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Pov Sophi
I primi raggi del sole  invasero la stanza mia e di Tom, mi girai dalla parte opposta per evitare che la luce mi colpisse gli occhi, ma sfortunatamente il telefono cominciò a squillare, era la sveglia.
Aprii gli occhi, feci un mezzo sorriso e mi alzai. Erano le 5 di mattina e ero felice di svegliarmi perché avrei rivisto la mia famiglia e mancavano pochissimi giorni a Natale, per questo ero felice, non fraintendiamo, se fosse stato per un altro scopo, il mio umore sarebbe stato molto irritabile.
Feci colazione, mi truccai, e lasciai la casa nel meglio modo che potevo.
Mentre ero in macchina, misi un cd dei Queen che Tom aveva lasciato, e mentre cercavo di recuperare il telefono, mi era caduto dentro la buca dello sportello, trovai un CD, da solo senza una copertura, e sopra c'era scritto in nero, con la scrittura schifosa del mio ragazzo: per te, ascolta
nient'altro, solo questo. Ridacchiai, tolsi il disco dei Queen e infilai quello di Tom.
Nel disco c'erano tutte le canzoni che preferivo, quelle che ascoltavamo sempre insieme, e poi la canzone del nostro primo bacio, la sera in cui ci eravamo detti, finalmente, che ci amavamo.

L'aeroporto era gremito di persone nonostante fosse mattina presto, e cercavo di visualizzare Cole e Dylan, ma fu un' impresa davvero ardua, data la mia statura e quella delle persone che mi stavano a torno, quando ad un certo punto sentii urlare il mio nome, mi girai di scatto, sperando con tutta me stessa che fossero i due gemelli, e per fortuna erano loro, sorrisi sollevata <giorno Cole, ciao Dylan> salutai, e sorprendentemente Dylan mi abbracciò e mi diede un leggero bacio sulla guancia.

La voce metallica dell'altoparlante mi fece svegliare di scatto, stava dicendo che tra pochi minuti saremmo atterrati e di allacciare le cinture, mi stiracchiai un po' e poi guardai i sedili dietro di me, i gemelli dormivano ancora come due angioletti <Cole, Dylan stiamo arrivando> sussurrai sperando che aprissero gli occhi, Cole mugolò mentre Dylan si stirò dando una leggera manata a suo fratello, che aprendo gli occhi, lo guardò male, tanto male, ridacchiai e mi rimisi a sedere.

Dopo 15 minuti eravamo scesi e nel parcheggio dell'aeroporto per aspettare che ci venissero a prendere, quando ad un certo punto vidi una jeep rossa fermarsi poco più lontano da noi, lasciai cadere tutte le valigie che avevo addosso, e sentii lo sguardo di Cole addosso ma detto con tutta sincerità non me ne importava, dalla macchina scese un ragazzo biondo con una felpa gialla è un giubbotto di pelle nera addosso, mio fratello, incontrò il mio sguardo e la sua bocca si aprì in un sorriso a trentadue denti ,cominciai a correre verso di lui e quando fui vicina li saltai praticamente addosso, mi prese saldamente mentre ridevamo <Mi sei mancata peste> mi posò a terra sempre mentre sorrideva <anche tu scemo> risposi fissando i suoi lineamenti più virili, poi mi girai di scatto e vidi che Cole e Dylan stavamo avanzando verso di noi e mi avevano preso la borsa e la valigia. David tese subito la mano verso Cole quando furono davanti a noi <piacere io sono David il fratello di Sophi> fece un mezzo sorriso, Cole lo ricambiò stranamente e afferrò la mando <io sono Cole> poi si girò verso Dylan che face un cenno della testa <io sono Dylan il fratello> aggiunse, mio fratello annuii <bene allora io direi di andare, credo che faccia abbastanza freddo> esclamai stringendomi nel mio cappotto <si concordo> disse Cole guardandomi <caricate pure le valigie nel bagagliaio> disse mio fratello con un gesto della mano, annuirono tutti e due.

Cole e mio fratello parlarono di università e lavoro, erano entrati subito in sintonia, e ne ero davvero felice, Dylan invece aveva la testa appoggiata al finestrino e non stava partecipando alla conversazione, ma non lo avrei forzato ad essere attivo quanto desideravo che lo fosse.

Per arrivare a casa non ci volle molto, una decina di minuti.
Scaricammo le nostre cose nella piazzetta, e appena scesi, con le valigie davanti la porta di casa, non facemmo in tempo a suonare che mia madre aprì la porta di scatto, ci fissammo pochi secondi negli occhi, e poi mi intrappolò in un abbraccio, uno dei più belli ricevuti da mia madre. La strinsi forte, e quando ci staccammo mi sorrise dolcemente, mi diede una carezza leggera sulla guancia e mi disse: <sei più bella di sempre> sorrisi a mia volta, ma lo sguardo di mia madre era già altrove, stava studiando i miei accompagnatori, alzò un sopracciglio e le spuntò un sorrisetto sulla faccia <mamma ci fai entrare? Fa freddo> esclamai buttando gli occhi al cielo e entrando in casa. Era sempre uguale qualche arredamento nuovo, ma sempre accogliente e calda. <piacere io sono Cole> il mio migliore amico ruppe il silenzio, mia madre li sorrise <io sono Mary> rispose mia madre abbracciandolo calorosamente <non vedevo l'ora di conoscerti, Sophi non faceva altro che parlare di quanto sei simpatico> ridacchiò mia mamma, Cole mi mandò uno sguardo furbo <io non sono solo simpatico sono anche bellissimo> aggiunse il moro togliendosi la giacca <ah modesto il ragazzo> cantilenai spingendolo leggermente, mi fece la linguaccia e tutti scoppiammo a ridere, a parte Dylan, che aveva solo un leggero sorriso <piacere, io sono Mary> mi mamma si rivolse al secondo gemello <il piacere è mio Mary, sono Dylan> rispose allargando un po' il sorriso <bene adesso che ci siamo presentati e abbiamo riso possiamo andare di sopra> interruppi indicando le scale, Dylan annuii <Sì buona idea mostriciattolo> aggiunse Cole <dammi Sophi, ti porto io la valigia in camera> David mi prese la valigia dalla mano buttandomi un bacio volante <non è mai così gentile, di solito mi picchia> spiegai sottovoce ai miei amici, che scoppiarono a ridere.
Stavo morendo di sonno, credo che dopo 14 ore di viaggio sia abbastanza normale non riuscire a tenere li occhi aperti. Mentre mi mettevo il pigiama sentii bussare alla porta <avanti!> urlai, mia madre entrò in camera avvolta nella solita vestaglia notturna, si mise a sedere sul letto e mi fece cenno di sedermi accanto a lei, così mi buttai a peso morto e incrociai le gambe <ti va di parlare un po'?> mi chiese dolcemente <si certo, di cosa?> chiesi <della vita a Los Angeles, il nuovo lavoro,gli amici> gesticolò freneticamente ridacchiando, risi a mia volta, <andare a vivere a Los Angeles è sempre stato il mio sogno, e come non potrei esserne felice, e poi ho trovato lavoro subito, e lavorare a Runway è davvero fantastico, adoro vedere tutti quei vestiti, trucchi e oggetti per l'estetica che girovagano per tutto lo studio> dissi con occhi sognanti, come se stessi descrivendo una fantasia, ma che per me era reale, mia mamma mi accarezzò la spalla sorridendo <e poi Cole, Dio Cole è fantastico, è una delle persone più gentili e intelligenti che abbia mai incontrato, è sempre disponibile e si veste in modo impeccabile> feci l'occhiolino a mia mamma, e scoppiammo a ridere entrambe. Parlammo del più e del meno per altri dieci minuti <e Tom?> chiese mia madre, una scarica di brividi mi percorse in tutto il corpo, partendo dalla radice dei capelli fini ad arrivare alle dita dei piedi, solo sentire il suo nome faceva quell'effetto, immaginatevi quando lo vedevo senza maglia... <Tom, Tom è perfetto, è davvero tutto ciò che volevo dalla vita, non ne sbaglia una, mi da sempre le sue attenzioni, io sono la sua priorità,sempre> dissi portandomi i capelli dietro l'orecchio <ma ho paura, paura che tutto possa finire in uno schiocco di dita, oppure che qualcosa vada storto, non può andare sempre tutto bene, ne tutto male, e dato che fino ad adesso è stato tutto perfetto, ho paura che succeda qualcosa di definitivo> tremai al solo pensiero, mia madre mi prese le mani nelle sue e le strinse <bambina mia, è normale avere paura,sentire che tutto ciò che avete costruito possa crollare da un momento all'altro, ma ti dico anche che se ciò che avete costruito lo avete fatto con amore niente vi potrà mai separare> mi disse semplicemente fissandomi negli occhi, io annuii accennando un sorriso <sono stanca meglio andare a dormire, poi domani dobbiamo preparare tutto, è la Vigilia> ridacchiai mettendomi sotto le coperte <buonanotte amore> mi baciò la fronte e uscì da camera, e in quel preciso istante il telefono iniziò a vibrare, sbuffai, ma quando vidi che era Tom a chiamarmi risposi subito <ciao piccola> mi salutò dolcemente <hei, dove sei?> chiesi sentendo un fracasso assurdo dall'altro capo del telefono <sono in aereo, è un bambino è da quando siamo saliti che non la smette di urlare, ho i timpani distrutti> disse sbuffando, scoppiai a ridere mettendomi subito una mano sulla bocca <tu e i ragazzi siete già arrivati da tua madre?> mi chiese <si, stavo per mettermi a dormire> risposi <il viaggio come è andato?> domandò <molto bene, sono solo molto stanca, ma Firenze è bella come sempre> spiegai guardando l'enorme finestra che occupava una parete intera di camera mia, e dava direttamente sulla Cupola del Duomo <meglio così, ti lascio dormire, notte piccola> disse nostalgicamente <notte>.

🌇SA🌇🗾
si fa schifo, fa davvero schifo, ma spero lo stesso che lo apprezziate e mi dispiace un sacco essere così inattiva ma la scuola e tutti gli altri impegni mi occupano il 90% del tempo e quindi le occasione per scrivere sono rare.
Vvb
Sofi

&quot;somebody to love&quot;||Tom Holland Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora