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Mancava ormai qualche mese o forse ancora meno prima che Ethan dovesse sfidare un nuovo avversario, ed Alyssa era partita per il Canada. Proprio per questi due motivi, aveva intensificato i suoi allenamenti. Prima di Natale non solo aveva aumentato il tempo che stava in palestra ma aveva aumentato il numero dei pesi da sollevare.

Il suo fisico si faceva via via più grande, più muscoloso. In effetti, nell'ultimo periodo si era ritrovato a fare cinquanta piegamenti ogni ora, e nell'intermezzo altrettante flessioni ed addominali, oltre che correre per 6/7 chilometri. E la sera, puntualmente, crollava a letto stanco.

Nonostante i normali dolori fisici, sentiva di stare bene, di essere in ottima forma. Ogni giorno aumentava d'impegno, forse anche per non pensare al fatto che Alyssa non era lì con lui né la madre che gli portava la colazione e per vederlo un po. Da quella sera i loro rapporti erano stati chiusi, e con ogni probabilità per sempre.

Era ormai il giorno prima della Vigilia, ed Ethan aveva preso tutto l'occorrente per partire e raggiungere la sua ragazza in Canada.




Era arrivato in Ontario più o meno per l'ora di pranzo. Avevano mangiato a casa di lei, ed aver risposto a numerose domande sulla sua vita. Fortunatamente non avevano accennato alla sua famiglia, ed Ethan aveva come la sensazione che Alyssa avesse detto loro qualcosa a tal proposito.

Nonostante i convenevoli di rito, Ethan non aveva voluto dormire a casa loro, perché aveva affittato una camera d'albergo, che comunque non era troppo distante da casa loro.

Nonostante la lontananza, avevano passato tutte le vacanze insieme, compresi i genitori e un po tutta la famiglia di lei.

Avevano visitato musei, parchi, erano andati al teatro e dove Alyssa era andata a scuola. Di tutti i giorni passati lì, di Oscar neanche l'ombra. E questo era stato un bene per entrambi. Alyssa non voleva assolutamente vederlo ed Ethan poteva rischiare di essere squalificato perché voleva picchiare quel mascalzone siccome aveva osato alzare le mani su una ragazza.

Grazie anche a questo, tutta la vacanza l'avevano passata benissimo. I genitori di lei erano molto simpatici, e sentiva di aver fatto colpo su di loro (molto probabilmente anche perché non avevano mai visto un lottatore dal vivo).

Quella sera avevano optato per una cenetta tranquilla solo loro due, lontani dal caotico centro per l'ultima notte dell'anno. 

Era ormai passata da un pezzo la mezzanotte, ed Alyssa si trovava nella camera d'albergo di Ethan.

«Devo tornare a casa, i miei potrebbero preoccuparsi.»

«Ma scusa, non hai detto loro che stavi con me?»

«Sì, ed è soprattutto per questo che potrebbero preoccuparsi.»

«M'era sembrato di aver fatto buona impressione.»

«Oh, l'hai fatta, ne puoi star certo. Specialmente quando ti sei messo a parlare del tuo mestiere. E ti dirò di più, loro la pensano come me. Questo sport è per veri pazzi.»

«E allora perché dovrebbero preoccuparsi?»

«Potrebbero pensare tante cose.»

«Comunque ti devo proprio ringraziare. Proprio per avermi fatto dire che cosa faccio. Volevo sembrare uno normale.»

«Guarda che tu sei normale.» aveva risposto lei.

Lui si era avvicinato a lei con fare suadente, per poi baciarle il collo, dolcemente, delicatamente, prima di essere allontanato da lei.

AMORE D'AUTUNNODove le storie prendono vita. Scoprilo ora