Il deserto del Gobi non è certamente un posto caro a chi voglia divertirsi. Quella notte, mentre i miei occhi turbavano la vista dell'oscurità tipica del sonno, un solifugo, detto altresì ragno dei cammelli, aveva indubbiamente tentato di mordermi, finendo schiacciato sotto le pieghe del sacco a pelo: un orrore per la mia vista quel coacervo di zampette e liquidi corporali atramente oppressi, con crudeltà che ancor non so se meritasse o no.
Lo ripulii frettolosamente: non volevo che qualcuno se ne accorgesse, giacché la mia fama, in quel gruppo di uomini, non era peraltro delle migliori. Ripiegai il sacco a pelo e lo restituii a Leonardo, che mi chiese:«Dormito bene là dentro?», io annuii e di rimando dissi, con uno sbiadito sorriso in volto:«Certamente, per un posto di simile fatta era il meglio che potessi pretendere!». Leonardo mi strappò di mano quant'era stato il tempio del mio atroce sonno e si diresse verso il colonnello Amaldi.
«Colonnello», proferì, lacerando il silenzio di quel torrido mattino, «quali sono le sue aspettative per il raggiungimento del primo centro abitato?». Il colonnello, per rispondere a lui, guatò tutti con guardo di leone che avvista una gazzella nella savana, «ricordate», urlò, e temei che la sabbia immobile non si movesse impaurita, «uccidete a vista: già la sola aria che ora stiamo respirando può essere cagione di contagio, e non oso immaginare quanto tremende sarebbero le conseguenze». Uccidete a vista, aveva detto? Uccidere uomini casti di colpe senza ragione alcuna. No, non potevo sopportarlo, sicché l’accusai così -Dio m'avesse serrato la bocca-, «come può uccidere un uomo senza che questi lamenti una colpa degna d'un atto tanto crudele? Come può? Lei è una bestia...». Il colonnello mi fissò per due o tre secondi. L'avrebbe fatto, se il governo non gliel'avesse impedito da principio, l'avrebbe fatto, avrebbe sollevato quel fucile e mi avrebbe sparato contro, ma, in luogo di cotanta violenza, preferì dire:«Dunque ti sta bene che una deiezione aliena ti distrugga da dentro? O hai così tanta paura vuoi di morire vuoi d'ammazzare che vorresti marcire qui, sotto questo sole infernale?». Abbassai lo sguardo e proseguii, pentendomi amaramente delle mie parole, che mi avevano ormai reso carne da macello in quel branco di lupi.«Pechino. Dobbiamo puntare lì. Siamo distanti pressoché 900 km. Le scorte d'acqua e cibo sono sufficienti per una settimana, malgrado io creda che il viaggio impiegherà circa dieci giorni. Saranno dieci giorni in questo deserto. Siete tutti ben addestrati e saremo in grado d'affrontare la tenacia di quest'ambiente tanto meraviglioso quanto ostico. Non amo le parole d'incoraggiamento. In marcia!».
S'era sollevato un sospiro leggiadro, che moveva microscopici granelli di sabbia, alcuni d'essi si posavano sui miei indumenti e vi rimanevano, come attratti da quella materia bollente. Eran persino più grandi del nemico che combattevamo, seppur fino ad allora io avessi visto perire solamente vittime innocenti, uccise da altri umani. Quei venti impercettibili creavano minuti vortici di sabbia, che si estinguevano in un attimo per poi riapparire a metri di distanza; pareva che nessuno, ivi, se n'accorgesse, tutti scrutavano senza sosta l'orizzonte ora arancio ora grigiastro, per lasciarsi al miraggio d'un dromedario che poi vaniva.
In quei momenti concupivo, più di tradurre quella cerea tavola, un sol sorso d'acqua, anche se mi sarei dissetato con un fiume intero, ma nel marciare serrato dei soldati, i miei muti lamenti di pace non erano ascoltati.
Soltanto in seguito m'avvidi che quell'ombra fugace che aveva sfiorato il mio anfibio altro non era che uno scorpione. Non ne avevo mai visto uno. Del resto, tutto ciò di cui s'era enfiata la mia vita null'altro era che l'olore dei libri, il fardello della cultura, che mi aveva garantito d'entrare nelle più grandi istituzioni linguistiche del pianeta, dalla famigerata Crusca, nel mio Paese, all'Académie Française, per poi fare un salto ad Oxford ed un soggiorno ad Harvard; mentre, in quel momento, ero lì, nel bel mezzo del nulla, a favore del governo, che prima di partire m'aveva somministrato quel testo, col sol compito di farne una traduzione.In lontananza si scorgeva una nube giallastra, d'un colore tale che mi sovvennero i lampioni del mio paese natale, non guari lungi da Roma, che illuminavano quelle fauste sere di gioco, ma quello non era il mio paesino, era un deserto. E qualcosa di cui il colonnello non aveva parlato s'accingeva ad avvicinarsi impetuoso contro di noi.
STAI LEGGENDO
BACILLO
Mystery / ThrillerItalia e Cina stringono un patto volto allo studio del batterio che sta decimando la popolazione mondiale. Viene inviato nel deserto del Gobi un plotone con lo scopo di congiungersi agli alleati e recuperare il campione, ma i soldati tradiscono la p...