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Tom pov
Non mi stavo rendendo conto del poco spazio che divideva me e Jessie, il suo profumo mi stava inebriando le narici, sapevo che si aspettava che la baciassi e infatti se avessi bevuto lo avrei fatto, avrei baciato la mia vecchia amica e di conseguenza avrei tradito la mia bellissima e intelligentissima ragazza.
Spalancai gli occhi e feci due passi indietro, quasi impaurito dalle mie stesse azioni, lei mi fissò un po' confusa e delusa <Jessie d-davvero mi dispiace tanto, ma ho una ragazza bellissima e-e io la amo> affermai balbettando, mi girai e cominciai a correre verso l'hotel, che stava a pochi minuti dal ristorante lasciando la ragazza intrappolata nel vestito rosso da sola. Arrivai in camera senza fiato, presi il telefono sperando che mi rispondesse <pronto Tom> disse in tono sorpreso ma con la stessa quotidiana dolcezza <amore ti amo> le dissi soltanto, buttandomi a peso morto sul letto, la sentii ridere, dio come amavo la sua risata, non era per niente falsa, così bella <anche io ti amo Tom> diventò seria <davvero> aggiunse <come è andata la cena?>mi domandò dopo pochi secondi di silenzio,rimasi un po' spiazzato dalla fluidità con qui mi aveva posto la domanda <a s-si giusto la cena> dissi balbettando facendo mente locale di ciò che avevamo fatto io e Jessie, ma non avevamo fatto niente <non l'avrai mica baciata vero?> mi chiese in un filo di voce, era spaventata <lei ci ha provato, intendo a baciarmi, ma io me ne sono andato> spiegai facendo un piccolo sospiro e sfilandomi la felpa e le Nike nere <non lo farei mai piccola, mai> affermai con il tono più fermo e serio che potessi avere <ti credo> disse felice, <hai fatto il colloquio con il Signor Black vero? Non abbiamo avuto il tempo di parlarne> le dissi rimettendomi nel letto <oh si il colloquio, è andato benissimo, sono stata assunta e domani inizio> squittì entusiasta, ero molto felice per lei, insomma se lo meritava, è così sveglia e intelligente <sono felice per te bimba> mi congratulai, immaginandomela buttare gli occhi al cielo e sorridere, ridacchia <che ridi?> mi chiese divertita, guardai l'ora e mi accorsi che erano le una di notte, e da lei le sei di pomeriggio <niente piccola> la rassicurai scostandomi il lenzuolo di dosso, qui a Londra stava cominciando la primavera è faceva davvero caldo, almeno per me <che fai piccolina?> le chiesi incuriosito guardando il mio romanzo posato sul comodino accanto al letto il ritratto di Dorian Grey, me lo aveva consigliato Sophi e mi stava piacendo davvero un sacco lo avrei finito il prima possibile <mah niente, io Jem e Rose abbiamo iniziato una nuova serie su Netflix> mi disse in tono furbo e provocatorio <sei una stronza, mi avevi promesso che avremmo iniziato l'abbonamento insieme> le dissi in finto tono offeso <amore non sapevamo che fare> ridacchiò lei <fa niente, scherzavo>aggiunsi ridendo <okey Tom, buona notte, ti amo> mi disse dolcemente <notte piccola, ti amo> chiusi la chiamata e mi addormentai pensando a quando avrei potuto toccarla di nuovo, e fare l'amore con lei, baciarla, dio quanto mi mancava.
Una settimana dopo
Pov Sophi
Sentii un invitante profumo di pan cake e sciroppo d'acero, e mi costrinsi ad aprire gli occhi, e mi accorsi pochi istanti dopo di non essere in camera da letto ma stravaccata sul divano del salotto, e mi ricordai che Jem era rimasta a dormire, e dato che è la miglior cuoca a questo mondo dopo mio nonno e mia mamma, dedussi che fosse lei a cucinare quella delizia.
Mi alzai dal divano e guardai l'ora sul cellulare, erano 7:30 di lunedì del 20 novembre, e io tra un' ora dovevo essere a lavoro e volevo essere puntuale almeno dopo una settimana che avevo iniziato, quindi corsi in cucina e vidi i lunghi capelli castani della mia migliore amica che ondeggiavano qua e là mentre lei impiattava i punk kake su due piattini <io ti adoro> puntualizzai, in tutta risposta ebbi una risata fragorosa che riempì la cucina, e ciò mi ricordò Tom, quella risata fantastica, perfetta, come lui, sorrisi e mi misi a fare colazione.

Misi un maglione blu e lo infilai nella gonna beige, infilai le calze color carne e gli stivali a coscia neri, mi truccai un po' e aggiustai i capelli in una crocchia abbastanza ordinata, e prima di uscire insieme a Jem mi rinchiusi nel mio cappotto rosso, che usavo solitamente quando cominciava il freddo e il Natale, anche se nonostante mancasse quasi più di un mese alla mia festività preferita lo misi lo stesso.
Ero in anticipo di dieci minuti e ne approfittai per andare alle macchinette e prendere un caffè dato che a casa non c'era più, e infatti dopo sarei dovuta passare al market per fare la spesa, se no sarei rimasta senza il cibo; ma tutta la mia progettazione mentale sul resto della giornata dopo il lavoro fu tragicamente interrotta da un liquido bollente sulla mano. Metà del mio caffè si era rovesciato sulla mia povera mano <cazzo> imprecai andando a prendere un fazzoletto per pulirmi <serve una mano piccola sbadata?> una voce già sentita si intromise tra me e lo strofinaccio con qui mi stavo asciugando la mano <non chiamarmi così> precisai irritata, e quando mi girai incrociai gli occhi color ghiaccio di Jace, stava ridendo senza farsi sentire e la cosa mi diede ancora più sui nervi, lo guardai nel peggior modo possibile e lui scoppiò a ridere <ci mancavi solo tu a darmi fastidio> sibilai buttando gli occhi al cielo <oddio ho infastidito la reginetta> strepitò gesticolando con le mani, non capivo se lo faceva per farsi due risate o mi stava prendendo realmente per il culo <sono l'opposto di quello fidati> ribattei guardandolo divertita <perché ti sei messa quella gonna reginetta?> mi chiese cambiando completamente discorso ma mantenendo un tono provocatorio e  riusando lo stesso odioso nomignolo, ma questo è bipolare <e perché tu hai lasciato a casa la tua originalità ?> sbottai acida, anche se non era quello il tono che avevo in mente di usare, si accigliò e stampato in faccia aveva quel ghigno odioso, appena conosciuto sembrava dolce e simpatico ma ora come ora lo trovo davvero odioso, e poi non capisco neanche perché abbia sbottato in questo modo con me, non mi conosce nemmeno, non dovrebbe neanche permettersi di rivolgermisi in questo modo, ma in tutto ciò si era avvicinato pericolosamente a me <senti mocciosa non alzare il tono con me> ribattè in tono troppo calmo e algido, lo guardai sbigottita, ma che cosa gli era preso? Non lo conosco nemmeno <ma che razza di...>  cominciai a sbraitare puntandogli il dito contro ma la mia rabbia si spense in un secondo quando una voce a me sconosciuta ci interruppe dalla nostra infuriata <oddio Jace lascia stare questa povera ragazza> un ragazzo alto quanto il biondo davanti a me mi si affiancò e mi posò delicatamente la mano sulla spalla, il ciuffo nero dei capelli li ricadeva da un lato dell'occhio e metteva in risalto le iridi verdi <oddio ci mancavi solo tu Cole> sospirò sconfitto Jace, passandosi una mano tra i capelli <va via> disse con calma il ragazzo che avevo capito si chiamasse Cole <se no cosa mi fai? Mi picchi come l'ultima volta?> ghignò Jace con la cattiveria nella voce, l'avevo sentita subito, quel tono superiore e menefreghista, odio questa cosa nelle persone. Cole strinse i pugni fino a far diventare le nocche bianche, fece un respiro profondo e chiuse gli occhi, poi continuò a sorridere <non costringermi a chiamare la sicurezza, via> detto ciò jace mi lanciò uno sguardo fulmineo e scese le scale per tornare alla reception, mi girai di scatto e fissai quelle iridi verdi <i-io, dio grazie, sono capace di tenere testa alle persone, ma proprio stamani non c'è la potevo fare> dissi tutto di un fiato, facendo un mezzo sorriso alla fine <oh figurati tesoro Jace è un coglione, non lo sopporta quasi nessuno in studio, ma comunque io sono Cole, piacere> mi porse la mane mostrandomi un sorriso timido ma audace allo stesso tempo, sorrisi ancora di più e afferrai la sua mano <io sono Sophi, il piacere è tutto mio Cole> ridacchiò staccandosi dalla mia presa.

<tu quindi hai lavorato per MCU come fotografa, e ora tutti gli attori sono tuoi amici, e Tom Holland, il nuovo spiderman è il tuo ragazzo> puntualizzò Cole mentre andavamo verso i rispettivi uffici <esatto> risposi sorridendo e appoggiando la mano sopra la maniglia della porta nera del mio ufficio <questo è il tuo ufficio?> mi chiese il moro un po' sconcertato <si perché?> domandai incuriosita dalla domanda, cambiò subito espressione, e negli occhi verdi saettò una scintilla <entra> mi spinse dentro il mio ufficio ancora spoglio e vuoto, e lui entrò nel suo, così dopo pochi istanti il pannello in vetro che stava davanti a me cominciò a muoversi verso la parete in alto, così da scomparire e lasciarmi la vista di un ragazzo dentro lo smoking e con la scrivania più disordinata che avessi mai visto. Risi di gusto, quando Cole, smagliò un sorriso e allargò le braccia <grazie al cielo ho qualcuno di simpatico con cui parlare> ridacchiai appoggiandomi alla scrivania, guardai l'ora sul telefono e mi spostai per prendere la mia nuova macchina fotografica, la esaminai per bene e costatai che era davvero bellissima, spostai l'obbiettivo su Cole che nel frattempo aveva la tazza di caffè in mano e dei fascicoli nell'altra, scattai qualche foto e lui alzò immediatamente la testa <cosa fai biondina?> mi chiese facendo un mezzo sorriso, sorrisi anche io e nascosi la macchina dietro la schiena <niente> risposi in tono innocente e stringendomi nelle spalle <sei una pessima bugiarda> dichiarò ridacchiando e posando i fascicoli sopra la lastra di vetro che faceva da scrivania <non è vero, ma comunque devo andare, ho un servizio tra meno di 5 minuti all'ultimo piano quindi...> spiegai mettendomi la borsa in spalla e buttando il mio quaderno accanto al computer bianco <si vengo anche io, devo parlare con Miranda per il prossimo numero> disse con noncuranza rimettendosi in piedi <M-Miranda Presley?> domandai balbettando ancora incredula <si esatto, andiamo forza, lei odia chi arriva in ritardo> Cole andò verso la porta e uscì, e feci la stessa cosa dopo pochi istanti.

Adoravo lavorare in questi studi, dio non sarei più andata via se fosse stato per me. Mentre scattavo le foto Cole mi guardava e scoppiava a ridere e io non potevo trattenermi, nonostante lo conoscessi da due ore, era come se lo conoscessi da anni, da sempre. <ti aspetto all'uscita, andiamo in una tavola calda qui vicino ti va?> Cole mi fermò sulla porta prima che potessi uscirne, erano le sei di sera, e stavo morendo dalla fame, ero stata tutto il giorno a fare le foto e poi trasferirle sul pc, e in seguito avevo scelto i filtri, tagli posizioni eccetera, <molto volentieri occhi verdi, vado a prendere il cappotto>accettai.

La tavola calda più carina che avessi mai visto, fuori c'era una grande insegna  colorata con scritto Poy e sotto chocolate and milk, era una struttura bassa è tappezzata di finestre incorniciare da luci a led rosa e rosse. Quando entrammo il profumo di cioccolata e patatine fritte si intromise nelle mie narici e mi fece venire ancora più fame, Cole mi sorrise e si avviò verso una delle poltrone rosse imbottite, e io lo seguii.
<è davvero carino qui> esclamai mettendo in bocca una patatina fritta, e guardandomi in torno per l'ennesima volta <si hai ragione> concordò il moro togliendosi la cravatta blu.
<Si beh mia madre dopo che si è lasciata con mio padre non ne voleva sapere di rimanere in America, ma lo fece per finire un lavoro che le avrebbe procurato tanti soldi, quindi quando io compii 7 anni ci trasferimmo in Italia, cioè lei tornò in Italia e portò anche me, e beh li stavo bene davvero, ma non faceva per me> spiegai a Cole dopo che mi aveva chiesto cosa facessi a Los Angeles e perché avevo uno strano accento Italiano <oddio piccola jhones hai vissuto una vita piena> esclamò Cole ridacchiando, io lo guardai e poi bevvi l'ultimo sorso del mio frappé al cioccolato <e tu che mi racconti occhi verdi?> chiesi poggiando il bicchiere di vetro sul tavolo in granito, si rabbuiò per un secondo ma poi nei suoi occhi tornò una scintilla  <oh niente di particolare, i miei non si sono proprio separati ma sono in pausa da un po' di anni e mio padre è uscito da poco di prigione per guida in stato di ebbrezza> sospirò poggiando la testa sul bordo della poltrona <oh beh tra tutti e due siamo messi bene> ironizzai cercando di uscire da quel brutto discorso, guardai l'ora ed era mezzanotte, eravamo stati delle ore a parlare, e ne ero super felice <forse è meglio andare ora> Cole mi lesse nel pensiero e si rimise la giacca e sopra il giaccone invernale <si andiamo> lo imitai e mi alzai sgattaiolando al suo fianco, ridacchiò e mi diede una spintarella e io gliela resi.
Arrivai nel vialetto di casa ma non scesi subito, dovevo rispondere ad un messaggio di Tom che mi aveva scritto: scusa se non ci siamo sentiti, domani parliamo un po', notte piccola❣️ sorrisi e risposi: giornata tosta anche per me, a domani💗 e inviai, ma forse avrei fatto meglio a rimanere in macchina, perché avrei preferito non vedere ciò che avevo davanti...

🐚SA🐚
CiAo belliiii
Spero stiate bene e volevo augurare buon rientro a scuola a tutti, mi auguro per voi che sia andata bene e che andrà bene per chi ancora deve rientrare 💗
Sofi

&quot;somebody to love&quot;||Tom Holland Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora