CAPITOLO SEDICESIMO-Strade

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Quando Newt riaprì gli occhi si ritrovò a terra, con la schiena dolorante e la bocca impastata. Era svenuto, a quanto pare. Si chiese se non fosse ancora a Parigi, nel covo di Grindelwald, ma inspirando si accorse di essere all'aperto. Cercò di focalizzare le immagini sfuocate attorno a lui: tante persone, tantissime. Ma era notte e riusciva a vedere ben poco. Ciò che lo fece riprendere fu la struttura che si ergeva davanti a sé: Hogwarts. Casa.
Fu in quel momento che realizzò di essere circondato e di stare ancora stringendo la sua bacchetta. Le persone intorno a lui erano vestite con le divise della Scuola e, tra di loro, alcuni insegnanti che Newt aveva conosciuto. Riconobbe Silente. Il Preside Dippet. La Tracker, di Astronomia. Il professor Pontmercy, di Storia della Magia, che li teneva arzilli con il suo marcato accento francese. Ne riconobbe anche altri, certo, ma non riuscì ad associare bene i nomi: dopotutto, si era appena risvegliato.
Non dovevano essere lì da molto tempo, dato che altrimenti lo avrebbero già portato in Infermeria, ma notò Tina in piedi, poco distante da lui. La guardò cercando di aggrapparsi a quello sguardo amico e, spostando la visuale, inquadrò Jacob, Queenie, Melody, Adrian, Sebastian e Phineas.
Non riusciva a vedere il loro sguardo. Era tutto buio. All'improvviso vide una luce alzarsi lentamente in aria: era la bacchetta di Melody.
Fu seguita da Tina, Queenie e tutti i presenti.
Realizzò dopo un po' che stavano alzando le bacchette per lui. Non sapeva cosa dire. Non poté fare a meno di accennare un sorriso, ma qualcosa lo tormentava.
Quando le bacchette si abbassarono, la folla scoppiò in un applauso, ma Newt si precipitò da Tina.
«Va...va tutto bene?» chiese.
«Sì. E tu?»
«Mai sentito meglio» mentì.
La donna alzò un sopracciglio.
«Lo so che non ti senti bene. È normale» disse, ricordando la morte dei suoi genitori.
«Scusa... è solo che non esiste un modo per fare risorgere-» si bloccò.
«Lo so, è impossibile e... Newt?».
Il mago si era Smaterializzato.

Il Magizoologo stava camminando nella Foresta Proibita da qualche minuto. Ci andava molte volte anche quando era uno studente, per liberare la mente. Aveva in mente un'idiozia, lo sapeva (e sapeva anche che Melody glielo avrebbe rinfacciato), ma aveva deciso comunque di provare.
«There is a castle on a cloud,
I like to go there in my sleep.
Aren't any floors for me to sweep,
not in my castle on a cloud...»
Diamine. Anche Melody era lì, poco distante da lui. Provò a non farsi sentire, ma il terriccio umido lo tradì.
Melody interruppe il suo canto e si girò:
«Newt? Che cosa stai facendo qui?» chiese. Davanti a lei Newt riuscì a focalizzare un cucciolo di Thestral.
«Io... nulla. Passeggiavo».
«Ovvio. Non sei bravo a mentire, sai?»
«Sì, lo so. Ma devo fare una cosa» disse.
Vide che la ragazzina stava per rispondere, così si allontanò senza dire altro.
«Aspettami!» fece la voce di lei.
Non si fermò. Quando arrivò a un punto che gli sembrasse perfetto, estrasse dalla tasca la Pietra della Resurrezione.
In quel momento fu tentato di gettarla via e tornare in cortile a festeggiare, qualunque cosa stessero festeggiando.
«Newt, aspetta» disse Melody, dietro di lui. Doveva avere una buona vista, al buio.
«Mel, ti prego...» iniziò, ma poi si fermò. Aveva bisogno di risposte.
«Mel, dove sono i corpi di...?» chiese, incapace di pronunciare i nomi senza sentire un groppo in gola.
«Li hanno portati in Infermeria appena siamo arrivati. E Grindelwald è stato spedito ad Azkaban» spiegò.
«Grindelwald?!»
«Lo abbiamo fermato. Si è aggrappato alla Passaporta e degli Auror erano già pronti a catturarlo. Theseus aveva pensato a tutto» rispose.
Newt abbassò lo sguardo. "Geniale" pensò di dire, imitando Melody, ma non lo fece.
«Ti... ti devo chiedere di andare...» mormorò.
La ragazzina annuì, visibilmente delusa, anche se cercava di non darlo a vedere:
«Certo. Buona passeggiata» disse, marcando l'ultima parola.
Quando lei si girò, Newt si ricordò di qualcosa che doveva fare.
«Mel, aspetta!».
La ragazza si girò di nuovo.
«Vieni... vieni qui» disse il mago.
Lei annuì e si avvicinò a lui, guardando la Pietra nella sua mano.
«Newt, se pensi che...» cominciò, ma prese un respiro e continuò «D'accordo».
L'uomo la guardò per un secondo. Poi spostò di nuovo lo sguardo sulla Pietra, desiderando con tutto il cuore di rivedere le persone giuste.

Quando alzò lo sguardo li vide: quasi umani, ma ancora non appartenenti a quel mondo, davanti a lui c'erano Theseus e Leta che sorridevano leggermente.
In quel momento si accorse di non sapere cosa dire.
«Ciao, fratellino» attaccò Theseus.
Newt riuscì a mormorare un "ciao".
«Complimenti, Newt» disse Leta.
«Grazie...» mormorò lui «ma sarei morto senza di loro» e fece un cenno con il capo a Melody, che salutò con un gesto della mano i due.
«Diventeresti una fantastica Auror. O un Ministro della Magia. E non lo dico a tutti» confessò Theseus alla ragazza, che arrossì.
«Mel, io dovevo dirti che...» iniziò Newt, guardando Leta, ma lei lo fermò.
«Posso occuparmene io?» chiese la donna.
«C-certo» disse lui, sull'orlo delle lacrime.
«Melody... Mel» iniziò lei «Sei stata così coraggiosa! E mi dispiace per tutto quello che ti ho fatto passare a te e Newt. Sono un mostro. E, Mel... ricorda che ti voglio bene» disse.
La ragazzina corse da lei e fece per abbracciarla, ma le passò attraverso, cosa che fece svanire in Newt tutte le speranze.
«Mi dispiace. Mi dispiace per essere vivo quando voi non lo siete...» mormorò.
I due si guardarono:
«È giusto così, Newt» disse Leta.
«Newt, sei-» fece Tina alle loro spalle.
La donna si fermò guardando le due figure.
«Tina, io... se vuoi puoi...» mormorò lui, allungando la mano con la Pietra verso l'Auror. Vedendola si era sentito egoista e aveva deciso di mostrarle i suoi genitori.
Lei scosse la testa:
«No. Grazie, Newt»
«Non resta molto tempo» disse Theseus, cominciando a sparire.
«Theseus, mi mancherai. Mancherai a tutti» fece frettoloso il Magizoologo.
«Ma io sarò sempre con voi, fratellino» replicò lui.
«Leta, mi dispiace. Avresti potuto sposarti... o tornare a vivere con Mel...»
«Te l'ho già detto, Newt, è giusto così» rispose lei «E poi, hai trovato una che sa dare» disse, ammiccando e guardando Tina.
Il Magizoologo e la donna arrossirono.
Ormai stavano sparendo.
«Addio» disse Newt.
«Ciao, fratellino» replicò Theseus.
«Ciao Newt» lo imitò Leta.
Un attimo prima di sparire del tutto, Leta si rivolse a Tina:
«Quando dorme, russa».

Preoccupati e soffri due volte [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora