Sophi pov
Ovviamente quella maledetta sveglia cominciò a suonare come fosse la cosa più bella del mondo.
Mi alzai sbuffando e rabbrividendo per il freddo, Wikipedia mentiva quando diceva che in California fa caldo 365 su 365.
Quando scostai la pesante tenda bianca da davanti alla finestra, nuvole dense e grigie coprivano ogni centimetro di cielo non lasciando spazio ai fini raggi di sole che lottavano per avere una piccola parte della volta celeste.
Amo l'inverno ma sembra che sia arrivato proprio quando Tom se ne è andato e tutto ciò mi irrita davvero tanto e dato che è già due settimane che non lo vedo. (La giornata inizia molto bene)
Guardai l'ora sul telefono, erano le sei e mezzo, e da Tom erano le undici e mezzo di sera quindi lo avrei potuto chiamare e sentire come fosse andato il primo panel, così sbloccai la schermata home e lo chiamai, dopo tre squilli e mentre lanciavo una felpa grigia e un paio di jeans neri sul letto, la voce roca e dolce che tanto amavo rispose con un: <piccola!> era squillante ma con una nota di immensa stanchezza <ehi> risposi entrando nel bagno <tutto bene la? Come è andato il primo panel?> gli chiesi mentre mi pettinavo i capelli e li raccoglievo in una coda alta <molto bene, i ragazzi sono attivi e dolci come sempre> disse <sono felice, tu come stai?sei stanco?> gli domandai dirigendomi in cucina per prepararmi il caffè <sto abbastanza bene, mi manchi, e si sono stanco>rispose sospirando <allora ti lascio andare a letto, e mi manchi anche tu, tanto> preicisai <si okay, ti chiamo io domani, cioè domani per me è stasera per te> si spiegò meglio balbettando qualche parola <sì tranquillo, buona notte, ti amo> gli diedi la buona notte <grazie piccola, buona giornata, ti amo> detto ciò chiusi la chiamata e bevvi di corsa il mio caffè.
Tornai in camera da letto mi infilai la felpa e i jeans, mi misi un po' di mascara, presi la mia roba e uscii di casa.Avevo un colloquio di lavoro, se decidevano di assumermi sarei dovuta andare almeno 5 giorni su 7 a fotografare modelli e modelle per la famosa rivista di moda runway.
Mi ricordai in quel momento di indossare solo la felpa, e che sotto ad essa avevo solo una canottiera bianca per tutti i giorni, mentre ero ferma ad un semaforo cominciai a frugare dentro la borsa in cerca di un giacchetto, cardigan (anche se di solito preferisco altro) o una felpa aperta più elegante,non potevo presentarmi in quel modo ad un colloquio di lavoro.
Avevo trovato qualcosa ma fui obbligata a lasciarlo dentro la borsa perché le macchine dietro avevano cominciato a suonare i clacson come pazzi <calmatevi cazzo> sbottai abbassando il finestrino.
Rimisi la mano dentro la borsa e ne tirai fuori quello che avevo trovato prima: un giacchetto di pelle rossa, amavo alla follia quel giacchetto di pelle per qui mi rallegrò un po' la giornata.
Quando parcheggiai la macchina davanti a me si presentò un enorme grattacielo, saranno stati almeno 14 piani, e tutti a specchio.
Rimasi imbambolata per qualche secondo a guardare l'enorme edificio che rifletteva il grigio denso e scuoro delle nuvole, ah si a proposito delle nuvole dopo alcuni istanti la pioggia si fece più fitta e forte, cominciando a scrosciare, mi strinsi la borsa alla spalla e cominciai a correre verso la porta di ingresso <merda,merda,merda>urlai prima di varcare la soglia.
Ero bagnata fradicia e mi vergognavo a fare un colloquio in queste condizioni, mi guardai un po' in torno e vidi un receptionist dietro un bancone di legno chiaro su cui erano attaccate delle lettere luminose e c'era era scritto runway, <scusami tanto, ma avrei bisogno di un piccolo aiuto> lo distrassi dai fogli su cui era piegato e molto preso, alzò la testa, mostrandomi due occhi color del ghiaccio, delle labbra perfette e una mascella spigolosa e ben definita, mi incantai per qualche secondo <dimmi tutto> mi rivolse un sorriso bianchissimo e perfetto <ho un colloqui con il signor Black, ma sono impresentabile> mi indicai, lui ridacchiò <Carol> urlò per farsi sentire, dalla porta dietro di lui uscì una ragazza alta con i capelli castani e gli occhi verdi, il suo corpo era costretto dentro un vestito nero e delle calze altrettanto nere, mi sentivo veramente fuori posto, il trucco mi era colato e la canottiera bianca lasciava intravedere il reggiseno <dimmi jace> lo guardò per incoraggiarlo a parlare <stai un attimo qui devo aiutare questa ragazza> jace mi lanciò un occhiata, e io guardai la ragazza rivolgendole un mezzo sorriso <okay> acconsenti lei fredda e con tono svogliato, buttandosi a peso morto sulla sedia nera girevole, prestando attenzione solo allo schermo del suo cellulare <vieni con me> trillò jace facendomi un gesto con la mano, e mentre ci incamminavamo in un corridoio dalle pareti a vetri, lui si girò di scatto facendomi fare un passo indietro per la paura <che maleducato, non mi sono neanche presentato> strinse gli occhi poi li riapri e mi porse la mano <piacere io sono jace> mi disse facendo un sorriso ammiccante e provocatorio, lo fissai per pochi istanti e poi pensai che avevo Tom e che era molto meglio di questo Jace <piacere io sono Sophia>strinsi la sua mano fredda come il ghiaccio e sollevai un sopracciglio, poi sorrisi anche io. <dove stiamo andando?> chiesi mentre l'ascensore saliva <in una cabina> mi disse lui affondando le mani nei pantaloni dello smoking nero <armadio?> chiesi nuovamente, e guardandolo incosciente, lui annuì lanciandomi un occhiatina, <figo> sussurrai ancora incapace di credere a una cosa del genere.Aprii una porta bianca e luci e colori colpirono i miei occhi, questo era il mio mondo, ogni tipo di vestito, maglietta, pantalone e scarpe ,c'era tutto, rimasi senza parole e con le braccia molli che cadevano sui fianchi, la bocca socchiusa <scegli i tuoi capi di abbigliamento, cambiati, truccati e poi esci, io ti aspetto qui per poi accompagnarti dal signor Black> mi spiegò jace sistemandosi il ciuffo biondo cenere che ricadeva ribelle sulla fronte, annui e mi chiusi la porta alle spalle.
Dopo 20 minuti ero pronta e anche leggermente agitata; avevo optato per una camicetta bianca senza maniche con il bordo del colletto rosa antico, che si abbinava perfettamente ai pantaloni a zampa di elefante che avevo indossato, ma avevo lasciato le mie amate windsor smith bianche, e per non essere troppo scoperta avevo messo sulle spalle un cardigan bianco.
Quando uscii dalla cabina gli occhi di jace mi scrutarono da cima a fondo, e un sospiro uscì dalle sue labbra quando finì il tour <niente male> esclamò riportando il suo sguardo nel mio, sorrisi e annuii <ora possiamo andare> dissi incamminandomi in una direzione che avevo preso completamente a caso.
Sentì un colpo di tosse dietro le mie spalle, mi fermai presi un respiro profondo e mi girai, jace mi guardava <è dall'altra parte> cercava di non ridere, e fece anche bene perché se avesse riso il mio nervosismo sarebbe aumentato <okay> sbattei le mani sui fianchi e caminando velocemente girai e ricominciai a camminare della parte opposta.
Quando fui davanti alla porta di legno scuro, con una targhetta in cui era inciso Mr Black, mi irrigidì e lo stomaco mi andò in subbuglio <okay, bussa> mi esortò Jace facendo un cenno della mano, indicando la porta, annuii nervosamente e bussai <io vado> mi sussurro Jace, li mimai un grazie e lui se ne andò <avanti> una voce profonda mi fece risalire, girai la maniglia ed entrai nella grande stanza, quando i miei occhi incontrarono quelli dell'uomo sulla sessantina il suo viso si illuminò, e io cominciai a tranquillizzarmi <signorina Jhones> si sporse dalla scrivania allungando la mano, non esitai e la strinsi <Mr Black, è un piacere conoscerla> sorrisi mettendomi a sedere in una delle sedie in metallo lucente <la prego mi chiami Chris> mi sorrise rimettendosi sulla poltrona nera <e lei mi chiami Sophi a questo punto> ridacchiai nervosamente e Chris si unì a me.
Guardò le mie cartelle e tutto il materiale necessario, in tutto ciò mi stavo torturando malamente le mani, quando mi guardò trattenni il fiato <lei ha delle doti fantastiche, credo che ci servirà nel complesso> mi sorrise mettendo in mostra le guance arrossate <dice sul serio?> chiesi sgranando gli occhi <mai stato più serio,insomma ci vuole del personale giovane e dotato come lo sei tu> mi disse <la ringrazio Chris> mi alzai dalla sedia e lui fece lo stesso venendomi di fronte <non la deluderò> esclamai sorridendo a trentadue denti <ne sono certo, il suo orario lavorativo glielo manderò via mail entro domani> mi spiegò lanciando un'occhiata veloce al pc che stava sulla scrivania <certo> squittì entusiasta <ah aspetti, le mostro il suo ufficio> mi disse raddrizzando le spalle e dirigendosi verso la porta <ufficio?> chiesi accigliandomi <si certo, lei farà le foto, le selezionerà e le modificherà> mi spiegò in tono neutro, rimasi sbigottita qualche secondo, poi mi avvicinai alla porta e insieme a Chris ci dirigemmo verso il mio nuovo ufficio.
Era carino e accogliente, ovviamente lo avrei personalizzato dopo qualche giorno <lo adoro> dissi girando su me stessa <ne sono felice> mi regalò un altro dolce sorriso.Dopo aver parlato un'altra manciata di minuti con Chris, ritornai a casa, cioè a casa di Tom,e durante il viaggio in macchina Rose mi aveva chiamata e ci eravamo messe d'accordo per stasera, dato che Neddy sarebbe uscito, noi saremo andate in discoteca, nonostante a me non facesse impazzire l'idea della musica altissima e avere tutti quei corpi sudati addosso sarei andata lo stesso.
Quando entrai nel vialetto di casa, la range rover blu notte catturò la mia attenzione facendomi rimanere senza parole.
Cosa voleva da me?🍑SA🍑
Hello piccolo popolo🖤
Sono un sacco felice che siamo arrivati ad avere più di 800 visualizzazioni, non me lo sarei mai aspettato, grazie mille davvero, vi voglio un mondo di bene.
Ma comunque tornando al libro, chi credete che sia la persona che Sophi teme? Scrivetelo nei commenti 💗
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"somebody to love"||Tom Holland
FanfictionEventi e caratteri dei personaggi sono solo frutto della mia contorta immaginazione, godetevi la lettura 💗 Non scrivo niente qui così non rischio di spoilerarvi qualcosa😂 Sofi