata particolarmente potente, ma non abbastanza da sconfiggerlo. La caduta, però, diede tempo al gruppo di raggiungere il Magizoologo.
«Sei stato geniale, Newt!» esclamò Melody, lottando contro l'istinto di abbracciarlo. Il lettore ricorderà che lei non era abituata a dimostrazioni d'affetto e il fatto che Newt avesse annunciato pubblicamente di tenere a lei era già stato un duro colpo.
«Grazie. Sei…stata fantastica» replicò lui e la ragazza scosse la testa.
Newt guardò Grindelwald e poi Leta, che si stava avvicinando. Spostò lo sguardo su Tina, a qualche metro di distanza da lui:
«Lo so» disse la donna e corse dalla Lestrange maggiore, bloccandole la strada.

«Scamander!»
Newt parò una serie di Maledizioni che gli sembrarono infinite. Provò a lanciare qualche Fattura, ma Grindelwald le parò tutte.
«Pensi di riuscire a battermi, Scamander?»
«Vuoi la verità, Gellert? Sì» disse lui, lanciando uno Schiantesimo, che fece indietreggiare il Mago Oscuro di qualche passo.
Non seppe bene come, ma si ritrovò Disarmato.
«Buonanotte, Scamander» disse Grindelwald con un ghigno «Avada Kedavra!»
Newt aspettò il dolore. Nulla. Quindi non faceva male, morire? Gli sembrava che non fosse cambiato nulla. Sentì solo un tonfo a terra e guardò, rimanendo inorridito. Lì, davanti a lui, c'era il corpo immobile di Leta Lestrange.
«No…» mormorò, inginocchiandosi davanti a lei.
Grindelwald sembrava stupito quanto lui.
«No» ripeté, a voce più alta.
«Combatti, Scamander!» fece la voce di Grindelwald «Voglio ucciderti mentre mi guardi negli occhi».
Newt non riusciva a staccare gli occhi dal corpo senza vita della sua vecchia compagna. Immaginò come sarebbe stato se fosse stato ancora innamorato di lei. Si sarebbe sentito ancora peggio. Non lo era più, sia chiaro. Ma si era sacrificata per lui.
«Ti perdono» le sussurrò all'orecchio, alzandosi in piedi. Non fece nemmeno in tempo ad alzare lo sguardo che vide un altro lampo di luce verde schizzare verso di lui.

«Hai qualche idea?» gridò Melody ad Adrian, schivando una Maledizione Cruciatus.
«Sei tu quella brillante! Fa' qualcosa!» ribatté l'altro.
Melody Schiantò Travis, che cadde a terra svenuto. La ragazza si guardò intorno: Sebastian stava combattendo contro Gimina e, proprio mentre l'uomo stava per avere la meglio, cadde all'indietro, inciampando in un dosso che, Melody ne era sicura, prima non c'era. Sospese in aria c'erano due sfere argentate, una grande e una piccola. In quel momento, quella grande stava lanciando un lampo di luce verso il dosso.
Ma certo! Come aveva fatto a non pensarci prima?

L'impatto non arrivò nemmeno quella volta, perché Newt venne portato in aria senza alcun preavviso. Il lampo di luce verde colpì Rosier, che stava per uccidere Jacob.
«Ma che- Mel?!»
Newt si aggrappò al manico di scopa. La sua scopa. Quella che usava a Hogwarts per le partite come Cacciatore.
«Che cosa fai?» chiese, guardando Melody dietro di sé.
«Giochiamo a Quidditch!» rispose lei.

Preoccupati e soffri due volte [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora