-ᴄᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ 19 - ʀɪᴍᴏʀsɪ-

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Sahariel

Noah, chissà dove sarai. Quando hai letto la lettera che ti ho scritto, mi chiedo quale sarà stata la tua reazione al mio allontanamento? Mi sono allontanato da te solo per proteggerti, non voglio che potrei farti del male senza rendermene conto, sono ormai sotto il controllo di Dominique, sono come una marionetta da manipolare a suo piacimento. La mia più grande paura è che se mi dovessi scontrare nuovamente con te sotto il suo influsso malefico probabilmente ti ucciderei con le mie stesse mani.

Abbandono i tristi pensieri sospirando profondamente salgo a bordo della mia Dodge Polara e mi allontano.

Voglio lasciare la città, e andarmene il più lontano possibile da lui solo standogli lontano sarà salvo.

Prima di lasciare per sempre Monaco faccio una sosta per fare colazione, e decido di andare alla caffetteria Eigel. Così una volta giunto a destinazione, parcheggio l'auto nei pressi della caffetteria. Scendo chiudendo lo sportello, e metto le chiavi in tasca.

Addio Noah, Sarah, Iris. Non ci rivedremo mai più.

Abbandono questi pensieri malinconici e, deciso avanzo ed entro nella caffetteria. In modo frettoloso mi siedo a un tavolino, ordino un waffle al cioccolato e un succo di frutta.

Mi gusto la colazione in completa tranquillità, ma qualcuno interrompe quell'atmosfera serena.

«Ciao, Sahariel, che bello rivederti... Perché te ne eri andato ieri?» volgo lo sguardo al mio interlocutore, lui è lì che mi guarda, ha un'espressione vivace in volto la sua voce, il suo sorriso tenero e il suo viso d'angelo mi fa sorridere, è sempre il solito. Mi dà sui nervi il fatto che l'ho incontrato qui in questa caffetteria, tento il tutto purché gli resti lontano, ma lui invece è sempre lì come un segugio.

Ironia della sorte.

«Puoi per favore, lasciarmi fare la colazione in santa pace?» mormoro evitando di guardarlo negli occhi.

«Sei sempre il solito, perché? Non capisco! Mi stai evitando da troppo tempo. Mi fa soffrire il tuo allontanamento, sai? Vorrei che fossimo almeno amici?» sussurra Noah e noto il suo sguardo incupirsi.

Mi fa male vederlo in quello stato, il suo sorriso non c'è più ha un'espressione seria in volto, e riesco a palpare la sua tristezza solo a guardarlo negli occhi.

«Non posso, non potremmo mai essere amici, vuoi capirlo? È impossibile che torneremo a essere ciò che eravamo lasciami solo. È meglio per entrambi» mormoro quelle parole sentendo un dolore al petto.

Improvvisamente, noto un cagnolino bianco e Honey, il mio gattino, che si avvicinano al tavolo in cui stiamo discutendo io e mio fratello. «Ciao, piccolo, che ci fai qui?» sussurro accarezzando il gattino, e sorrido dolcemente.

Noah invece è lì che mi guarda e leggo nei suoi occhi un'immensa tristezza. «L'ho trovato per strada è sbucato da un cespuglio... Sahariel, perché lo hai abbandonato? Era un tuo amico» sussurra serrando la mascella.

Con indifferenza lo ignoro e mi avvicino al bancone e pago l'ordinazione.

E con indifferenza mi avvio verso l'uscita, ma Noah come avevo previsto, mi afferra per un braccio. «Non uscirai da qui, finché non avrai parlato con me, è inutile che continui a ignorarmi! Cazzo! Sono tuo fratello. Non voglio stare lontano da te, mi manchi lo vuoi capire?!» borbotta il ragazzo corvino con un tono deciso.

ʟᴀ ᴄᴜsᴛᴏᴅᴇ  ᴅᴇʟ ᴛᴇᴍᴘᴏ. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora