ᴄᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ 6 - ɪʟ sᴇɢʀᴇᴛᴏ

130 23 32
                                    

Sono seduta a tavola insieme a Noah e ai miei genitori. È ora di cena, e infatti stiamo cenando con il piatto più popolare della Baviera l'Haxen; un pezzo di cosciotto di maiale o vitello accompagnato dai Knödel, simili a degli gnocchi di patate che presuppone un robusto appetito. Noah è un po’ a disagio noto che non ha ancora toccato cibo. «Non ti piace?» Chiedo interrompendo quel silenzio che regnava in soggiorno.

«Sì, scusa ero sovrappensiero», risponde il ragazzo con un sorriso, e inizia finalmente ad assaggiare il cibo

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

«Sì, scusa ero sovrappensiero», risponde il ragazzo con un sorriso, e inizia finalmente ad assaggiare il cibo. Si pulisce le labbra con il tovagliolo. «È buonissimo. Complimenti», afferma sorridendo.
«Ragazzo, è da molto che non ti vedevamo con Iris. Dove sei stato per tutto questo tempo?» Sollecitano incuriositi i miei genitori.

Incrocio lo sguardo smarrito di Noah, che mi guarda in silenzio. È in difficoltà, non sa cosa rispondere. Si gratta la nuca in modo impacciato, abbassa lo sguardo sul piatto davanti a sé. «Ecco io... Sono stato in luoghi stupendi, ho viaggiato molto e sono tornato perché... non riesco a stare lontano da vostra figlia» Ammette il ragazzo in tono deciso, e con un sorriso sornione sulle labbra.

A quella dichiarazione arrossisco.
In soggiorno cala nuovamente un silenzio inquietante, e questa volta è Noah a interrompere quell'atmosfera di tensione.

«Con permesso», rivolgendosi ai miei genitori, visto che abbiamo terminato di cenare si alza dalla sedia e inizia ad aiutarmi a sparecchiare la tavola.

«È stato tutto squisito, davvero. Iris vorrei parlarti in privato», sussurra poggiando il piatto nel lavabo. «Va bene allora parliamo dopo in camera mia», affermo decisa, intanto i miei genitori seguono un film in TV.

«Lascia che ti aiuti», sussurra a poca distanza da me. Ha i piatti in mano e iniziamo a lavarli insieme. Strofina la spugna imbevuta di detersivo sul piatto e una volta sciacquato per bene i piatti e posate li riponiamo nel portaposate e nella credenza.

«Ecco qui ho finito, vado preparare la stanza per Noah», mi rivolgo ai miei genitori. «Va bene. Tesoro, allora noi andiamo a dormire, buona notte ragazzi» dice mio padre spegnendo la TV.

«Buona notte mamma, notte papà», sussurro con un sorriso baciandoli sulla guancia. Li vedo salire al piano superiore e noto che Noah si guarda intorno spaesato. «Posso dormire sul divano?» Domanda dolcemente.

Scosto il capo in segno di negazione. «No! Non dormirai lì seguimi ti mostro la tua stanza», rispondo di rimando.

Noah mi guarda con uno sguardo da cucciolo poi mi segue in silenzio fino al piano superiore.

«Eccoci, quello è il tuo letto, e puoi riporre i tuoi vestiti nell'armadio», affermo sincera sorridendo.

«Grazie mille, visto che siamo soli possiamo parlare? Devo dirti una cosa importante», annuncia sedendosi sul letto, assume un'espressione seria. Lo raggiungo e mi siedo accanto a lui.

ʟᴀ ᴄᴜsᴛᴏᴅᴇ  ᴅᴇʟ ᴛᴇᴍᴘᴏ. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora